Un po’ pacchianotta ma funziona. Il direttore ha un’aria simpatica. Dirige con delicatezza e un filo di gigioneria che riesce a non far sembrare fuori posto. Io sono sempre perplessa all’idea di bearsi da fermi di nugae musicali che hanno un senso quando ci si balla su.
Le contraddanze di Beethoven e il Dinamen waltz sono quelle che mi hanno più convinto.
Il Danubio mi ricorda il nonno, che su ci ballava davvero e l’adorava. Era lui a farci ascoltare il concerto da Vienna tutti gli anni.
Sotto: décor decisamente più interessante. Eugène dans ses quartiers d’hiver.
mercoledì 1 gennaio 2020
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