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mercoledì 15 febbraio 2017

Te lo do io il cavolo D A[H]IA na! the recipetionist gennaio febbraio 2017

Aggiornamento: e 'l giudice fu clemente (vedi sotto). 

Signor giudice, io sono negata, si sa. Del resto mai fatto una gara in vita mia. Quel benedetto simbolo che voi chiamate "banner" da dove lo dovrei pescare? Perché io ci ho provato, neh. O deh!. Ma non gliela fo.
Signor giudice se voi voleste 'rudirmi io ce lo metterei subito subito.
Grazie.

La gara organizzata -  e appunto giudicata - dal blog cuocicucidici è un simpatico gioco sociale in cui si palesano le affinità, forse le invidie, le aspirazioni, le simpatie le ammirazioni verso i blog culinari che si seguono. Consiste nel pubblicare un post sul proprio blog raccontando le proprie avventure con una ricetta tratta dal blog del mese. Questo mese ci si misura con Andante con gusto, un titolo che mi è particolarmente caro per il genere musicale che evoca, oltre che per il divertimento culinario che promette.

Passiamo poi alla protagonista della gara. Lei, divertita, mi dice che sarei "perfida" ;-). Sempre per via di quel tal cavolo...
Ebbene, vediamo.
 


La cucina di Patty rispecchia due tratti del suo carattere. Il primo è l’amore per il cibo, declinato presso di lei in un solo appassionato senso: sontuoso, alla vista, nel linguaggio, nelle trame dei racconti autobiografici, negli ingredienti sempre molteplici, nella preparazione goduriosa e larga finale. Ne sono prova le ricette sempre ricchissime: volete una verdurina?  D’accordo ci siamo noi, ma non vi aspettate meno di mezzo chilo di ottimi formaggi per creare un contrasto avvolgente con la freschezza vagamente zuccherina delle foglie, né meno di una pioggia di semini cromaticamente intonati per convincervi che è sana, nel senso in cui oggi va di moda pensare che un cibo lo  diventi grazie a un pizzico di panacea.
Ma sarà di certo buono, quindi ben venga. 

Sontuosi i dolci e sontuosi i tempi di lavorazione. Se per fare un panino mette a tavola tutta lafamiglia all’ora del the, per fare i biscottini di mandorla alla moda realizza una matrioska con doppia farcia concentrica (e mi onora, ma solo per via dell'ansia incombente, di un'anteprima telefonica delle sue intenzioni - non diciamo altro...). Obblighi a parte i tempi non sono dovuti alle preparazioni, o alla scelta esplicita di una realizzazione di cui interessa anzitutto l’alta tecnica, ma soprattutto alla ricerca di un mitologico corno di Flora da cui spandere trionfi rinascimentali sulla propria tavola, che si muta in tavolozza condivisa sul set fotografico giocato di predilezione nei colori dell’autunno, vale a dire del ricco raccolto. Piene di natura e materie prime sono infatti le sue immagini e le sue scelte di ricette, toscane ma non soltanto. Quelle con i prelavorati le mettiamo sul conto delle eccezioni che confermano la regola e le lasciamo da parte, per quanto mi riguarda, inclusa la non amata nutella, ultimamente sostituita mi pare anche da lei e non potremmo che rallegrarcene.

Il secondo  tratto è la sublime capacità commerciale, declinata non nei volgari tratti delle marchette promozionali con gergo anglofilo, orrrrrorre, bensì nella ferma applicazione dell’eterna regola per cui  il cliente, o il lettore, anzi la lettrice rompiscatole, ha sempre ragione e intanto compra, o meglio mangia e guata, restando incatenata dal frastornante lusso teatrale delle proposte e dalla ricchezza degli stimoli profusi come nei palazzi di Alcina. Tutto questo non sarebbe possibile se dietro lo schermo non vi fosse una persona zampillante di vita, gioiosa e golosa, scoperta e riservata insieme, come lo mostra il favoloso sorriso delle sue foto. A dimostrazione ulteriore che non sono gli uffici stampa creatori di eventi, stupro semantico da abolire dal lessico decente, a fare un blog serio e di riferimento per quello che è il suo stile, indubbiamente personale, ma la passione di condividere i ricchi contenuti che si devono dire.

Le si farebbe torto se non si parlasse della convinzione con cui sostiene i prodotti legati alle sue radici: olio d’oliva innanzitutto, per i due rami della sua famiglia e per quello acquisito, formaggi pecorini, fagioli, carni , c a s t a g n e, e ricette tradizionali di cui tanti hanno in questi giorni parlato.


E come quintessenza di tutto ciò quale esempio migliore si può portare del recente episodio del cavolo? Cavolo nero, evidentemente, che altro? Per di più con le pappardelle? Cotto scottato come fosse una rucoletta di nessuna importanza? Un radicchietto qualsiasi che si sa gli anglosassoni sono convinti che basti quello a far italico, della Bassa? A noi? Infilato con appena un po’ di peperoncino a far bella mostra di sé su della pasta all’uovo bell’asciuttina che meglio non si può, tanto poi basta un giro d’olio, quando nemmeno una latta? Signori, un po’ di serietà, è in gioco l’onore delle sacre mura. Ma che non si dica che qui si scateni una guerra, per carità.

Com’è come non è, dopo una misurata risposta che puntualizzava come il cavolo nero sia bestia da trattare con riguardo, siamo o non siamo di dove siamo, due giorni dopo compariva sull’Andante la ricetta che ho replicato e che si trova illustrata e commentata qui di seguito.

La ricetta è equilibrata e gustosa, generosa senza eccedere né in tempi né in condimenti. Confesso però che il rigatino consigliato nei commenti non l’ho usato. Insolita quanto basta e a predominanza vegetale, è sorprendentemente leggera, ma sazia per via delle patate. Ho il sospetto che si possa alleggerire ancora di formaggi, dando più peso agli elementi vegetali. Io stavolta non l’ho fatto, sia per lo spirito del gioco, sia per vedere il risultato finale. Ho apprezzato particolarmente il modo in cui le consistenze si fondono l’una con l’altra. La morbidezza delle patate, rilevata dal cavolo e racchiusa in un guscio tenace di pasta all’uovo, viene richiamata dalla crema profumatissima di ceci su cui i ravioli si adagiano. Il pecorino è la nota sontuosa e golosa che si spande ovunque.

Ho utlizzato metà dose rispetto alla ricetta originaria e ho lavorato esclusivamente a mano, non avendo macchine.
Le mie varianti sono state queste:

  1. Preparazione del cavolo: ho trovato delle foglie piccoline e tenere e non ho eliminato le coste. Le ho però sfilate - te ce vojo vedè Daiana a far sfilare le coste alle massaie USA tutte lievito, colla di frostinghe, micro e sfoglia industriale - e ho usato tutto quanto, cfr. foto n. 1.

    Sfilacciamento delle foglie



    Patata lessa schiacciata allo schiacciapatate. Non mi parlate di fiocchi - orrore! Meglio saltare una cena.
  2. Aggiunta di un ingrediente. Senza volerlo, mi è stato suggerito proprio da Patty, quando ha scritto a commento della ricetta precedente come la buccia d’arancio desse una spinta aromatica fantastica al cavolo. Io amo moltissimo i profumi e gli aromi e le spezie. Così ne ho approfittato per grattuggiare la buccia di mezza arancia nel ripieno. Per questa dose è perfetta.
  3. Metodi di cottura:  come si sa non sono una che ammette basi o prodotti da supermercato in cucina, faccio però eccezione per i ceci in scatola, che amo morbidi. Quindi ho usato una scatola di ceci, sbucciandoli per poi farli ripassare una mezz’oretta nelle stesse erbe con cui la ricetta prescrive di cuocere i ceci secchi (vedi pentola nella foto sopra), poi procedere come indicato.
  4. Preparazione dei ravioli: a me la pasta, confesso, piace spessa, duretta e consistente. L’ideale per questa ricetta, anche se lo spessore era probabilmente maggiore del mm e mezzo indicato, già ben diverso, di suo, dalla sfoglia a velo dei tortellini tradizionali.


     Il mio micropiano di lavorazione :-/ 

  5.  Per motivi di salute ho dovuto eliminare il pepe (non posso mangiare nulla che sia piccante). Ne userei comunque con estrema parsimonia. 
  6. il mio olio è del Garda, non toscano. Il pecorino però è quello giusto!
Ovviamente l’ultima fase (stendi sfoglia alla bell'e meglio, fai i tortelli, cuoci, fotografa e mangia) è avvenuta nel momento peggiore, mentre preparavo i bagagli per il (periodico ahimé) trasloco in Francia, con la mia mamma affamata che alle 15 ha reclamato il pranzo senza por tempo in mezzo. Quando si dice i bambini... :-P.


Le foto ne hanno risentito anch’esse: impossibile realizzarle sul momento, l’unica foto del piatto ultimato ritrae un raviolo  avanzato, quindi molto gonfio, rimasto in frigo fino al giorno dopo e immortalato qual rosa alla fine del giorno.


 

16 commenti:

  1. Uh dai che bello che ci sei...allora senti qua per inserire il banner, vai sul mio blog, ci passi sopra il cursore e clicki il tasto destro del mouse e ti esce una serie di cose (tipo, copia-incolla.... etc etc) tra cui anche "salva immagine", clicki e ti si salva nelle immegini del tuo pc... poi lo carichi come carichi le foto sul tuo blog...tutto qua....ora shhhh che mi leggo il post

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  2. ahahahaha...ma che ti devo dire? Hai scritto un trattato letterario e sociologico di Andante...che neanche Asor Rosa. Come si fa a non sentirsi onorata e onestamente imbarazzata per tanto affetto e sconfinata fiducia. Non solo, hai deciso di partecipare a questo gioco bellissimo che una gara non è ma un segno sincero di condivisione ed allegria, scegliendo una ricetta complessa, importante, che non è da ultimo minuto. Per fare quei tortelli ci ho messo una giornata (avevo anche 8 persone a cena) ma sono impegnativi nonostante la presunta semplicità. Personalmente la prossima volta non metterò le patate e lascerò maggiore presenza di cavolo nero con ricotta, perché la patata giustamente arricchisce troppo e forse sbilancia un po' vista la crema di ceci a corollario, ma è uno di quei piatti che accontenta e fa cantare il mio palato. In realtà ho visto gioire 8 bocche di fronte ai miei occhi.
    Non so come dirti grazie, ma tanto...sono una che non ama troppo le smancerie in pubblico, da sempre, ma se ti avessi qui adesso, ti abbraccerei forte.
    Sei un vero tesoro. Fai buon viaggio mi raccomando.
    Pat

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    1. Cara Pat il tuo commento mi fa davvero piacere e ovviamente ricambio l'abbraccio di cuore... Il tuo blog mi piace perché ha personalità, originalità e stile oltre che sapienza. Ma te lo dico da un po'. La ricetta l'ho eseguita in tre tempi è complessa anche se per fortuna non difficilissima. Ti dirò che per me le patate danno un quid molto piacevole perché inaspettato e insolito rispetto alla sola ricotta + verdura e si sposano bene con sfoglia e ceci, inoltre ammorbidiscono il cavolo ma senza appesantirlo come la ricotta, quindi io sarei felice di trovarcele dentro. Quando dico che "saziano" non voglio dire che stuccano, al contrario, si sentono si amalgamano sostenendo il cavolo senza coprire ma dando corpo alla foglia cotta e ci stanno molto bene.
      Il risultato comunque canta davvero, insomma dà soddisfazione! Che è quel che ci vuole no? :-)

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  3. Eccomi ...intanto finalmente sei giunta a noi e con che magnifica ricetta, te la sei studiata bene bene, l'hai analizzata e sei stata completa nelle spiegazioni...dal principio, quindi ti dico un gran Benvenuto e anche un brava bravissima...a me non parlare di foto che non mi ci impegno proprio mai... sono pessima... grazie ancora e se tiservono dritte per banner richiedi ;)

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    1. Cara Flavia grazie di questo bel benvenuto e dell'apprezzamento. Mi fa doppiamente piacere non essendo foodblogger professionista :-P ma solo golosista! Le foto, eh che bestia nera. Mi piace inquadrare, ma non ho attrezzature e nemmmeno pazienza per imparare la tecnica, quella di cui invece Patty ha da vendere.

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  4. Risposte
    1. Quanto al gioco mi piace perché permette anche a chi non ha inventiva di partecipare e condividere ispirazioni e scoperte.

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  5. Caspita Flavia, quando si dice in tempo reale! :-). Sì, il simbolo adesso è inequivocabile.

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  6. Ma vieeeeeeeni!!!! Bellissima ricetta da ripetere come (è indubbio) tutte le ricette pubblicate da Patty.
    Sei riuscita a formare dei tortelli superbi e ci credo che la mamma sia stata impaziente di "testare" il piatto!!
    Spero di leggerti presto dopo il tuo (purtroppo) temporaneo trasferimento in Francia.
    Un modo per saperti "vicina" di spirito, in attesa di averti vicina fisicamente.
    A Milano, nella casetta gialla o a Noli avrai sempre un posto (oltre che nel nostro cuore!!)
    Baci
    Nora

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    1. La mia mamma crescendo diventa impaziente sull'ora di andare a tavola, proprio lei che non ci sarebbe andata mai. Mi ci hai fatto riflettere tu, guarda un po' che idee serbiamo dei nostri genitori. Grazie Nora, io sono sempre felice di venire da te. Poi Noli mi manca ancora.

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  7. Ma bravissima, e divertente che non guasta affatto! Un abbraccio

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  8. Patty è bravissima e le sue competenze culinarie possono fare invidia anche ai grandi chef. Tu sei stata molto brava a riprendere una sua ricetta interpretandola in maniera più che valida.
    Certo fare foto decenti quando hai in casa qualcuno che ha fame è molto difficile. Questo è quasi sempre un problema anche per me! Un abbraccio

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    1. Vero? Gli affamati scalpitano sempre, un po' come farebbe il tuo nipotino :-).
      Su Patti concordo in toto, a me piace sempre molto, anche a volte se ci divide la bilancia della polvere bianca ;P.

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  9. Le foto sono una rottura a volte ...è vero...a quando una tua partecipazione anche al MTC?

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    1. Cara Sonia rispondo solo adesso perché solo ora ho visto il tuo commento. Ti ringrazio per la fiducia, purtroppo, a parte ogni altra considerazione, sono totalmente priva di inventiva culinaria. Una gara in cui bisogna concepire un piatto al mese non va bene per me.

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