In questi giorni sono ospite forzata di mia mamma e di suo marito, nella casa di proprietà di lui dove vivono da sposati.
Per motivi logistici suo marito mi informa che stanno « buttando via un sacco di libri ». Un po’ inorridita chiedo spiegazioni e vedo che il sacco di libri è un sacco di libri di mia mamma, e più precisamente sono tutti libri che in qualche modo riguardano interessi condivisi con mio papà (il cinema italiano, il marxismo), o libri che le ho regalato io « tanto non li ha mai letti ». Tra la carta da riciclare scopro poi delle carte scritte da mio padre, praticamente l’unica cosa che potrebbe in qualche modo trasmettermi.
Costui mi ospiterà pure in casa sua, ma sta buttando via i ricordi e le cose di mia madre, sua moglie, senza sicuramente avere un suo consenso cosciente. Sta eliminando qualsiasi cosa di lei che costituisca un passato in cui lui non è compreso, e costituisce anche, per forza di cose la mia eredità familiare, ovviamente di nessun valore materiale ma di grande peso simbolico per la ricostruzione del mio passato e in parte della mia stessa identità.
Quando l’ho visto ero annientata. Non posso nemmeno reagire perché sono ospite sua, anche se sarebbe più corretto dire loro. Guardavo gli scaffali e le prossime vittime designate attanagliata da una desolazione difficilmente descrivibile.
Alla televisione c’era la bellissima, struggente e delicata a un tempo Traviata con la regia di Martone dal Teatro dell’opera vuoto in piena pandemia, febbraio 2021. La vedevo e non riuscivo a sentire voglia di scoppiare in lacrime.
Non ne posso più.
Mia mamma è anziana e malata. Non ha la forza di opporsi e non capisce fino in fondo cosa sta facendo.
RispondiEliminaKudos on being a reliable source of insightful content. Thank you!
RispondiEliminaIl fatto che tu sia ospite non vuol dire che tu non possa dire quello che pensi, è lecito spiegare che non può buttare cose non sue e in ogni caso visto che sono cose di tua madre puoi prenderle e conservarle tu.
RispondiElimina