Era sempre stata qui. Era qui prima di me. Nella sua grossa casa color mattone. Non saprei dire il suo nome, ma faceva compagnia. Incorporata con la casa, perché i precedenti proprietari me l'avevano lasciata insieme alla casa, appunto. Era sul pianerottolo e approfittava del sole che entra dalle finestre, mentre nella mia casa, purtroppo, il sole diretto non c'è mai (sarebbe costato 20.000 euro in più averlo, ma non li avevamo).
Ci ero affezionata come lo si è a qualcosa che è vivo.
Era sopravvissuta ai miei viaggi e alle assenze, alle infinite ristrutturazioni vissute dal palazzo, alle estati ardenti in cui si abbeverava con una bottiglia prima di partire per i monti.
Questa sera al rientro da una passeggiata non ho più visto le sue piccole foglioline di un verde tenero darmi il benvenuto. Un grande vuoto in quell'angolo di pianerottolo.
Abito all'ultimo piano. Dei nuovi vicini, venuti da fuori. Piuttosto invadenti. Quando suono alla porta quasi non mi rispondono.
Faccio il giro dei cassonetti del quartiere. Non la vedo, del resto è piuttosto grande, non ci entrerebbe. E poi sono stracolmi, è sabato: non hanno raccolto la spazzatura.
Penso che si stia disseccando gettata chissà dove e anche se è solo una pianta, mi sento triste, come davanti a ogni vandalismo su chi non può difendersi.
Che qualcuno si dissecchi con lei (il cervello, di sicuro, gli si è già disseccato da tempo.)
Non è una bella giornata.
sabato 5 luglio 2014
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Ovviamente non è soltanto una pianta. Capisco appieno la tua tristezza e pure incazzatura.
RispondiEliminaGrazie, non sai quanto.
EliminaMa tu non la dare vinta al ladro di piante: mettine un'altra! Ti affezionerai anche a quella (ma tieni d'occhio i vicini invadenti; fossero loro i ladri...)!
RispondiEliminaEh, purtroppo il dubbio c'è. Metterne un'altra mi piacerebbe, magari un vasetto di fiori attaccato alla ringhiera delle scale che è molto bella, vecchia, di ferro lavorato (abito a San Lorenzo, se ti dice qualcosa).
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