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lunedì 29 novembre 2021

Adaptation de Les illusions perdues

 E' un bel film.

Non ho letto il libro, la letteratura francese dell'ottocento per me va a buchi: Stendhal sì, Balzac no. Zola sì, Flaubert no. Certi autori proprio non fan per me. Quindi chi conosce e ama il testo potrebbe trovarlo estremamente deludente. Oltre ai tagli, i cambiamenti nella trama e nei personaggi sono notevoli, solo le prime due parti sono riprese e lo stile si avvicina di più a una biografia filmata di stampo USA. Ovviamente molte cose sono esplicitate rispetto a un testo ottocentesco oggi non più proponibile e probabilmente altre sono sottolineate, come il personaggio di Coralie, probabilmente poco più di un'ombra nel romanzo originario. Nel film diventa un personaggio a tutto tondo, forte e capace di iniziativa. L'attrice è scelta perfettamente per la parte, con un tocco di genuinità popolana e con un bel fisico paffuto e vivo, assolutamente non convenzionale.

Del film mi sono piaciute la delicatezza e l'indulgenza con cui guarda all'energia giovanile di un gruppo di ragazzi che cerca di costruirsi la vita che più ama in un mondo ostile e spietato, una certa crudezza nel non scolrire la brutalità dei rapporti di classe, il mostrare che le sconfitte non arrivano perché si è voluto troppo né per incapacità individuale, ma perché si è soli e si rifiutano i meccanismi di un regime economico predominante. Lo si può fare per una volta, come beau geste (la critica onesta che Lucien accetta di fare gratuitamente segna l'abbandono di un modello alla ripresa di una ricerca di altro che lo porterà fatalmente alla sconfitta), ma non costrircisi una vita stabile. Mi è piaciuta l'assenza di moralismo, e la scarsa parte data alla caduta di Lucien. Chissà poi se Balzac l'avrebbe davvero voluta, quella caduta senza speranza.

I vecchi negozianti benestanti, i vecchi mestieri artigianali dell'arte dei tipografi di provincia che Balzac conosceva bene stanno venendo soppiantati da nuove tecniche, prodotti e modelli produttivi in una società postrivoluzionaria in cui i rapporti tra gli strati sociali si stanno ridefinendo e dove aspirare a integrare modelli anacronistici rovina una vita che potrebbe svolgersi in modo ormai diverso. Questo apre spazi, ancora troppo asfittici per la riuscita di tutte le forze intellettuali di un paese in espansione, ma senza stato sociale a sostenerle.

Ovviamente è un film che vuole parlare all'oggi, e la sequenza che introduce la parte finale lo fa capire chiaramente con il linguaggio delle immagini che potrebbero rappresentare un sabato sera contemporaneo. Vuole parlare a una generazione, ormai la seconda ma in Francia forse la prima, che va venendo ripiombata suo malgrado in un modello economico di competizione e concorrenza - lo stato sociale e la piena occupazione abbattuti in ottemperanza alle nuove norme economiche UE. La Francia se lo era risparmiato finora, ma adesso sta toccando a lei.

E' un film sulla giovinezza, dove gli attori sono giovani davvero e spesso assai belli, e sull'amicizia - si è sconfitti quando si è soli. Sulla prostituzione intellettuale e fisica, sui piccoli bagordi che riscaldano con un'illusione di cameratismo, i ritmi di una vita da sciupare nella produzione di denaro che basta appena a sostenerli, non a dare stabilità e soddisfazione profonde. 

Più che un adattamento del romanzo lo definirei un'attualizzazione che sfrutta le coincidenze economico-ideologiche delle due epoche. Il regista utilizza il film e un registro popolare di film, per parlare dell'oggi. La Restaurazione del libro diviene la restaurazione del liberismo economico: e la generazione dei ventenni in cerca del futuro vi si trova confrontata, mentre i più anziani ve la spingono con compiacimento. I vecchi del regime prerivoluzionario hanno ripreso il controllo, sfogano il loro revanchismo e il loro sadismo, sui più poveri e sulle donne del loro ambiente, alla ricerca del predominio economico e sociale.

Il libro è ambientato durante la Restaurazione - si evocano del resto le restrizioni della libertà di stampa che potrebbero ricordare la prima ordinanza di Saint-Cloud, ma è scritto in piena monarchie de juillet, il film ha qualche ancronismo che lo pone tra le due epoche. Entrambe si chiusero con una rivolta che cambiò la storia di Francia. Che questo popolo determinato, fiero e consapevole, ricco di analisi e di immaginazione, di intelletto e rigore, di gusto riesca oggi a fare altrettanto contro la minaccia di una vita sempre più misera che le scelte politiche di una spietata Restaurazione economica, in cui l'Italia è ormai affondata da decenni, paiono riservargli.

 

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