Oggi

"Data">Data Rivoluzionaria

pellegrinablog,chiocciolaquindi,gmail.com

per gli scribi

Toulouse en érasmienne

sabato 7 marzo 2020

E figurarsi se non ci dovevamo tornare, alla selezione « tedesca »

Ovvio: bisogna abituarsi. Abituarsi a credere che siccome siamo nell’emergenza, l’emergenza impone la scelta di chi mandare in rianimazione e chi no. Facciamolo dire a un’associazione di medici che così fa scienza e coscienza.

Dio santo: stiamo parlando di una polmonite, non del flagello divino.

Non pensiamo ai posti letto tagliati dagli anni ‘80 a oggi, per ubbidire alle sane regole dell’Unione europea e del taglio della spesa pubblica.
Non pensiamo ai tagli del personale, sempre spesa pubblica, che hanno reso oggi così scarsi medici e infermieri da far richiamare pensionati e oberare di lavoro chi è in servizio, fino a farlo esaurire di stanchezza.
Non pensiamo al taglio delle borse di specializzazione a numero chiuso, che tarpa da anni tanti neolaureati che vorrebbero essere medici specialisti.
Non pensiamo ai tagli che i tronfi consulenti d’oltralpe hanno inciso sulla nostra spesa sanitaria, gloriandosene, fino a ridurre i livelli italiani quasi sotto ai minimi previsti dall’OMS.

No: flagelliamoci con l’idea del castigo divino, dell’essere che ha fatto il suo tempo e deve accettare sereno la sua mortalità, « come una volta » mentre la società di oggi la rifiuterebbe.
No: gettiamo, anzi rigettiamo quei corpi nell’inferno dei propri polmoni a soffocare la propria vita, ché il pareggio di bilancio l’esige, le regole, gli standard, i protocolli.
L’imbecillità di chi dice sempre di sì.
No: trastulliamoci con idee di finta libertà sulla gestione della propria vita, come se la maniera stessa di affrontare la malattia e la morte non fossero anzitutto profondamente condizionate dalla situazione sociale ed economica degli individui.
No: pensiamo che sacrificare i vecchi, i deboli, i malati, sia un olocausto necessario in una situazione supposta di risorse scarse, in un paese ancora tra i più ricchi del mondo.

No, non è necessario fare un triage sulla base delle aspettative di sopravvivenza.
No, non è l’unica scelta possibile.
No, questa emergenza non è inevitabile.
No, qui è questione di spendere tutti i soldi che servono per garantire letti, personale, strutture.
No, regione Lombardia, forse è il tuo modello di celeste privatizzazione selvaggia che sta portando alla morte i tuoi abitanti.

No, noi non dobbiamo chiedere il permesso a nessuno per stanziare tutto cio’ che serve a garantire un diritto umano: quello alla salute e alle cure.
No, non dobbiamo sottometterci a un mazzo di pazzi assetati di denaro a prezzo di morte, come è avvenuto in Grecia.

No, nessuno ha il diritto di impedirci di farlo.
Nessuno.
No, non è a questo principio che dobbiamo informare le nostre scelte.
No, mai.

Nessun commento:

Posta un commento