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per gli scribi

Toulouse en érasmienne

sabato 17 novembre 2012

Serendipity

Forse non è la parola adatta per iniziare un post su Parigi, ma in questo momento è quella che mi viene in mente. Sono talmente frastornata che produrrò un post balbettante. Pazienza. Innanzitutto sarò banalissima, ma Parigi nel gelido umido di novembre, quando la Senna, la pioggia e le spesse nubi formano una luce grigio-verde, punteggiata dal nero dei tronchi degli alberi e dal giallo mattone e verde scuro delle loro foglie che inquadrano dal Pont des Arts Notre-Dame, l'Ile de la Cité, il Louvre, il Grand Palais e un pezzetto di Tour Eiffel farebbe disciogliere qualsiasi cuore. Quando poi in 72 ore hai due riunioni di progetti di ricerca con dei gran cervelli, in una delle più belle biblioteche del mondo che è anche quella dell'Académie française e passi il sabato a discutere di improbabili passioni umanistiche e vedi il tuo nome previsto in un convegno importante nel 2014 con questo solo preavviso cinque minuti prima della presentazione: "Non abbiamo fatto in tempo a dirtelo, ma speriamo che non ti dispiaccia, ovviamente se la cosa ti è sgradita rinunceremo al tuo prezioso contributo, scusaci", ti sembra di essere piombata nella terra dei marziani. E nessuno ha mai voluto sapere a chi appartieni, chi è il tuo relatore o nulla più, ma nemmeno sempre, di quale università frequenti. Addirittura un professore ti ha messo nero su bianco l'incredibile frase, mentre tu ti scusavi per aver chiesto qualcosa che sarebbe potuto apparire un'intrusione nel giardino privato dei rapporti con un altro docente: "Non si preoccupi assolutamente. Importa lei, non il suo relatore! Venga a fare un seminario da noi." (Ora, per chi non conosce la patria accademia sembrerà normale e logico, ma in realtà in rapporto all'Italia è una delle cose più inverosimili che possano capitare.) Semplicemente qui ti hanno conosciuto, parlato, sentito proporre. E sei felice, felice come una matta! Ridi e piangi e ti si aprono il cuore e l'anima.
Poi ti rendi conto che anche se oggi a pranzo con tutti gli altri ti sei spazzolata una fantastica tartiflette con il petit verre de vin d'ordinanza, malgrado il freddo, stai ricominciando dopo sei mesi a mangiare con ritmi e quantità ragionevoli, senza fame nervosa e ciò ti conferma ancora una volta in quello che già sapevi.
Quando pensi che per il 2014 hai già un altro impegno nello stesso posto (e apparentemente persino pagato) ti senti una specie di diva col calendario più che fitto e ti gira la testa e sogni solo di trasformare tutto questo in lavoro della vita, nella tua vita, di unire finalmente per sempre ciò che senti di essere e ciò che la tua condizione economica e origine sociale ti hanno obbligato a abbandonare un tempo e ancor oggi a conciliare con grande fatica e difficoltà anche spicciole piuttosto pesanti. Anche se, per quest'ultima cosa, ahimé, rien n'est moins sûr...
Poi vedi qualcuno dei dottorandi italiani presenti, la loro aria sempre cauta e timorosa, un filo servile, pensi che anche tu sei stata così, per quanto sempre esuberante e insofferente nell'animo e ti dici: ma viva due volte questo paese, in cui i docenti li guardi negli occhi, e parli di lavoro e di cultura e di scherzi, vivaddio, valeva la pena di fare una Rivoluzione per avere la dignità. (Ovvio che anche qui ci sono gli intriganti, quelli che si sanno vendere più di quanto sappiano fare e mille altre cose sgradevoli. Ma c'è anche altro, finalmente.)
Mon pays de coeur, se tutto andrà bene anche per la cosa su cui ho ancora con un filo di incertezza ma dovrebbe andare bene, sul Pont des Arts verrò a mettere anche io il mio lucchetto, con il nome di questa amatissima città unito al mio. E senza timer!!! (perché sui lucchetti del Pont ci sono anche quelli a tempo, ho scoperto). E lo ammetto, mi sono appena comprata un vestito rosso di fantastica lana caldissima e morbidissima (usato, ovviamente) che sta d'incanto con il grigio umido di questa città e mi avvolge dalla testa ai piedi nel suo tepore soffice.
Fine del post idiota.
Ritorno al lavoro che le Bibbie sono sempre lì, tra una riunione e un'emozione e l'altra.

giovedì 15 novembre 2012

Per "fortuna" non lo dico solo io...

... ma anche un ex-ministro dell'economia a quanto pare. Che una situazione del genere, anzi peggiore, l'ha già affrontata nel suo paese, l'Argentina.

"Non ci vuole un genio dell’economia per fare cassa tagliando salari pubblici e pensioni." Il giudizio di Roberto Lavagna non potrebbe essere più netto né più eloquente. 

L'Europa sta chiedendo alla Grecia e tra poco all'Italia, ciò che è stato chiesto all'Argentina dieci anni fa, spiega l'ex-ministro Lavagna: "La troika chiede ad Atene, e rischiate che tra poco chiederà a voi, le stesse cose che il Fmi chiese a noi dieci anni fa. Se l’avessimo seguito alla lettera, non ci saremmo mai più ripresi. In Argentina la prima richiesta del Fmi durante la crisi economica fu di ridurre le spese per i salari pubblici e per le pensioni del 13%. La prima richiesta fatta alla Grecia è stata di tagliarli del 14%. Noi avemmo il coraggio di dire no a richieste pressanti che ci arrivavano dagli organismi internazionali. Vi va male? Se seguite quelle richieste vi andrà peggio."

In soldoni, il suo discorso è: non si esce da una crisi con il taglio del welfare e degli impiegati pubblici, ma restituendo potere d'acquisto alla popolazione. Guardate la Grecia: dopo i tagli fatti e l'enorme massa di denaro investita, alcune banche hanno migliorato i loro debiti del 60%, mentre il debito pubblico e la popolazione sono allo stremo. E gli vengon chiesti ancora nuovi tagli. Con la quantità di denaro spesa si sarebbe potuta salvare una parte dell'economia al collasso. Si è scelto invece di proteggere alcuni settori di potere.
Il resto dell'articolo, ancora più illuminante, è qui.
Ricordiamocene, almeno quando andremo a votare. Ricordiamoci di chi sostiene l' "agenda Monti", pienamente d'accordo con ciò che viene dall'Europa.

mercoledì 14 novembre 2012

Q.E.D. (e non è una gnagna)

Figuriamoci se il problema sono 4000 stipendi non dirigenziali. (Basterebbe eliminare un po' di doppi incarichi e si farebbe prima, volendo. Sarebbe anche vagamente più etico, ma qui l'etica è optional.) No, queste sono le prove tecniche di concertazione di quello che ci aspetta dopo le elezioni.
La distruzione dello Stato in quanto servizio pubblico, lo smantellamento di ogni sua struttura, non solo del welfare. E le persone gettate sulle strade, salari e pensioni ridotti d'autorità non più pagati, l'assistenza sanitaria sparita, la disoccupazione ovunque inesorabile, la speculazione e l'arricchimento dei privilegiati, pure. L'arbitrio del più forte sovrano.
Dovremmo essere ormai avvisati e consapevoli. Il nostro futuro sono la Grecia e la Spagna, il Portogallo. Lì ci porta questo governo, nella ferocia sfrenata della disuguaglianza.
Ma dopo le elezioni, perché se no, come dice Angela Merkel, gli elettori potrebbero anche pensare di poter "penalizzare" le scelte della Libera Europa. E come dice Mario Monti, il governo deve saper educare il Parlamento.
E tanti ciechi e sordi non vedranno e non sentiranno.
E voteranno, sordi, e piangeranno, poi, insieme alle Cassandre, per loro e i loro figli.

Le tre cose che

Redigere un progetto di ricerca, scrivere un curriculum, sbrigare una pratica burocratica: forse le tre cose più ansiogene per la sottoscritta. Meglio riscrivere la Critica della ragion pura.
Finché non avrò finito, qui sarà una lagna perpetua. Anzi, stavolta una gnagna, come direbbe lei. (Non ho nemmeno il tempo di guardare i dolci natalizi scandinavi, che il clima qui non potrebbe essere più appropriato. Un gelidino umido che fa venir voglia di zuppe vino e spezie profumate :- ) ).
Per fortuna manca poco, se il diavolo non ci mette la coda.

giovedì 8 novembre 2012

Qualità

Sono la capostipite dei conigli.
A buon intenditor...
spero che abbiano pazienza (non i conigli, quelli che mi aspettano).
AAAAAHHHH!!!!
Urlo non oraziano. Neanche un po'.
E' che le Bibbie sono lunghe lunghe lunghe.
E io alle volte sono una gran perditempo. Per esempio adesso.
Meglio che torni alle cose serie.
AHHH!!!!
AAAAAAAHHHH!!!

venerdì 2 novembre 2012

Il piccione viaggiatore

Ecco, per me questa storia che spero sia vera, è la quintessenza di tutto ciò che mi elettrizza. Fossi a Bletchley Park ora starei facendo gli straordinari pure non pagati in giorno festivo, per capire cosa c'era scritto, da chi, quando è successo, perché, in quali condizioni, da dove poteva venire quel piccione se era arrivato in quel luogo e soprattutto dove siano finiti i cifrari - non posso pensare che i colleghi di JB se li siano allegramente persi e che Sean Connery non parta subito alla loro ricerca - e quali testimoni ci siano ancora della vicenda.
Spero di poter leggere fra qualche tempo un resoconto dettagliato di come si sia riusciti a ricostruire tutta la storia.  
Mmm sì, so benissimo di non essere normale. E' tanto più divertente :-)
E adesso è meglio che torni a studiare di corsa che di enigmi (in latino stavolta) ne avrei anch'io da decifrare.
P.S.: La mia mamma dice sempre che mi piacciono solo le cose morte da almeno duecento anni. Tutto sommato sto facendo progressi.