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Toulouse en érasmienne

sabato 15 giugno 2013

Gusti: al ritorno da una sera di quasi estate

Ora, premesso che sono di gusti difficili, e che per me ogni genere apparso dopo Rock around the clock è semplicemente imballabile (eccetto Goran Bregovic), un uomo che non ti porta a ballare è un uomo inutile.
Ecco.








Postilla: sette anni fa nella mia vita c'è stato un terremoto. Difficile trovare risvolti positivi in questo avvenimento. A parte un dettaglio: sono sparite dalla mia vita le noiosissime cosiddette feste. Non quelle natalizie che a me non han mai dato particolarmente fastidio. No, parlo di quelle ammucchiate eterogenee di persone incongrue in mezzo metro quadrato, con colonna sonora sovrastante qualsiasi interazione non urlata, cui spesso si viene invitati per far numero, ognuno resta nel suo gruppetto e raramente si va oltre. Essendo fuori moda, per me il numero della compagnia ideale resta sempre tra quello delle Grazie e quello delle Muse, preferibilmente seduti a tavola. In Francia una cosa piacevole delle feste sono il cercle (tutti si siedono in circolo e si gioca a parlare con entrambi i vicini), e il fatto che quasi tutti conoscano attivamente la musica, per cui è raro che a un certo punto non si canti o non si suoni tutti insieme. Francofila come sono, mi fa sempre effetto sentirli cantare in coro canzoni storiche di questa terra, di quelle che si direbbero esistere solo nei dischi o nei film e che invece fanno davvero parte di loro. Sempre intonati, all'unisono e senza urlare (non come i nostri strazianti stornelli).


6 commenti:

  1. Le cosiddette feste mi hanno fatto orrore sin da bambina, figurati se non posso non concordare con la descrizione che ne fai.
    E comunque si balla benissimo anche da soli.

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    1. Non sai che sollievo sentirtelo dire Stefania! Cominciavo a pensare di essere l'unica su questa terra a vedere le feste così.
      E'bello incontrare qualcuno che non ti fa sentire una marziana :-)

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  2. Oh finalmente qualcuno che come me non ama quelle terribili feste! Spesso mi sento una marziana anche io per questo motivo, ma che ce posso fà se a me la sera piace ricamare con una tazza di camomilla accanto?

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    1. Vuoi mettere la classe di un ricamo ai fiori di camomilla? Avanti così!
      Che poi secondo me siamo in tanti a non amarle, ma pochi a ammetterlo!

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  3. A me piace leggere in poltrona e sgranocchiare cioccolato fondente, meglio se con l'uomo della mia vita accanto. Dunque, vedi che modaiola. Le feste mi ricordano dell'emarginazione adolescenziale, e non me la sono ancora tolta di dosso. Mi piace invece questa cosa del circle...

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    1. Il cercle viene da un rito sociale di corte, si svolgeva la sera nelle stanze principesche o nobili. All'epoca era regolato con molta formalità: ognuno aveva il suo posto (e la sua sedia) secondo il rango o il favore del potente di turno. Oggi per fortuna no :-) - almeno, non dappertutto!
      Quanto all'emarginazione, il livello di contatto che permettono queste "feste" è appunto elementarmente adolescenziale, e sinceramente poco interessante per chi cerca altro, allora come ora.

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