Dicembre e gennaio sono mesi duri a Parigi. Malgrado le offerte culturali inesauribili, quando puoi permettertele, il sole non si vede quasi. Nuvole basse, pesanti, pioggia tutti i giorni, persino il cielo scompare.
Però, fuori dalla calda meraviglia delle biblioteche, i giorni tra gennaio e febbraio regalano spesso queste meraviglie:
Alzando gli occhi si scopre l’arrivo imprevisto dei fiocchi di neve sulla grande finestra nordica che fa da frigorifero e da balcone. Quest’anno è già la seconda volta. Purtroppo raramente si ferma, ma c’è. E dopo una notte insonne per la situazione logistica difficile, si capisce, per l’ennesima volta, che malgrado i soldi drammaticamente insufficienti per pagare un alloggio, bisognerà comunque trovare, in qualche maniera, il modo di tornare ancora.
Mi piace la neve in città, sempre piaciuta. Bastano un paio di scarpe adatte e abbandonare la pretesa di arrivare in ruote proprie e tacchi ovunque. Molto più elegante, giocosa e allegra della pioggia.