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per gli scribi

Toulouse en érasmienne

venerdì 12 febbraio 2016

Fermare le onde

Così.
O per farsi un'idea, qui.
Un po' di storia qui.
Colonna sonora.

12 commenti:

  1. Io di queste cose ci capisco poco, ma rimango sempre più meravigliato del genio straordinario di Einstein!

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    1. Caro Andrea credo che anche diversi laureati in fisica non capiscano realmente la teoria della relatività. Quindi possiamo stare tranquilli. L'importante è non perdere la curiosità di capire come e perché funzionano le cose...
      Certo Einstein era una di quelle rare persone davanti alla quale fanno difetti gli aggettivi.

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  2. 100 anni fa Einstein ne parlò...ma anche Battiato mica scherzava! :D
    Queste cose mi emozionano oltre maniera ed acuiscono la mia percezione di granello di polvere.
    Un abbraccio mia cara.

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    1. :-).
      Hanno sempre emozionato anche me, perché l'idea di capire come funziona la trovo rassicurante e oltremodo eccitante! Un abbraccio anche a te, lassù tra i colli e le torri.

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    2. Comunque trovo straordinaria quest'idea di rilevare l'onda dal suo fruscio, che nella realtà dev'essere stato un botto inimmaginabile!

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    3. Beh, no, non è il suo fruscio, quella è una resa per far capire...
      L'onda gravitazionale è stata rilevata mediante gli interferometri, che in sostanza misurano le deformazioni della materia causate dal passaggio dell'onda gravitazionale (è molto più complicato di così, ma pazienza).
      Ad ogni modo, ancora una volta il buon vecchio Einstein ha fatto una congettura che poi si è dimostrata perfetta alla prova sperimentale (non è la prima volta: infatti la dimostrazione della curvatura spazio-tempo fatta dalla presenza della massa venne dimostrata con una famosa misurazione della posizione di una stella durante un'eclisse di sole. Questa stella, visivamente molto prossima al disco solare, risultava spostata rispetto alla sua posizione abituale, proprio perché il sole deviava la luce proveniente da essa, o meglio, deformava lo spazio tempo che la luce percorreva), e la perfezione delle deduzioni dalla sua teoria della relatività continuano ad affascinare, così come l'apparente semplicità del presupposto che ne sta alla base.

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    4. Allora c'è stato il solito articolo cretino di divulgazione che ho letto e che si spiegava male. Recitava più o meno: "sono state sentite".
      Invece il passaggio che illustri tu mi era abbastanza chiaro. Il passaggio intendo, le sue implicazioni un po' (molto) meno.
      Einstein era Einstein indubbiamente. L'eclissi in questione mi pare fosse in Patagonia, comunque direi nell'emisfero australe. Ci sono delle foto abbastanza commoventi, di un gruppetto di matti che provano gli strumenti, lui scapigliato compreso.

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    5. Non ricordo le foto, ma mi sembra poco probabile che abbia partecipato all'esperimento: non faceva parte del suo atteggiamento mentale. Einstein aborriva la fisica sperimentale: per lui la fisica era speculazione, ragionamento. Non credo abbia mai fatto un solo esperimento, ma ideati tanti, realizzabili o ideali (il famosissimo esperimento ideale del segnale luminoso emesso ai due estremi del treno che corre a velocità prossima a quella della luce, ad esempio).
      Ma presente o no in Patagonia, non cambia nulla: è straordinario come tutto quello che deriva dalla relatività Einsteiniana nasca da quello che oggi si chiama un pensiero laterale, ossia distruggere un assunto considerato inamovibile per ricostruire un concetto che spieghi di più di quello che finora si era considerato. D'altronde, pensare che il tempo non sia un assoluto immutabile è veramente al di la della percezione quotidiana della realtà....

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    6. Mi pare proprio che ci fosse, quella volta, ma d'altra parte non è poi vitale. Il pensiero laterale è l'essenza della scoperta!

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    7. Sono vecchio abbastanza per aver conosciuto ricercatori che sono stati allievi di collaboratori di Einstein. Il mio professore di gasdinamica era stato allievo di Levi-Civita, che aveva collaborato con Einstein per costruire una nuova branca della matematica, il calcolo tensoriale. Una cosa così ermetica che le poche volte che l'ho utilizzata spendevo più tempo a chiedermi se stavo sbagliando qualcosa piuttosto che concentrarmi sul problema che dovevo risolvere... Beh, quel ramo della matematica è, per me, una foto ben descrittiva di quello che era il ricercatore Einstein: uno che non aveva bisogno di verifiche sperimentali dei suoi ragionamenti, perché questi erano perfette deduzioni delle ipotesi di partenza.

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  3. grazie per i link, appena ho un attimo di concentrazione me li leggo... mi devo sforzare un pochino

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