Happy Brexit

Oggi giornata insopportabile in ufficio. Test ipocriti, persone che non lavorano, mancanza di mezzi. Aspetto una risposta importante che non arriva. Solo una concentrazione difficile da raggiungere su poche pagine di studio mi offre qualche minuto di serenità. Esco seccata e annoiata, diciamo pure di pessimo umore. Spero di non passare in questo modo il fine settimana sarebbe un vero peccato lasciarsi sovrastare un solo minuto di libertà da questa roba.

Avevo dimenticato che fosse per oggi: dopo una campagna propagandistica indegna quanto quella di Confindustria sul referendum renziano, cioè UEiano, finalmente si inizia a rispettare il risultato di un referendum troppo a lungo rimasto in sospeso. Inizia un processo di transizione al termine del quale i rapporti con l’UE dovrebbero essere completamente rinegoziati e le sue mortifere “regole” non più applicabili.

A margine:

Northern Rail renationalised...by the Tories! https://t.co/asNfG5o8v8

— Socialist Appeal (@socialist_app) January 31, 2020

Cioè, finalmente il paese dove nacque lo stato sociale può riappropriarsi della propria politica economica. E magari decidere di non riaffidarla più a una Margareth Thatcher (I still etc.).
Gli auguro buona fortuna.

Pensa tu come sono messi male i Britannici: da oggi se ne strabattono di quello che dice la Merkel o Schäuble o chi per lui. Pensa tu

— Celso (@2631925) January 31, 2020

Deutsche Bank perde 5,3 miliardi nel 2019, oltre le attese https://t.co/ymO7Vi8wEy

— MilanoFinanza (@MilanoFinanza) January 30, 2020

La serata non è cosi’ malvagia. (:
(Per il lettore che ha commentato il post precedente: blogger non mi lascia più commentare sul mio blog per motivi incomprensibi, quindi rispondo qui. No, non mi trasferisco su twitter, anche per un motivo molto banale: non desidero comunicare a un software il mio numero di telefono.)