Qui di neve ce n'è una spolveratina. In compenso riluce il più bel sole che abbia mai visto in tre inverni francesi o quasi. Con gelo, tanto gelo. Nella casa attuale il posto più caldo sono tre gradini della scala che porta al primo piano, dove ci dev'essere un incontro di vortici d'aria calda. Purtroppo è, come dire, appena in mezzo ai piedi. Ma che importa. Essere qui è essere catapultati in un vortice di pensieri, progetti, lavori... venticinque persone tra professori e studenti venuti da mezza Francia che, tutti i mesi, passano un sabato dalle 9.30 alle 18.00 a studiare e a discutere insieme accalcati intorno a un lungo tavolo ovale, in una delle università più famose del mondo. Lo chiamano "atelier". Ce ne saranno altri e io ci sarò. (Confesso, però: il programma prevedeva due ore di pausa pranzo con quiche al salmone e torta di mele, tutti insieme, in una bellissima piazzetta.)
Mi sono sentita un piccolo vermetto solo, ignorante e presuntuoso. Balbettante. Ma soprattutto invidioso!!!
E comunque, questa è tutta e sola la vita che vorrei.
domenica 5 febbraio 2012
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Ed io ti auguro davvero che tu ce l'abbia, per sempre ( pause pranzo in piazzette bellissime comprese)
RispondiEliminaGrazie, mi hai commosso. E non saprei che altro dire. Un abbraccio.
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