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Toulouse en érasmienne

venerdì 23 ottobre 2020

Concedersi la vista e un thé

 Seduti in uno dei posti che mi rasserenano di più quando esco dalle biblioteche.

Questa stagione è la più bella a Parigi. Se proprio si dovesse fare una scelta. Gli alberi sono già dorati e con il grigio nuvoloso del mattino sono cromaticamente perfetti.


Domenica andrò a caccia di foto, che vorrei tanto postare ma non posso perché il telefono che ho infine comprato non funziona in Francia. Praticamente ho comprato una macchina fotografica pesante e ingombrante che non serve ad altro, se si vuole fare un ingrandimento sgrana e non è nemmeno facile trovare una chiave usb per trasferire le foto e postarle qui come avrei voluto. Ah, ma basta non volere le grandi marche per ostentazione consumistica e le cose funzionano lo stesso e costano meno. Oppure comprare usato... bisogna accontentarsi...

Eccome!

Con gli smartphone che per principio amo poco, non ho mai avuto la mano felice. Mi hanno regalato un iPhone giustamente piccolo e ricondizionato. Andava bene, ma dopo sei mesi è esplosa la batteria, portando con sé un paio di centinaia di foto. Allora, dopo avere giurato mai più, in attesa che cali di prezzo il telefono che finalmente si piega, ne ho comprato un altro per « soli » 185 euro. Era il primo telefono che compravo di persona, me li hanno regalati tutti, nuovi o riciclati. La speranza era un forfait a ricarica con tariffa uguale per Francia e Italia, una macchina fotografica e uno scanner tutto in uno, che mi permettesse di sospendere per un po’ l’uso e il forfait del telefonino vecchio ma indistruttibile che in rete non ci andrà mai. Ma quello nuovo ama la Francia quanto io l’Italia e lui con i gestori francesi non ci parla. Tiè.

A nulla è valso andare in uno di quei negozi che promettono di smontare e rimontare un telefono da cima a fondo. Tenuti generalmente da oriundi arabi (non sono capace di distinguerli meglio) trovano qualsiasi cosa o quasi e sormontano qualsiasi inghippo. O quasi. Il tipo, molto gentile, è riuscito a scovare un nuovo caricatore per il mio prezioso nokietto che andava in deliquio ogni due ore, mi ha suggerito indirizzi dove spacciano ancora le batterie dei vecchi Nokia per poveri e per amatori.

Ha armeggiato per dieci minuti sullo schermo, dopo averlo regolarmente disinfettato. Poi ha dovuto concludere: « Madame, delle volte i telefoni stranieri funzionano e delle volte no ». Eh.

Pazienza, la passeggiata sarà bella lo stesso. Ma ci voleva Parigi perché lo fosse.



La sera si avvicina. Meglio tornare a casa, dove pare riuscirò a restare ancora un po’, evitando di prendere freddo che domani ancora si torna qui dietro e si lavora.

4 commenti:

  1. Proprio oggi Fb mi ha riproposto delle foto che ho fatto a Parigi 6 anni fa in questi giorni. L'autunno a Parigi è meraviglioso, la luce è i colori bellissimi. Da allora per me l'autunno è quello.

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  2. Ora che ci penso, l'unica volta che sono stata a Parigi era proprio autunno ❤️🍁🍂🍄🌰🍷

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  3. D’autunno è incomparabile. Si pensa che la stagione migliore sia la primavera, ma, se è vero che qui la natura a primavera esplode con una forza mai vista, l’autunno e i suoi colori sono quelli davvero perfetti, in cui tutto si intona, cielo, pietre, architetture, materiali, natura con le sue foglie, che ahimé non vedrò troppo quest’anno perché, anche se per ora i parchi restano aperti, noi siamo tutti tristemente chiusi dentro.

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