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Toulouse en érasmienne

sabato 10 maggio 2014

Il ritorno

E l'inevitabile malinconia. Brutti pensieri e brutti ricordi.
Tanto sole, gelati e mozzarella. Non bastano. La sera tutto da risistemare o da ritirare fuori dagli armadi. Riscoprire.
Presto, un paio di tacchi pronti per domani. Alti e sottili. Primaverili. A pois. Coi laccetti, ovvio.
Perché come diceva una  nonna assai simpatica di un'amica di penna: "Qualsiasi cosa avvicini al cielo dovrebbe essere obbligatoria".
Per qualche ora ritrovo una biblioteca per me e un lavoro da sistemare che ancora non prende forma.
E nel frattempo, mi viene voglia di incollare queste righe. Prese da un sito sulfureo scoperto per caso. Ma non sempre e necessariamente stupido.

"Mentre infatti si sono abbattuti i prezzi di tutti i generi voluttuari, secondari e di consumo, sono aumentati a dismisura tutti quei beni e servizi legati al concetto di Stato sociale e di intervento pubblico nell’economia. A fronte di una diminuzione del 40 o anche dell’80% del valore economico di televisori, computer, automobili, cellulari, giocattoli o anche servizi inerenti alla “cura per la persona”, sono aumentati specularmente (dunque anche con punte dell’80%) le spese di scuole e università, degli asili nido, delle spese sanitarie e del cibo salutare, dei trasporti, ecc… Insomma, se la media statistica continua ad aggirarsi intorno all’1,5%, la realtà fotografa al contrario un’inflazione gestita come strumento di classe, per scaricare, sulle spalle di chi ha necessità dell’intervento statale per uscire da condizioni di povertà, il prezzo di una contrazione dei consumi che altrimenti avrebbe determinato una caduta più che tendenziale del profitto privato.
Questo fenomeno inoltre è alla base della falsa percezione del proprio status socio-economico di parte importante della popolazione. Senza una casa, senza accesso a sanità e istruzione garantita pubblicamente, senza possibilità di accedere ai servizi essenziali e necessari, ma in possesso dell’ultimo ritrovato tecnologico o del paio di scarpe alla moda, la percezione comune è quella di appartenere comunque ad un ceto medio diffuso, ad una condizione economica in fin dei conti invidiabile e privilegiata. Trasformare i beni superflui in prima necessità, e di converso combattere ideologicamente la natura di “servizio pubblico” e di bene di prima necessità, ha prodotto dunque anche un problema culturale per cui larga parte della popolazione difficilmente si penserà parte di una classe subalterna, quanto piuttosto la propaggine impoverita di una classe al comando e solo temporaneamente in difficoltà economica."
Nota: Si tratta dell'analisi, di un grafico dei prezzi elaborato dal Bureau of Labour Statistics, ufficio statistico del governo USA. Questo ufficio non è l'autore dell'analisi.

12 commenti:

  1. Ma come cazzo di fa a scrivere un post che parla di tacchi?! Bisogna avere proprio il cervello bacato. E completamente marcio.

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    1. Proprio vero che non solo tacchi ma nemmeno una scala alta quanto la Tour Eifel avvicinerebbero l'intelletto alla scatola cranica di chi si diverte a commentare per provocare..basso profilo? No, un bel TACER non fu mai SCRITTO direbbe il Padre Dante.

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  2. Ciao Pellegrina, mi sono ri letta un po' di tuoi post ..Che belli, che bello sentir parlare di Oxford, della Francia, e della tua vita.
    Ciao
    Cinzia.
    ps...non ragioniam di lor..

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  3. il possesso dell'ultimo ritrovato tecnologico, il potersi togliere lo sfizio per l'ultima it bag del momento, vacanze ai tropici, ..."panem et circenses"... e intanto tutto il resto crolla governato da personaggi senza scrupoli con l'unico intento di farci credere che stiamo bene e la conferma ce la dà il nostro cellulare ( anche se,ammetto, è riduttivo chiamarlo così, ) con la mela , che lampeggia ricco di notifiche di FB : che tristezza !!

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    1. Pensare che c'è persino che si azzuffa sulle notifiche fb. Per il resto che dire: è così, purtroppo.

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  4. Amarissima quanto veritiera affermazione. Ormai al cielo avvicina solo il telefono ultimo grido, e che importa se per pagarlo devo prendere un prestito...

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    1. Purtroppo sì, manca persino la fantasia di immaginare un modo diverso di farlo.

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  5. Il cielo a volte è più vicino di quel che si pensa e la tecnologia ce lo tiene solo lontano....
    Viva i tacchi e la voglia di *innalzarsi*.
    Baci
    Nora

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  6. ciao Pellegrina,
    ma quindi sei tornata in Italia? E adesso? Ti abbraccio e ti leggo, silenziosa spesso, ma presente

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