Svuotare la dispensa, tema del risotto odierno, sarebbe attività piacevole solo ne avessi una.
Quella che il mio superbo salario di dipendente pubblico mi permette di avere, è questo spazio qui sugli scaffali aperti che la parete attrezzata concede:
E fare un risotto alla maizena è un virtuosismo di cui non mi sento ancora capace.
A volte nel frigo però stazionano troppo a lungo verdure appena laboriose, perché il tempo a una sfaticata dipendente pubblica manca, e pure le energie quando torna a casa svuotata da una situazione lavorativa insensata, non perché pubblica ma perché demolita dai tagli della spesa e dei salari - sì proprio quelli richiesti da costui e da questo laido foglio che incita al conflitto intergenerazionale fingendo di non sapere di avere richiesto lui per primo un rinvio dell’età pensionabile, un taglio dei lavoratori dipendenti - e chi dovrebbe pagarle, le pensioni, se viene sostituito un dipendente su tre? E ci facciamo anche prendere in giro da chi parla, falsamente, di spesa pensionistica insostenibile? Date contratti che prevedano contributi, abolite l’infinita fogna normativa giuslavorista che va dal pacchetto Prodi-Treu al Jobs act renziano che hanno distrutto i contributi, invece di nausearci con articoli smaccatamente faziosi e provocatori degni non del pesce ma nemmeno delle lische (che si sa hanno i loro estimatori - non io!!!!).
Il primo maggio qui si mangiano le fave col pecorino romano, nella gita fuori porta. Si mangiavano. Belle fresche e appena pungenti, crude, sfilate dal baccello. Così ho provato a fare un risotto alle fave pecorino e menta. Gli ingredienti principali stazionavano da un po’ in frigorifero. E ieri sera ho sbollentato e pelato le fave, anche se pelarle a crudo avrebbe dato risultati migliori.
Ho messo a marinare la menta nell’olio d’oliva. E oggi, tornata a casa:
Risotto del Primo maggio con fave pecorino e menta
Fave pelate fresche - consiglio di abbondare
Pecorino rigorosamente romano - idem come sopra
2 pugni di riso
Vino bianco
Infusione di menta fresca
Sedano
Olio aromatizzato alla menta
Soffriggere il sedano a dadini in olio, unire il riso, sfumarlo, portarlo a cottura con l’infusione di menta. Non salare troppo. Unire le fave. Mantecare con il pecorino, eventualmente sciolto in poca acqua calda.
Decorare con fogliette varie e qualche fava pelata a crudo.
Spolverare di pecorino.
P.S.: io l’ho fatto con la cipolla, più che altro per routine, ma la prossima volta userò del sedano. È un risotto fresco e verde e il sedano ci sta molto meglio.
P.P.S.: se ci si riesce unirei anche del dragoncello fresco. Ma in Italia purtroppo è introvabile a meno di non coltivarselo da sé. Secco non vale proprio la pena di usarlo.
P.P.P.S.: a pensarci si potrebbe anche fare un pesto di foglie verdi (dragoncello, sedano, basilico, mentuccia) e pecorino e usare quello per mantecare, aggiungendo poi le fave. Insomma va perfezionato.
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