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lunedì 14 agosto 2023

Propaganda, ancora

 La piaggeria e la sfacciata propaganda di tutti i media sulla guerra russo-Ucraina, cioè USAUE che han fatto di tutto per sfasciare qualsiasi ipotesi di cessate il fuoco, invocato dai generali stessi all’inizio della guerra, per lasciar massacrare una popolazione e ormai più di una per il proprio potere e per la smania di regolare i conti a spalle altrui, mi ha portato a livelli di insofferenza tali da chiudere occhi e orecchie davanti a chiunque ne parlasse qualsiasi  cosa dicesse, per l’istintiva repulsione che ho sempre provato verso le balle consapevoli e no. Ormai se qualcuno vuole una sfuriata da me deve solo affrontar l'argomento che gli taglio qualsiasi protuberanza possegga.

L’insofferenza da propaganda smaccata, peggio di quella vista nelle guerre agnello di dio-democratiche contro l’Hitler di turno dei passati decenni (alla faccia di chi dice che è stato un fenomeno unico, che molte volte sono poi le stesse persone), si trasforma oggi in disgusto quando in seguito alla morte di una studiosa francese ho avuto la fantasia di ascoltare i suoi interventi in una trasmissione in cui si parlava dell’argomento. Svettando sopra gli altri con maestria e buonsenso riusciva a novantatré anni a non farsi mettere in bocca quello che il prono intervistatore voleva a tutti i costi farle dire, tranne alla fine, in cui comunque riaffermava il principio della non ingerenza, corredato dalla saggia osservazione che solo così si può pensare di far accettare un cambiamento a un paese.

Il resto della trasmissione era talmente ridicolo nella sua smaccata parzialità salottiera e benpensante da far veramente ridere delle « democrazie europee occidentali » che tollerano e incoraggiano prassi del genere. Se mai c’è stato un problema di libertà di stampa nella pretenziosa Europa, questo è quel momento, davvero.

Se codesti cantori e chi li ispira avessero senso della misura il loro lavoro riuscirebbe meglio. Ma buonsenso e misura tali spregevoli personaggi e istituzioni devono averlo lasciato alla fine della storia. Mi chiedo cosa avverrà nella prossima campagna elettorale per le elezioni UE e quali censure si scateneranno, prima di tutto in rete. E l’oscuramento di Twitter, forse la rete più politica e diffusa, in sola lettura mi sembra un primo passo per nascondere l’informazione a chi, come me che ho scelto di non essere sulle reti sociali di alcun tipo, non aveva intenzione di iscriversi. Con buona pace di chi sostiene il ruolo di traviamento delle reti sociali.

 Capisco Sartre quando si sentiva in trappola fino a ammalarsi tra le scelte impossibili o odiose di rimanere senza assoggettarsi o partire in caso di invasione sovietica. Io non ho ovviamente alcun valore simbolico, le mie scelte non impegnano che me senza avere rilevanza per nessuno, il contesto non impone di prendere in considerazione simili drastiche scelte, ma il senso di disagio e di rivolta impotente davanti a questi cialtroni di urlatori e ai loro sottoprodotti in sedicesimo da reti sociali, che ripetono con mediocre  sfacciataggine modalità stantie da Invasione degli ultracorpi sono veramente inaccettabili prima che nauseanti.

Sta di fatto che questa roba mi ha talmente infastidito che la prossima volta che avrò occasione di votare, verosimilmente alle europee di maggio, darò il mio voto a chi si proporrà di finire immediatamente gli scontri a qualsiasi condizione. Come gridai una volta a un tizio che si faceva propaganda ai cancelli del Policlinico nel 2012, spiegando che avrei votato chiunque, fosse pure il diavolo purché all’opposto dell’agenda Monti che all’epoca Bersani rivendicava. E oggi aggiungo: fosse pure il diavolo, pure i cosacchi al Campidoglio, pure gli spiedini di neonati a Ferragosto.

Basta.

1 commento:

  1. Sottoscrivo. Provo la stessa nausea e repulsione fisica per chiunque apra la bocca e parli dell'argomento. E la sola visione di un uomo qualsiasi in maglietta verdeoliva attillata mi provoca un attacco di orticaria mentale....

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