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Toulouse en érasmienne

giovedì 2 aprile 2020

Risposte alle lettrici, in ordine di apparizione

Ho aspettato così a lungo a rispondere ai commenti che si informavano gentilmente del mio stato di salute che ormai meglio farlo con un post, dedicato specialmente a  qualche commentatore, anzi commentatrice:

Da 37,2 le matin:
Cara Cristina secondo me scrivere sui blog in questo momento è importantissimo, sia per chi scrive sia per chi legge. Per i primi perché le parole condivise sono sfogo e sollievo all'angoscia, per i secondi perché si può infine riannodare un tipo di scambio ben più profondo e soddisfacente che il meccanico e formale "mi piace" o gli insignificanti convenevoli cui ci hanno ahimé relegato i social con la loro comunicazione ripetitiva e elementare. Io dei blog avevo nostalgia e vederli riattivare mi fa sempre gran piacere. Magari il primo aprile! Peccato solo che non riesca quasi più a commentarne nessuno perché dall'ipad il mio account non viene più riconosciuto. Per riuscirci devo recuperare un vecchissimo pc mezzo rotto, senza batteria, con una connessione lentissima e scomodissimo da utilizzare.

Felice te che hai trovato del disinfettante da qualche parte. Qui l'alcool è scomparso, i gel pure e si trova solo un po' di candeggina che non si può usare ovunque, a partire da tessuti e alimenti. Così non posso nemmeno pulire se non con acqua e sapone, e se la cosa mi è indifferente per la casa, perché se quello che c'era dentro non mi ha ucciso finora dubito lo faccia in futuro, dato che qui i contagi aumentano di giorno in giorno, non è la stessa cosa per alimenti e oggetti che compro facendo la spesa, sulle cui superfici questa bestiaccia potrebbe sopravvivere per nove giorni, e che non so come trattare, non avendo nemmeno un ambiente dove lasciarli decantare un po', dato che la mia casa è minuscola, senza ingresso né cucina vera e propria.

Più o meno sono guarita e devo dire che non mi sento particolarmente depressa per essere confinata in casa, forse proprio perché sono decisamente infelice a Roma e in particolare sul lavoro che faccio qui, sia per cause professionali sia e molto di più per le condizioni ambientali, in primo luogo il paternalismo soffocante e ipocrita di una dirigenza che stigmatizza ogni iniziativa e cela sotto la cavillosità formale penalizzante per gli individui e paralizzante per il loro lavoro, la sostanziale e voluta inadempienza a tutto ciò che costi denaro e fatica. Quando mi sono ammalata e ho pensato che fosse corretto dirglielo, ho ricevuto telefonate rabbiose perché stavo per disturbare dio. Insomma, preferivano non sapere, neanche di un sospetto, pur di non dover prendere precauzioni e comprare le minime attrezzature necessarie (i gel, appunto), malgrado fossero entrambe obbligatorie. Malati di controllo fine a sé stesso, hanno fatto tutte le difficoltà possibili ai colleghi che non erano in malattia come me per metterli in lavoro a distanza, malgrado i DPCM, finché i sindacati hanno dovuto intervenire pesantemente. E lavoro in un'istituzione pubblica! Non oso immaginare cosa passino i dipendenti privati che vivono situazioni come queste, ammassati nei call center e nelle fabbriche, essenziali o meno, sapendo dei loro colleghi morti o ammalati.

Ho ben poco da rimpiangere fuori da queste mura, insomma, anzi esse finiscono per parere un rifugio, a volte.

Da Poco fa:
Cara Murasaki
Come spiegavo più su, commentare sul mio e gli altri blog richiede un'attrezzatura vetusta e complessa che non si rimette in marcia facilmente. Il mio ipad non ne vuole assolutamente sapere. Dio sa cosa vuole apple per potermelo permettere. Non so cosa accadrà il giorno che cederà le armi il vecchio e soprattutto rotto e zoppicante pc. Sono praticamente guarita, tranne qualche strascico un po' inquietante ma spero non serio; delle arance bio al mercato sotto casa ho approfittato e approfitto ancora, malgrado l'assurdità di ridurre gli orari di apertura che hanno finito con il coincidere con le mie ore di disponibilità lavorativa - vero colpo di genio della giunta regionale di Zingaretti, obbligando la gente a concentrarsi il sabato mattina, bisognava pensarci per concepirlo così bene, ma si sa, mica è come chiudere un ospedale in nome della "spending review", quello gli è riuscito decisamente meglio - ma la vera grande mancanza è che sono finite le zucche.


5 commenti:

  1. Grazie cara, questa corrispondenza mi è di conforto. Mi ricorda i tempi dei penfriends quando eravamo a scuola. Ops! Non ci voglio cascare ma vado a finire sempre in qualche amarcord 😬😁😁😁 ti abbraccio e riguardati 😘

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    1. Ma io non ho niente contro gli amarcord!
      Non ho mai avuto amici di penna a scuola, forse ho fatto un tentativo ma non partì, perché non c'era una base da cui partire, però è vero che il mezzo somiglia un po' al blog. Il blog rende più facile l'avvio perché si parte già da un contenuto condiviso.
      Abbracci a auguri ricambiati.

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  2. Ciao carissima, abbi cura di te e un abbraccio anche da parte mia :)

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  3. Lo so, lo so: ufficialmente l'informatica è nata per semplificarci la vita ma finisce spesso per non essere compatibile nemmeno con sé stessa, non ti dico il casino con i compiti via mail e con le lezioni in vudeo quando c'è vento.
    In tanta complicanza ho trovato un piccolo tesoro: il banchetto di verdure del Mercoledì nella piazza della frazioncina dove abito - un grande aiuto ora che mi hanno tolto il supermercato di fiducia del comune limitrofo. O forse non me lo hanno nemmeno tolto, in fondo il confine comunale è dato da un fiume e siamo considerati parte del paese, ma io sono una cittadina molto obbediente - almeno finché non finisco la lettiera ecologica per gatti. Ma ho ancora quattro pacchi, sono fiduciosa 😊
    Felice di saperti di nuovo in forma!

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