Le giornate sono meravigliosamente calde. Ma in ufficio non batte mai il sole - il lato illuminato è riservato a quelli importanti, anche se ci passano un quarto del tempo nostro, se va bene - ed è buio freddo e quindi triste. Soprattutto la mattina che è la maggior parte del mio orario.
Morale ieri sera torno a casa con un bel mal di gola, squassata da brividi e tutta intontita. Il raffreddore per me finisce nel 90% dei casi attaccata agli antibiotici, malgrado tutte le ramanzine sui virus e le medicine inutili, altrimenti non se ne va.
Passo la notte a tossire, e stamattina inizia la corvée burocratica. Noi dipendenti pubblici si sa siamo da sorvegliare e punire per definizione unanime e bipartisan, da Berlusconi, Brunetta, Grillo, Monti, Cottarelli Dalla Vedova e tutta l’infâme +Europa che si porta dietro, a chi pubblicizzando la propria superiorità morale mai ha pensato di eliminare la normativa elaborata in merito da così repellenti personaggi. La nostra colpa principale è di essere un po’ meno ricattabili degli altri, quelli cui sono stati regalati il JA, i cococo dell’amato Prodi, la Biagi ecc.
Nel luogo vomitevole in cui lavoro una dirigenza inutile inetta incapace e misera ha deciso di rendere le cose più vessatorie possibili. In casi così ci si somma ovviamente la sfiga.
Riesco a comunicare la malattia solo tardi e per paura che sia troppo tardi avviso prima del problema causa del disguido non solo l’ufficio, ma pure il personale. Il quale mi dice di scrivere a una casella anonima per comunicare il contrattempo.
Poi il disguido per fortuna si risolve e riesco a espletare la procedura. Val la pena di dire che è la prima volta che mi capita da quando lavoro e stiamo parlando di decenni.
Poco dopo la casella anonima mi risponde, anonimamente, per dirmi che ho inserito tardi la malattia - vero - e per informarmi che nei permessi retribuiti (quelli per visita medica o urgenze familiari) da me richiesti ci sono due casi che non vanno bene perché trattandosi di permessi in entrata vanno calcolati dall’inizio dell’orario di entrata, che è flessibile - anziché come qualunque persona normale farebbe e come io e tutti abbiamo sempre fatto senza che nessuno ci trovi da ridire - dalla fine della flessibilità in entrata. Quindi i permessi da me chiesti verranno ricalcolati a partire dall‘inizio dell’orario, togliendoli cioè dalle ore del monte ancora a mia disposizione. Siccome lo stile è il tutto anonimo la casella non fa riferimento a nessuna norma che stabilisca quanto mi ha appena imposto.
Io, che già ho la nausea perché mi sento malissimo, ho solo voglia di vomitare. A quanto ammontano i permessi così richiesti? A due in dieci mesi, entrambi per meno di un’ora e per mesi che sono già stati calcolati come a posto con le presenze. Mi viene così sottratto il diritto di avere bisogno di un permesso retribuito per tre ore, dato che la flessibilità in entrata è di un’ora e mezza. Tre ore preziose per me in caso di bisogno, ma che non è detto avrei utilizzato. Tre ore totalmente insignificanti per l’amministrazione. Tre ore che rappresentano una vendetta perpetrata per nulla e sulla base di nulla su una persona che sta male, sia pure in modo non tragico, che si è trovata in difficoltà e ha cercato di mostrare la sua buona fede e nient’altro. Tre ore di meschinità gratuita che seppur meno gravi mi ricordano lo squallore senza fine di chi viene sospeso per avere mangiato uno scarto di mortadella alla luce del sole.
Sento un rumore di tuono.
Quando si dice saper motivare il personale.
Per queste cose ci sono (ancora) i sindacati. L'intera cosa puzza di illegalità lontano un km
RispondiEliminaVedremo. Purtroppo i sindacati sono totalmente proni all’attuale mediocrissima dirigenza.
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