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domenica 27 aprile 2014

Un biglietto RATP e l'educazione civica

L'altro giorno, al ritorno dall'Inghilterra, era scaduto l'abbonamento alla metropolitana che faccio tutti i mesi quando sono qui (non vedo l'ora di poterne fare uno a n n u a l e, anche se dubito mi sorrida tanto il futuro :-) ). Riesumati tre vecchi biglietti dal portafoglio mi avvio al tornello, che semplicemente li ignora. Non comincia a lampeggiare e protestare come quando qualcuno tenta di propinargliene di già timbrati o di ripassargliene uno scaduto. No, lui inghiotte e risputa, in silenzio. Ovviamente sono in ritardo, ovviamente ho mille cose da fare, ovviamente non ho le monete per comprarne alle macchinette... e ovviamente non mi va per nulla di buttare cinque euro. Alzo gli occhi e come sempre, nella nostra stazione, c'è una funzionaria della metropolitana. "Come mai il mio biglietto non va bene?". Gentilissima la signora: "Controllo subito...". Passa i biglietti su un rilevatore magnetico e dice: "Si saranno smagnetizzati. Li ha tenuti vicino a un oggetto metallico per molto tempo?"Non ho il coraggio di dirle che sono nel portafoglio da circa un annetto. "Ma non c'è problema, glieli cambio subito, perché i biglietti sono validi."  Ulteriore controllo e eccomi con tre biglietti nuovi e funzionanti. Lì. Non nell'unica stazione su tre linee a ciò deputata aperta due ore al giorno con coda di mezzo chilometro - se dice buona che te li cambino, oltretutto. No. Nel giro di mezzo minuto.


Come faccio a non pensare ai ringhianti cartelli che si leggono, vergati a mano, attaccati dietro le vetrate affumicate dove si riparano i nostrani dipendenti del COTRAL? "No tickets, no coins, (o anche no change) no informations no telephone no english"? Come faccio ad avere voglia di tornare a Roma "la più bella città der monno"? Davvero.

Ah, ma avere un servizio così in tutte le stazioni costa. Certo che costa: devi pagare i lettori magnetici, i pc, e le persone. Soprattutto le persone, in maniera equa e dignitosa. E le devi magari anche formare al contatto con il pubblico. Non so se si è notato che la signora, oltre a risolver il problema, ha svolto una funzione di informazione (ai suoi biglietti è successo di smagnetizzarsi), di formazione, individuale e sociale (non li tenga a contatto con oggetti metallici se vuole evitare il bis) per di più detta in maniera, come va di moda oggi "non prescrittiva" (per caso li ha tenuti a contatto con oggetti metallici"=sottinteso, eviti di rifarlo che fa un favore a tutti quanti, ma il problema glielo risolvo lo stesso, ci mancherebbe, dato che lei e i suoi biglietti siete in regola).

Costa? Certo. DEVE COSTARE e DEVE ESSERE DIFESO. Ma per il bene e il benessere di tutti i cittadini. Una tesaurizzazione immensa, un investimento senza pari. Che valgono immensamente di più di tutto il resto. Meno stress, meno tempo perso, migliore umore, vita più semplice, migliore salute, meno aggressività sociale.
Queste cose non hanno prezzo. Valgono tutti i costi del mondo. Anche quando c'è "solo" da cambiare un biglietto smagnetizzato: quei piccoli momenti di semplificazione della vita che rendono sorridente una giornata e benevolo il nostro sguardo. Civile una società.
Sì proprio quelle cose che da noi si curano con l'insolenza e il bercio, più o meno così: "Ecchevvoi che sia, rilassete che è sabato sera". La difesa degli sciocchi dall'oppressione e dalla miseria.






6 commenti:

  1. Si tratta semplicemente dell'educazione al dovere. Due cose (dovere ed educazione) che sono lungi dalla mentalità corrente italiana (non solo di Roma...)

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    1. Piacere di sentirti. Lo so, purtroppo, tant'è vero che non vorrei cambiare città,ma proprio paese...

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  2. Sante parole ... Sembrerebbe così facile, così logico eppure la nostra realtà quotidiana è ben lontana dall educazione e soprattutto dal senso del dovere :-(

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    1. Infatti. e lo è anche a livello organizzativo. Quella persona ha avuto molto garbo con me, ma ha fatto quello che la RATP ha reso possible fare in casi del genere, mettendo delle macchine là dove servono, dando le istruzioni opportune ecc. ecc. E' una scelta organizzativa dall'alto che muove poi tutto il resto, e l"educazione è un requisito di cui nessuno penserebbe di poter fare a meno dell'educazione...

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  3. Ad onor del vero, qualcosa di simile è successa anche a me alla fermata Cornelia della Metro di Roma. Però stavolta non mi hanno dato un biglietto nuovo, ma hanno timbrato il vecchio mettendoci data e ora; poi mi hanno detto di scavalcare il tornello. Qui da noi lo stile è un po' diverso che oltr'Alpe!

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    1. Beh, gentili. In effetti hanno trovato una soluzione artigianale. Quello che fa la differenza è che qui la soluzione è per tutti ed è diciamo la sola "regolare" ed applicata da tutti.

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