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per gli scribi

Toulouse en érasmienne

domenica 15 aprile 2012

Le albicocche di giugno

Alle volte si vorrebbe proprio offrire il profumo di un caffè (non lo bevo, ma trovo che l’odore sia incomparabile) e la dolcezza carezzevole di un frutto goloso. Soprattutto alle amiche lontane, amiche di penna che non possono perciò non essere vicine al mio cuore di pennuto e ai miei pensieri.
Erano quasi due anni fa quando mi trovai a diteggiare “Arabia felice” storpiando consapevolmente l’antico “Arabia felix”, un nome e un luogo che mi hanno sempre incuriosito e cadevo su qualcosa che mai avrei supposto di cercare, ma che si rivelava subito particolarmente attinente ai miei gusti e di indubbio buon gusto sotto molteplici aspetti. Così mi si sarebbe palesato anche l’universo dei foodblogger, ma questa è un’altra storia. Oggi questo post è un ricordo della prima volta in cui le sue delicatezze si offrirono ai miei occhi, io in una minuscola stanzetta nella città universitaria di Tolosa, le prelibatezze sullo schermo da una cucina che si intravedeva misteriosa, enorme, bianca e ordinatissima. Poco a poco quella cucina si popolava di gatti, di buffi uomini delle pulizie, di voci e di invitati pronti a divorare piatti calibratissimi, insoliti, con piccoli eleganti accorgimenti a renderli imprevedibili e curati, di acrobazie ai fornelli, di esperimenti e di molto altro. E una inaspettata finestra sull'Arabia veniva aperta con le sue strade, i suoi negozi, il suo caldo asciutto, la sua vita divisa.
Poi ci furono altre mille parole, dei post squisiti e vellutati e un’Arabia in verde sulle statistiche di Blogger.




Questo è il piatto che campeggiava allora sulla prima pagina del blog. Fu il primo a essere ripreso nella mia microscopica cucina e spazzolato in men che non si dica, con quella punta di dolce delle uvette a far capolino nella morbidezza della ricotta (nella mia versione però le albicocche sono venute sempre con le guancette sporche di bianco formaggio). Questo oggi diventa una piccola cartolina imbarazzata con l’augurio che le notti di primavera siano piene solo di sogni e sorrisi.




Un abbraccio all’Araba coraggiosa.

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