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Toulouse en érasmienne

sabato 25 dicembre 2021

Di come cinque francesi, un senegalese, un’antillese e un’italiana decisero da idioti di sfidare il Covid

Aggiornamento: da ieri, sabato 25 ho mal di gola e pure al petto. Presumo che non c’entri o è il Covid più fulmineo del globo. Comunque non so se ridere o piangere. Speriamo bene...

... cantando. Al chiuso. Proprio la cosa più rischiosa che potessimo fare. Da incubo!

L’italiana, che è fifona, e al chiuso con più di una persona si converte all’Islam piuttosto che smascherarsi,  non si schiavarda di un millimetro la FFP2 dalla faccia e mugola così. Gli altri tutti smascherati, cantano tranquillamente per un paio d’ore. L’italiana pensa al furor franciscus e tace, sperando molto che il cielo gliela mandi buona.

Dunque: questo Natale per me quasi non è esistito fino all’ultimo minuto, per motivi che chi si prenderà la briga di leggere gli ultimi cinque o sei post capirà facilmente. Poi arriva un invito che lei accetta con gioia. Programma: canti e cena, in due case diverse ma con le stesse persone. Lei vorrebbe andare, ma ha una gran paura di beccarsi qualcosa. Perciò spiega che lei non si spoglia di maschera: « Vieni mascherata se vuoi » è la risposta.

L’italiana impara a brindare in meno di un minuto e a ricoprirsi di corsa, e soprattutto ancora una volta si sente sommersa d’amore per questo paese in cui tutti sanno cantare e leggere la musica, suonare, e quando si dice che si canta, si canta sul serio un pezzo dall’inizio alla fine e con convinzione, senza quelle cose mosce che si sentono in Italia, stonate e finite a metà. 

Quindi: due prove e poi si canta il pezzo dall’inizio alla fine. Mai avrei pensato di poter aver la gioia di cantare Rameau.

Dalle fette di barbabietola guarnite ai rotoloni di aringa polacca, kumquat a cioccolata, da Pasternak a Tuchacevski, da Draghi all’avanzo primario, i gas della guerra civile russa, il perché e il come della burocrazia stalinista, la figlia della prozia seduta sugli archivi dei partigiani durante una perquisizione della banda Koch, ancora una volta si srotolano le questioni mai assimilate del XX secolo.

Mai passato un Natale più tradizionale e laico insieme di questo e allo stesso tempo più rispettoso dello spirito originario della festa. Non è chi non veda come quel che si festeggia sia lo scorrere delle stagioni, il solstizio d’inverno e la rinascita del sole, la luce che comincia a ritornare poco a poco sulla terra. Mitra, Gesù, sono credenze infilatesi a forza per profittare della spinta a festeggiare con alcuni giorni di tempo sospeso (le dodici notti) il ciclo astronomico e stagionale in cui il lavoro rallenta e i ritmi della vita con lui prendono respiro. 

 L’amica che ha organizzato la serata ha in famiglia la tradizione del Natale canoro. Essendo però totalmente atea marxista e laica, ha riorganizzato il repertorio a modo suo, concludendo, in omaggio a me, con Bella ciao. Tocca a me spiegare l’origine di canto di lavoro e tradurre le strofe.

Ah, sì: siamo tutti vaccinati, per quel che vale.

Al ritorno mi ritrovo a rendere omaggio al Lion de Belfort che è giusto dietro la casa dove poso in questi ultimi giorni. Ritorno a casa contenta, incrociando qualche passante che rientra anche lui, carico di pacchetti: mi è piaciuto festeggiare, se non ci saranno conseguenze, è stata una bella serata.

Buon Natale.

4 commenti:

  1. In effetti il canto è un gran propagatore di virus, nel mio paesello tre coriste parrocchiane hanno perso la vita cantando, ma era il 2020. I vaccini sono una protezione sufficiente al peggio, quindi che ben venga una bella serata.
    Buon Natale!

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    1. Mi dispiace proprio. Nel 2020 non avrei mai accettato un invito simile. Comunque martedì vado a farmi testare, sperando di trovare un molecolare da qualche parte.

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  2. E allora ti mando un augurio negativo e pure in ritardo, ma anch'io penso che... no, non penso e me sto zitta.
    Tra l'altro ho visto che hai ricominciato anche tu a scrivere in quel di Dicembre, più o meno quando ho smesso di leggere tutti.
    Vabbé, vedremo di recuperare!

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