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venerdì 19 luglio 2019

Biblioteche, Francia


Avvertenza: blogger e google hanno deciso di non farmi più commentare sui blog, perché non riconoscono più il mio account né su questo né su altri, sia blogger sia WordPress, e quindi non posso nemmeno più rispondere a chi ha commentato il mio post precedente, né come Pellegrina né come anonimo. Rimangono attivi dio, cioè google sa perché, soltanto i commenti su un paio di blog che leggo da tempo, scelti in modo del tutto incomprensibile perché su altri, che leggo da più tempo ancora, è impossibile collegarsi. Misteri. Ovviamente l’assistenza non dà nessuna informazione utile, come nella migliore delle tradizioni, limitandosi a farti ripetere una sequenza di operazioni scontata e assolutamente inefficace, per poi chiederti se è servito.

Ciò detto, stamattina sprofondo come al solito in una delle infinite e meravigliose biblioteche di qui. Meravigliose perché ricche in collezioni eccellenti, perché ben tenute e perché funzionano molte ore al giorno, non limitandosi a darti un tavolo e una sedia scomode e mal illuminate, ma fornendo un servizio coi fiocchi di distribuzione dei libri. Di cui approfitto con un senso di sollievo, quando penso che in Italia, a Roma poi non ne parliamo, chiedere più di due libri per volta rappresenta un affronto da lavare con la cafonaggine alla sacra missione del Primo non leggere ricordata da Armando Petrucci e da Umberto Eco ormai diversi decenni fa.  
Stamattina avevo prenotato la mia solita pila, e adocchiato un posto che mi conviene, quello preferito è già preso, quindi bisognerà adattarsi, ma non c’è ressa (1), vado al bancone, chiedo il mio posto, prendo la prima metà della pila, la porto al posto e ritornando a prendere la seconda metà vedo l’addetto alla distribuzione che mi viene incontro a metà strada con il resto dei volumi. Cosa che non è assolutamente suo compito fare. 
Ecco, se mi chiedete perché amo questo paese con tutta l’anima mia, iniziare una giornata di studio cosi’ è una e forse la principale risposta.

(1) Su questo e altri divertimenti della vita quotidiana di studio, Arlette Farge, Le goût de l’archive, Paris, Seuil, 1997. Una traduzione italiana si trova qui.


2 commenti:

  1. Già.
    Per me lo è.
    Per miracolo riesco a rispondere, perché solo questo vecchissimo e malandato pc riconosce ancora il mio account blogger. Ecco perché tanto ritardo.

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