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Toulouse en érasmienne

venerdì 16 giugno 2017

London's burning (XVII, non XX)

Proprio di corsa e con poca conoscenza delle dinamiche, lo ammetto.
Sono decisamente stufa di sentire gente che prega per degli sconosciuti, o meglio che lo fa sapere a tutto il mondo e morta lì, fatalità. Se uno vuol pregare, preghi nella sua intimità, ne ha il diritto, si tratta di fatti personali. Al massimo contatti una delle organizzazioni che si occupano dei sopravvissuti per comunicarglielo.
Ma pregare è un modo di reagire paralizzandosi davanti agli eventi del mondo. Un esorcismo. Non siamo più nel XVII secolo. Ma sono ancora i quartieri popolari a bruciare*, in questo caso un edificio delle case popolari. E il rogo annunciato di un grattacielo di ventiquattro piani, cioè nemmeno enorme, in una capitale europea tra le più ricche del pianeta, non sotto a un bombardamento, senza che si riescano a tirare fuori gli abitanti prima di lasciarli soffocare dal fumo e ardere dalle fiamme, non richiede preghiere pubbliche, ma ricerca delle cause, individuazione della prevenzione, applicazione della medesima e prevedibilmente lotta contro coloro che non mancheranno di fare osservare che "costa troppo".
Eccchediamine!
E non mi rompete le orecchie con il rispetto, non ci provate proprio, sepolcri imbiancati. Il rispetto in questi casi è uno solo: evitare che il massacro si ripeta. Per fare ciò bisogna capire, decidere e agire. Quindi bisogna innanzitutto parlare. Non il silenzio, mai il silenzio. Il silenzio fine a sé stesso è un insulto, non è rispetto. Il silenzio ributta ogni cosa nella solitudine e nella debolezza dell'individuo che richiude in sé l'angoscia e l'impotenza senza elaborarle.
Il silenzio in casi come questi serve a chi non vuol discutere perché ha paura (o perché non ha voglia di essere disturbato nelle sue certezze routinarie) di non poter controllare la discussione.

P.S.: la cosa non cambia aspetto qualunque sia stata la causa scatenante dell'incendio. Come è possibile in una situazione di pace che non fossero previste vie di fuga in caso di incendio, se sì perché non hanno funzionato, come non sia stato possibile evacuare le persone magari in altro modo dalle finestre o dal tetto in ore e ore di incendio (alcuni si sarebbero salvati perché si sono buttati giù per le scale malgrado i pompieri gli avessero detto di restare in casa altri invece sono rimasti e morti**), come mai si sia propagato il fuoco senza trovare barriere e così via.
Insomma tutto ma non immobilizzarsi in un rituale che là dove bisognerebbe pensare fugge e abbatte ogni azione nell'irrazionale!

*"Aucune de ces contraintes en Grande-Bretagne. «L’analyse de la sécurité se fait projet par projet», a expliqué Jean-Charles Du Bellay à Batiactu. «Pour chaque bâtiment, est nommé un "préventeur incendie" qui analyse le risque. L’un des défauts de cette manière de faire, c’est que sur des ouvrages bon marché, il n’y a pas forcément d’ingénieurs missionnés pour cette tâche.»" Libération, 15 giugno 2017

Il fuoco si propaga con estrema rapidità intorno a tutto l'edificio.

Telegraph: la regolamentazione diviene sempre più permissiva negli anni '80 mentre i controlli sono sempre di meno
Until 1986 all buildings in London fell under the London Building Acts which ensured that external walls must have at least one hour of fire resistance to prevent flames from spreading between flats or entering inside.
But that stipulation was scrapped and from the mid 80s materials on outer walls did not have to be non-combustible, allowing builders to start installing dangerous cladding despite warnings from fire safety chiefs. There hasn’t been a review for 11 years, and since then we have had significant fires both in Britain and abroad, which have been caused by new building materials and lack of risk assessments. 
** The public anger was fuelled by an emerging picture of failings surrounding the safety in the building, including allegations that fire doors had not been fitted, which the police and fire brigade said would form part of their investigation. 
Two separate sources have told The Telegraph that not all the front doors in the tower block were fire-proofed. This is hugely significant because official fire brigade advice to stay put in the event of a fire is based on fire doors offering protection to residents told not to leave the building. Sidani Atmani, 41, said his neighbour on the 15th floor, a man he knew as Stephen, died because he had followed fire brigade instructions to stay in his flat.
“A lot of people died because of what they were told to do,” he said. “It was horrible.”
If there were a lack of fire doors that might also help to explain why the fire spread so rapidly through the building rather than being 'compartmentalised'. RBKC declined to comment as did the management company.
24 ricoverati circa 50 dimessi, trenta nei centri di soccorso, su un grattacielo che ospitava tra 4 a 600 persone. I volontari non riescono a distribuire gli aiuti perché nessuno pare sapere dove siano i sopravvissuti. Si vorrebbe sbagliare pensando che se nessuno sa dove siano trecento persone forse è perché non ce ne sono molti altri. 
Si pensa di evacuare altri grattacieli degli anni '70, ma il problema non era il grattacielo in sé, bensi' pare l'uso di un materiale isolante a rischio.  Si spera che non si verifichino speculazioni immobiliari: i grattacieli di case popolari dell'epoca sono oggi in quartieri ricchi e ricercati. Evacuarli per abbatterli, eliminando la presenza popolare da queste zone potrebbe aprire la strada a costruzioni costose per ricchi e alla deportazione dei ceti sfavoriti dai nuovi quartieri chic.

E comunque: avevamo il modo di fare case di pietra e mattoni, non più di legno. Perché diavolo abbiamo dvuto metterci a farle di plastica?


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