Vuoto nel cervello. Ma di quello positivo, per cui si è semplicemente esausti e le cellule tentano di rimettersi in piedi.
Non posso dire di aver imparato la lezione, non mi spingo a tanto.
Ma dopo la disperazione di questo inverno, l'appuntamento con una scadenza affine, pur se molto più semplice da espletare (e ancora più impossibile da superare in realtà), non mi lasciava dormire sonni tranquilli da almeno un mese.
Sarei riuscita a non ripetere l'errore di sottovalutare tempi, e quello di sovrastimare le mie capacità? Avrei avuto la costanza di affrontare la paura che sempre mi prende quando devo preparare un dossier? Avrei capito emotivamente e trovato la forza di non rimandare per non affrontare l'ansia, come avevo fatto a dicembre?
Beh, non sono ancora perfetta :-)
Preferirei ancora diecimila volte riscrivere la Critica della ragion pura che redigere il più scarno dei curricula, riempire logorroicamente gli scaffali di una biblioteca che sbozzare un mezzo progetto.
Ma l'aver consegnato tutto, addirittura a mano, un quarto d'ora prima della scadenza che mi ero prefissa, ancora a diverse ore di distanza dalla data limite, e a un livello accettabilmente corretto (si spera) di realizzazione, piuttosto che quell'indecenza che avevo fatto a dicembre e su cui ho pianto per tre mesi, per me, è già una bella vittoria.
Su me stessa innanzitutto, sulla paura che mi ha già fatto fallire in tante occasioni, tante volte.
Certo, un po' di tempo l'ho perso. Certo qualche errore di calcolo l'ho fatto. Ma come ci si sente bene, adesso. Con la speranza di avere ancora altre occasioni per fare di meglio.
Devo proprio dirlo, pero'. In queste settimane di lotta con me stessa, ho spesso pensato alla ragazza con la S.
Al suo rigore, alla precisione, al senso del dovere, alla costanza anche nelle cose meno divertenti, alla sua forza, alla sua disciplina. Quando volevo rinviare mi immaginavo la sua faccia, il suo quaderno con le ricette perfettamente incollate lungo i margini, la sua mancanza di sbavature, e mi dicevo: "Cosa credi di fare? Non mi dirai che non vuoi fare i compiti, adesso. Il problrma è cominciare a mettere un passo dietro l'altro." Perché in effetti, cosi', l'angoscia passa, o almeno, man mano che si progredisce, diminuisce, si attenua. La coscienza si libera meglio che con qualsiasi trucco.
E da qui, ora, la ringrazio.
E vado a vedere se è rimasto ancora un biglietto per Phèdre, domani sera :-)
lunedì 15 aprile 2013
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Sono corsa subito a leggere, sperando si trattasse di quel che immaginavo...sono tanto, tanto contenta!
RispondiEliminaE non solo per quelle parole esageratamente generose delle ultime righe :-)
Grazie :-)! E le parole te le meriti tutte, amica mia lontana!
EliminaSpero sia un buon aiuto per restare a Parigi :)
RispondiEliminaIntanto, complimenti!
Grazie, in effetti se andasse a buon fine un aiuto potrebbe darlo. Un (bel) po' azzardato, ma meglio che niente!
EliminaParigi val ben una messa... disse qualcuno taaaanto tempo fa....
RispondiEliminaPer te sarà sicuramente valsa la fatica di non perderti dentro una fatica imposta.
Bello sapere che i progetti si spianano, le scadenze si rispettano, i sogni si avverano :-)
Goditi Parigi
Nora
Cara Nora, ci sarebbe davvero da pregare che si avverino, perché al momento nulla è più incerto che io possa tornare qui tra sei mesi, come avrei dovuto...
EliminaGrazie!
Mi sbatti in faccia la mia pigrizia...è una settimana che rimando il momento di sedermi di fronte al cv...
RispondiEliminaGuarda che ti capisco benissimo. Altro che pigrizia, è una cosa che più ansiogene non ce ne sono...
EliminaAllora sballo, negroni (in ogni senso) e relax!!
RispondiEliminaE' vero, davanti ad un "foglio bianco" l'angoscia arriva ad impossessarsi di te e rimandare diventa quasi una forma di autoprotezione, anche se poi non lo è perchè i pensieri tornano a convergere in quella direzione, spietati. Un passo dopo l'altro rappresentano invece il liberatorio scioglimento di un nodo, l'adempimento del proprio dovere e del proprio sapere e siamo proprio felici per te, per quel vuoto che adesso hai in testa, vuoto che sa di serenità. Sei molto critica con te stessa ed io lo stesso, a volte ci si sottovaluta e chi lo fa solitamente è perchè ha molte potenzialità.
RispondiEliminaBacioni e vorremmo inviarti una bottiglia di piemontesissimo Ruchè come dono virtuale, vino complesso e lento e unico. Difficile trovarlo perchè la sua produzione è limitata, ma siamo certi che lo ameresti.
Sabrina&Luca
Grazie del brindisi virtuale, sì, lo amerei moltissimo!
EliminaGrazie ancora più del vostro apprezzamento: sì, il processo che descrivete funziona esattamente così. Ma imparare a dominarlo, che fatica :-).
Pellegrina, non so bene esattamente a cosa tu ti riferisca in particolare, ma capisco che è un traguardo a cui tu sei arrivata, dopo impegno e fatica. E quindi brava, brava nel perseverare...anche magari pensando alla ragazza con la S,alle sue sempre originali ricette e alla sua caratura, che traspare dai suoi post come dai tuoi
RispondiEliminaUn abbraccio e grazie di passare a trovarmi, anche se io, invece, passo poco da tutti, purtroppo.
Un abbraccio
Cinzia
Cinzia, mi fa molto piacere avere tue notizie, qui :-). Grazie del tuo apprezzamento. Son cose che danno sempre forza, e ce n'è bisogno.
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