Aggiornamento: vengo a sapere che altre decine di migliaia di
persone comuni (per ora quasi 76.000) hanno sottoscritto la lettera scritta dai magistrati in solidarietà con Roberto Scarpinato, procuratore generale presso la Corte d'appello di Caltanissetta.
"Chi ha
memoria storica e consapevolezza culturale sa che la storia del nostro
paese è anche la storia dei poteri criminali che ne hanno condizionato
lo sviluppo sociale, politico ed economico.Chi ha una coscienza morale e professionale e il coraggio di non rassegnarsi a quello che è accaduto e accade nel nostro paese ha il dovere civico di associare il proprio impegno professionale e culturale alla difesa intransigente dei valori costituzionali [se dovessi consigliare una lettura estiva comincerei da qui] e di opporsi al rischio di un progressivo svuotamento dello statuto della cittadinanza , che lasciando spazio al crescere di una cultura della sudditanza, determina il degrado del vivere comune a causa del proliferare di sopraffazioni, arroganze e cortigianerie interessate. (...) E' il dovere della verità e della conoscenza ciò che qualifica la statura etica della persona, qualunque sia la sede o il contesto in cui si concretizza la sua esistenza. La verità e la giustizia insite nella coscienza, nel coraggio, nell'impegno di ogni cittadino non possono essere fonte di equivoci o divenire espressione di un sapere egoistico in quanto socialmente limitato. Esse devono invece manifestare il pregio della chiarezza, della trasparenza, del riconoscimento, anche ricordando quanto la fatica giurisdizionale ha accertato nell'interesse primario del sapere collettivo. (...) Le parole (...) sono state anche esempio di adeguatezza comunicativa: hanno assolto al dovere di comprensibilità verso chi ha meno presidi cluturali [le sue sì, le vostre magari un po' meno, signori ;-)], senza abbassare il sentimento di autentica giustizia che troppe volte viene eluso preferendo la comodità del linguaggio autoreferenziale dei pochi, insensibile al desiderio di conoscere e crescere culturalmente dei molti. Il suo discorso non ha seguito la celebrazione del "mito"... (...). Il discorso di Roberto Scarpinato, a nostro parere, merita di essere diffuso, nelle istituzioni e nelle scuole, tra i cittadini onesti ed impegnati. A titolo di merito per chi ha ricordato un pezzo della nostra storia con la credibilità del proprio passato. (...) C'è necessità di parlare con quella che i Greci chiamavano parresia, ovvero con la libertà e il dovere morale di chi non teme di urtare la suscettibilità di alcuno perché non prevede di aver benefici o debiti nei confronti del Potere. (...)".
Ecco, se dovessi spiegare perché io me ne voglio andare da questo paese, oltre a ragioni professionali non poi così aliene da una certa "mafiosità" in senso lato, il contesto culturale delineato dai magistrati in questa lettera ne spiega la maggior parte. Il degrado progressivo e costante del vivere comune. Le sopraffazioni piccole e grandi. La necessità sempre violata di una giustizia che è anche sapere collettivo, coscienza, memoria, storia, cui tutti devono poter arrivare.
E inoltre, francamente, io non voglio vivere dove le persone scomode vengono sciolte nell'acido. O seppellite nel cemento che ha distrutto gli aranceti della Conca d'oro per lasciar posto a casermoni disperati. Non voglio, quando vado al mercato rionale a comprare la verdura, parliamo di cucina sì, dover pagare i begli, innocenti, gustosi pomodoretti per la ricetta sfiziosa del blog del giorno a questo prezzo.
Tutto questo crea miseria nel nostro paese. Aumenta le storture sociali. Diminuisce le risorse anche per l'istruzione, la cultura, la ricerca, perché fa sì che una massa sempre più grande di gente diventi sempre più povera, non potendo lavorare né produrre reddito in un'Italia dominata da pizzo e ricatti. E la miseria aumenta l'ignoranza e l'ignoranza la sudditanza. Spesso quando dico che voglio emigrare per sempre, la risposta che mi arriva è: "Eh, ma se tutti se ne vanno come si fa a..." Ecco, magari si può cominciare col non lasciare soli chi qualcosa fa, e non si limita a esortare. Per questo, io, ho aderito alla lettera dei magistrati. E ovviamente non ho fatto niente. Solo un click.
sabato 11 agosto 2012
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E sai cosa balza agli occhi, ogni volta che in Italia ci si torna?
RispondiEliminaChe un po' sia ormai senza speranza...
W i click, quando servono a qualcosa!
click, vero :)
RispondiElimina@Stefania e Barbara: Grazie.
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