La capra si è salvata perché sono riuscita a pubblicare un risotto nel giorno giusto.
I cavoli proviamo a traghettarli adesso. Come vuole il proverbio, è una soluzione macchinosa perché non siamo più di venerdì. Ma siccome già altri membri hanno pubblicato in mezzo alla settimana, forse chissà anche io potrò guidare la mia barchetta di foglie di cavolo verso l’altra sponda con tutto il suo carico.
Questo riso prevede una sola verdura che è il cavoletto di Bruxelles. Di solito non amo affastellare ingredienti e cucino sempre per sottrazione, quella di ieri è stata un’eccezione.
Riso capra e cavoli
2 pugni di riso
6-7 cavoletti di Bruxelles piccoli o più se piace
1 pezzetto di cipolla
Brodo di verdura classico
1 cucchiaio scarso di robiola di capra
Miele, 1/2 cucchiaino
1 spruzzata di vino bianco
1 nocciola di burro
Mettere nel congelatore il miele.
Tagliare i cavoletti a metà, sciacquarli e lessarli in acqua salata. Dimezzarli è importante perché fa perdere quasi completamente l’amarognolo e l’odore intenso ai cavoletti.
Crogiolare la cipolla tritata nel burro, unire il riso, poi i cavoletti ben scolati. Spruzzare con il vino, portare a cottura con il brodo ben caldo.
Mantecare con il formaggio di capra. E qui si apre la questione. Il formaggio avrebbe dovuto essere la bûche de chèvre, comunissimo in Francia ma che a Roma non si trova facilmente. Il solo prodotto caprino morbido che abbia trovato era una robiola pescata in un negozio bio. La robiola ha però sempre una punta di acido che non mi convinceva in abbinamento al possibile amaro dei cavoletti. Come salvare la capra? Ho ripensato al trucco che avevo letto nel libro su cui ho imparato a cucinare a proposito della salsa di pomodoro: aggiungere un cucchiaino di zucchero. Già attratta all’idea della mantecatura con il miele ghiacciato ho iniziato a mangiucchiare i tre mieli che avevo in casa con i cavoletti, per scegliere poi quello più ceroso e bianco, quindi più neutro (il miele di castagno, il mio preferito, si è impetuosamente ribellato).
Ovviamente alla fine non si sente molto, dato che come ingrediente serviva solo a temperare l’acidità di un altro. Giurerei che però una sfumatura profumata la dà.
Questo vasetto di miele mi è caro perché mi è stato regalato in un negozio di mieli a rue Daguerre il giorno del mio compleanno, il 31 dicembre scorso, in un momento per me difficile, non ancora superato, uno di quei momenti in cui ogni gesto di gentilezza scalda il cuore e può riportare il sorriso. Il negozio conserva il miele in « tini » da cui si attinge alla spina. Era il mio primo acquisto e la commessa mi ha spiegato che avevo diritto a un regalino, che era questo.
Non andrà come per il villaggio: riuscirai a riparare il tubo e tutta questa follia acquisterà un significato. Per quello che vale, io faccio il tifo per te.
RispondiEliminaOttimo lo spunto del risotto ( ti ho già detto che amo i risotti, vero?)
Questa ricetta mi sembra buonissima e l'idea del miele congelato è sicuramente utile a bilanciare i sapori.
RispondiEliminaUn saluto