Non abbastanza conosciuto, ha per me il fascino dell'alta specializzazione congiunta alla passione, il quale, bisogna convenirne, è senza dubbio il migliore. Ci si trovano tutti i mieli di tutti i fiori immaginabili e qualcuno in più, da scoprire allungando la mano nelle cellette di legno disposte sulle pareti per assaggiare prima di fare la scelta definitiva. Ci si trovano pure miele alla spina, da portare via nel proprio vasetto riciclato, aceto di miele, idromele, cera e pappa reale, risposte a qualsiasi domanda vi venga in mente sul miele, dalla produzione alla storia all'uso terapeutico, libri sul miele, centrifughe per fare il miele, maschere con velo per proteggersi dalle api che qualcuno va a comprare in serie: l'ultima volta che ci sono passata un ragazzo ne voleva quarantadue. Una volta ho avuto la fortuna di trovare una fetta di favo in cellette, quello che si mangia affondandoci il dito. Il proprietario è un folletto dai capelli bianchi e l'aria un po' duplice, come ogni folletto rispettabile (non è quello sulla foto del sito).
Il miele di litchi serviva per questa ricetta semplicissima di crudité. Da molto tempo non cucino niente di serio, ma sono sempre avida di preparazioni a base di verdure che diano fiducia alle verdure, vale a dire rigorosamente solo di stagione, senza caricarle di formaggio, uova e carboidrati per farle andare giù. Men che meno soia, che non mangio. Questa mi ispirava per i colori e per il tipo di miele, che è un miele forte e sommesso insieme, non troppo dolce anche perché quello che ho trovato io conserva di sicuro molta cera. Ma sono sicura che abbia poco a che vedere con quello che hanno potuto assaggiare loro trovandosi più vicino al luogo di produzione.
Comunque eccola qui. La consiglio preparandola in anticipo per amalgamare i sapori e per ammorbidire un po' la consistenza delle radici, specialmente se biologiche e scelte alla fine della stagione. Diventa soprendentemente allegra e delicata.
L'ho accompagnata con una sorta di galletta-crumble molto speziato ma non piccante che qualcuno aveva portato a una festa.
Confesso però di avere ridotto la dose di miele, non perché diffidente rispetto alla sua presenza nel piatto ma perché amo il sapore dolce a piccole dosi; trovo che sia troppo facile ottundere le sfumature del resto degli ingredienti e che gli zuccheri si debbano sempre più indovinare che percepire.
Faccio eccezione per lo zucchero filato - solo quello bianco ovviamente - perché è irresistibile: non si può non affondarci il viso dentro. E poi in francese ha un nome bellissimo: barbe à papa. Da cui dei pupazzetti con cui ricordo di avere giocato un tempo, pieni di palline e divertentissimi da schiacciare. Avevano un sorriso sereno che è impossibile dimenticare.
Ecco Eleonora, per rispondere alla tua domanda: direi che mi è piaciuta.
Verrei a Parigi solo per farne scorta! Io il miele lo adoro (sarà che ci sono cresciuta in mezzo alle api!) e lo metterei ovunque.
RispondiEliminaSe poi unisci anche tutte le doti terapeutiche, direi che è uno degli elementi più importanti della nostra alimentazione.
... però...una fuga...a Parigi...
Fugax sequax. Io comunque son qui fino a luglio. Se ti interessa un miele in particolare te lo spedisco.
Elimina:)
RispondiEliminaLo porterò li. sì, sì.
Appena esce da questa nuova avventura che ha intrapreso ieri, lo porterò in questo paradiso. Intanto, si è portato del meiele dell'Himalaya e so che tornerà appena lo avrà finito.
Sono felice che la nostra ricetta ti sia piaciuta e scusami se passo solo ora.
un abbraccio.
Cara Eleonora grazie della visita e buone avventure.
EliminaQuando sono uscito dall'aeroporto di Roissy qualche giorno fa, è la prima cosa a cui ho pensato, prima di dirigermi verso la Gare de l'Est. Avevo tutto segnato, nome, indirizzo...Poi mi sono ricordato che era domenica :(( Rimedierò dopo le feste, o al ritorno.
RispondiEliminaSalut de Strasbourg
je t'embrasse.
Che bello saperti nel mio pays de coeur e addirittura in cerca di miele mentre io sono al momento in esilio a Roma inconsolabile come l'abate Galiani. Strasburgo è una città così piacevole, dove ho avuto la fortuna di passare qualche tempo un paio di anni fa.
EliminaSpero che il negozio ci sia ancora: tanti hanno chiuso di questi tempi. Buon soggiorno in Francia.
Je t'embrasse.