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Toulouse en érasmienne

giovedì 5 gennaio 2017

... e realizzazioni.

S'intende, dei preparativi del post precedente.

Era la prima volta che facevo una polenta carbonera, come la chiamano dalle mie parti, da dove mi hanno mandato ovviamente una ricetta di famiglia. Spesso sono gli uomini a fare la polenta, sia perché si tratta di trisarla, sia perché è piatto da grandi gruppi quindi si fa in quantità e a maggior ragione ci vuole un energumeno che sappia rimestare come si deve il paiolo sobbollente. Fatto sta che questa ricetta viene da un uomo, trascritta da una donna, ricopiata da una popa e spedita da un secondo uomo. Mezzo paese mobilitato per lei.
Ho usato le farine locali che compro l'estate, non precotte, e devo dire che ne vale la pena. Sono molto più profumate e aromatiche e la fatica non è poi così temibile. Ci vogliono circa quaranta minuti perché cuocia, ma se si ha una buona pentola dal fondo spesso non è nemmeno indispensabile sorvegliarla come una crema pasticciera - secondo me infinitamente più noiosa e rischiosa da fare a mano.
Ho applicato qualche variante, aumentando un poì il saraceno (450 mais e 100 saraceno), dimezzando il burro, utilizzando 3 salamelle al posto di cinque (e devo dire che una quarta però non avrebbe guastato). Il risultato è in equilibrio: diminuire ancora lo avrebbe reso insipido. Le dosi trentine però sono accettabili solo dopo una mattina di sci o 12 ore di trekking!
Consiglio vivamente l'aggiunta di chiodi di garofano e cannella abbondanti nel soffritto. L'ho visto fare con risultati di un profumo e un sapore ineguagliabili.

Poi mela farcita alle castagne con cioccolato fuso, panettoni e frutta al vino.
Buon anno.

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