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Toulouse en érasmienne

martedì 29 aprile 2014

Avis au jeunes chanteurs

La biblioteca del villaggio ha in home page questo avviso:
"Il coro di bambini dell'Opéra national de Paris recluta giovani cantanti di età tra i sei e gli undici anni. Inviate le vostre candidature fino a giugno."
Ma ve l'immaginate voi a Ciampino, o a Mostacciano, o in un'altra periferia italiana, una cosa del genere?
Un paese civile è anche questo.
In Francia i conservatori, presenti praticamente in ogni città, hanno spesso un coro aperto ai non professionisti e guidato dai professori.
Mentre a Milano, per esempio, si sono smantellati i civici cori, un'istituzione amatoriale di alto livello sostenuta dal Comune, che educava al canto e soprattutto alla sua pratica anche i non professionisti. Perché, perché, perché?
Ah, ma ovviamente, perché COSTAVANO.
Eppure, è a cose come queste che dovrebbe servire la spesa pubblica.


Questo il resto del bando:
Ogni anno la  Maîtrise des Hauts-de-Seine, sostenuta dal Conseil général a partire dal 1985, recluta bambini dai sei agli undici anni appassionati di pratica vocale.
Nessuna preparazione né formazione musicale sono  necessarie per presentarsi alle audizioni.
I bambini cantano in gruppo e poi individualmente dopo un breve colloquio. 
i criteri principali sono:
la vivacità di spirito!, la motivazione!
la potenza e bellezza della voce
la qualità dell'orecchio (è pur sempre un coro professionale...)
(...)
Tutti i repertori saranno trattati adeguandosi all'età e alle capacità di ogni bambino, con una predilezione per la lirica.

6 commenti:

  1. Ma basta ricordare che tempo fa un ministro italiano dell'economia (Tremonti) disse che con la cultura non si mangia! E invece, essendo l'Italia uno scrigno di beni artistici e culturali di valore inestimabile riconosciuto da tutto il mondo, investire in cultura dovrebbe essere il primo impegno nei programmi di governo. Purtroppo noi siamo abituati a valutare i risultati immediati e non quelli ottenibili in tempi medi o lunghi.

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    1. Si' e' una mentalita' aziendale, vede a tre mesi...

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    2. Quanto hai ragione, pellegrina.... il quarter ha ucciso qualunque lungimiranza

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  2. Beh, no. Questa non te la passo....
    Per fortuna questa sana usanza a milano è rimasta (vedi qui: http://www.fondazionemilano.eu/musica/)

    Ci sono i civici cori, parte della civica scuola di musica. Basta? Io credo di no, ma è meglio del nulla assoluto.
    Di sicuro con la quantità e qualità di espressioni artistiche che possediamo potremmo fare molto ma molto di più in Italia, ma almeno non denigriamo le poche cose che ancora funzionano.

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    1. Beh, tanto meglio se ci sono ancora. Un amico che ci canta da anni era disperato per la loro soppressione... Certo che è una gran cosa. A Roma non ci sono neppure quelli!

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  3. Leggere queste righe per chi per un certo periodo della propria vita ha vissuto e creduto di poter fare della musica il proprio destino, è una sofferenza incredibile. Se ho deciso di appendere lo strumento al chiodo è per svariate ragioni tra cui quella che vivo nel paese della musica, dove la musica è morta. Ma siccome mi sento cittadina del mondo inside, leggere questo tuo post mi fa anche aumentare i battiti del cuore, mi fa ridere gli occhi e la pancia, mi fa sentire felice come quando la musica la facevo davvero. E se per bambini vivaci, motivati e di talento c'è ancora spazio, anche se non qui, evviva la musica forever. Grazie cara per la condivisione.

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