"Il coro di bambini dell'Opéra national de Paris recluta giovani cantanti di età tra i sei e gli undici anni. Inviate le vostre candidature fino a giugno."
Ma ve l'immaginate voi a Ciampino, o a Mostacciano, o in un'altra periferia italiana, una cosa del genere?
Un paese civile è anche questo.
In Francia i conservatori, presenti praticamente in ogni città, hanno spesso un coro aperto ai non professionisti e guidato dai professori.
Mentre a Milano, per esempio, si sono smantellati i civici cori, un'istituzione amatoriale di alto livello sostenuta dal Comune, che educava al canto e soprattutto alla sua pratica anche i non professionisti. Perché, perché, perché?
Ah, ma ovviamente, perché COSTAVANO.
Eppure, è a cose come queste che dovrebbe servire la spesa pubblica.
Questo il resto del bando:
Ogni anno la Maîtrise des Hauts-de-Seine, sostenuta dal Conseil général a partire dal 1985, recluta bambini dai sei agli undici anni appassionati di pratica vocale.
Nessuna preparazione né formazione musicale sono necessarie per presentarsi alle audizioni.
I bambini cantano in gruppo e poi individualmente dopo un breve colloquio.
i criteri principali sono:
la vivacità di spirito!, la motivazione!
la potenza e bellezza della voce
la qualità dell'orecchio (è pur sempre un coro professionale...)
(...)
Tutti i repertori saranno trattati adeguandosi all'età e alle capacità di ogni bambino, con una predilezione per la lirica.
Ma basta ricordare che tempo fa un ministro italiano dell'economia (Tremonti) disse che con la cultura non si mangia! E invece, essendo l'Italia uno scrigno di beni artistici e culturali di valore inestimabile riconosciuto da tutto il mondo, investire in cultura dovrebbe essere il primo impegno nei programmi di governo. Purtroppo noi siamo abituati a valutare i risultati immediati e non quelli ottenibili in tempi medi o lunghi.
RispondiEliminaSi' e' una mentalita' aziendale, vede a tre mesi...
EliminaQuanto hai ragione, pellegrina.... il quarter ha ucciso qualunque lungimiranza
EliminaBeh, no. Questa non te la passo....
RispondiEliminaPer fortuna questa sana usanza a milano è rimasta (vedi qui: http://www.fondazionemilano.eu/musica/)
Ci sono i civici cori, parte della civica scuola di musica. Basta? Io credo di no, ma è meglio del nulla assoluto.
Di sicuro con la quantità e qualità di espressioni artistiche che possediamo potremmo fare molto ma molto di più in Italia, ma almeno non denigriamo le poche cose che ancora funzionano.
Beh, tanto meglio se ci sono ancora. Un amico che ci canta da anni era disperato per la loro soppressione... Certo che è una gran cosa. A Roma non ci sono neppure quelli!
EliminaLeggere queste righe per chi per un certo periodo della propria vita ha vissuto e creduto di poter fare della musica il proprio destino, è una sofferenza incredibile. Se ho deciso di appendere lo strumento al chiodo è per svariate ragioni tra cui quella che vivo nel paese della musica, dove la musica è morta. Ma siccome mi sento cittadina del mondo inside, leggere questo tuo post mi fa anche aumentare i battiti del cuore, mi fa ridere gli occhi e la pancia, mi fa sentire felice come quando la musica la facevo davvero. E se per bambini vivaci, motivati e di talento c'è ancora spazio, anche se non qui, evviva la musica forever. Grazie cara per la condivisione.
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