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Toulouse en érasmienne

lunedì 28 marzo 2011

Mercurius in trivio


W la France. Come si fa a non dirlo? O a non ammirare questo paese? Stasera sono ancora qui a lavorare e capisco di colpo che non posso sopravvivere nello stato di attuale abissale incompetenza in cui mi trovo. Ho assoluto bisogno di consultare immantinenti aiuto la fondamentale opera Mercurius in trivio, libro mirabile di dottrina direbbe Guglielmo da Baskerville, ben noto a tutti tranne che alla sottoscritta. Trattandosi di libro italiano e pure parecchio specialistico, parte la frenetica consultazione degli opac nostrani, con tanto di strologamenti su quale bibliotecario paziente e amorevole andare a supplicare perché mi mandi subito le pagine che mi occorrono. Via, apri per l'ennesima volta la casella di posta, inizia a comporre il messaggio a quel compassionevole uomo che già tante volte mi ha soccorso con generosità, quando all'improvviso un lampo: ma ho consultato prima il catalogo più vicino a casa, come professione vorrebbe? No?? Noo??? Ma dove hai la testa? Ma per un libro così, tenta di osservare una vocina. Donna di poca fede!! Mai dubitare di lei o di loro e neanche di loro. Alla prima ricerca, non solo scopro che il libro c'è, ma che è disponibile a scaffale aperto, dalle 9 del mattino alle 20 di sera per cinque giorni su sette e il sesto dalle 14 alle 20. Non mi resta che aspettare ben dieci ore e tredici minuti per averlo in mano. La stessa cosa mi è già successa tre volte nell'arco di tre giorni, rispettivamente per un'edizione ferrarese del 1477, un trattato di diritto penale del giurista aretino Angelo Gambiglioni (non proprio Ken Follett...) e per gli annali di un tipografo milanese dello stesso secolo, un libro degli anni'50. Del resto, con quattordici, dico quattordici milioni di opere a stampa nelle collezioni, qualcosa ci sarà pure da scoprire.
Ecco, questo serve a spiegare perché si può davvero studiare in questo paese. E perché sarò grata per sempre alla Francia, alla sua idea di cultura e di servizio pubblico.
Con un solo augurio: quello di non dimenticarsene mai.




domenica 27 marzo 2011

La guerra

Ad andare in giro per la rete un pomeriggio di domenica, nuvolicchio, dopo ore di pulizie casalinghe, si capita su un sito che si chiama bibliolab
E'un sito curioso, un po'impacciato, che mescola diverse cose: una spiegazione della classificazione Dewey fatta per i lettori, antologie di lettura, e altro.
Ci sono anche dei testi letterari sul tema della guerra. Eccone due che la raccontano:

Giovanni Toselli, contadino e muratore,

testimonianza raccolta da Nuto Revelli ne “Il mondo dei vinti”
Poi (nel 1915) scoppia la guerra, che disperazione! Ma nemmeno un soldato era convinto di fare quella guerra, partivamo tutti malvolentieri. Uno da sposare è diverso...non ha nessuno dietro.
Noi avevamo famiglia, dovevamo lasciare il lavoro. Solo qualcuno volontario voleva fare la guerra, per fare carriera. Noi siamo andati in guerra per forza. Tanti qui di Peveragno prendevano porcherie per non partire e ne sono morti...
Su a Plezzo eravamo su una posizione avanzata che ci prendevano da tutte le parti, quota 900, dall’alto ci buttavano le pietre, da una parte sparavano col cannone e dall’altra ancora con la mitraglia.
Non ci arrivava più il mangiare e sono venuto a pesare trentacinque chili. (...)
Poi è venuta la ritirata, la nostra divisione ha resistito due giorni nella conca di Plezzo, (...) quando siamo scappati nella nostra vallata c’erano due metri di morti...
Eh, l’abbiamo vinta quella guerra ma l’abbiamo perduta. La statistica dice che sono di più i tubercolotici tornati dalla guerra del ‘15-’18 che i morti di quella guerra. Io ho preso il gas iprite sul Montello, e come sono tornato a casa dopo il primo giorno di festa, ero già ammalato di polmonite e ho tribolato due anni.

Bertolt Brecht (Germania, 1898-1956)

Generale, il tuo carro armato è una macchina potente

Spiana un bosco e sfracella cento uomini.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.

Generale, il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido d’una tempesta e porta più di un elefante.
Ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.

Generale, l’uomo fa di tutto.
Può volare e può uccidere.
Ma ha un difetto:
può pensare.


venerdì 25 marzo 2011

Sogni?

Ditemi voi se la BNF cioè la Bibliothèque nationale de France, deve riuscire a farmi da colonna sonora a un noiosissimo lavoro che sto cercando di modificare offrendomi, come a tutti coloro che si possono collegare peraltro, un concerto barocco. Già, perché sul loro sito si trova anche, tra le varie conferenze in linea, la serie Les inédits de la BnF dove vengono eseguiti brani inediti di musica conservati nelle sue collezioni, che giustamente, vanno fruiti, come parte del patrimonio culturale nazionale. Un neo c'è, cioè sulla pagina non si capiscono il titolo né l'autore della composizione, una farsa di msica, danza e teatro. Ma davanti a una BNCF, così preoccupata innanzitutto delle sue tessere rosse o non rosse, o alle biblioteche di conservazione romane sempre così chiuse e ostili, un marziano non lascerebbe più a bocca aperta. Non è solo questione di soldi: è questione di apertura mentale. A chi scrive capitò alla BNCR di non poter consultare in linea il catalogo della biblioteca del Conservatorio di santa Cecilia, perché, come spiegò la funzionaria di sala "Qui internet non è libero". Appunto. Li coprissero pure d'oro, se non gli si fa prima un'opportuna riprogrammazione del cervello, con gente così a che servirebbe?

venerdì 18 marzo 2011

Vorremmo

Avevo giurato di non farlo. Non volevo proprio mettere anche io la mia pietruzza su un argomento trattato in questi giorni senza la minima serietà storica e che quindi mi infastidisce profondamente. Poi mi si chiede, come a tanti altri, di far girare questo messaggio. Lo faccio, perché in questi giorni la cosa che più mi consola è che se mi capita di sentire un inno nazionale è questo
Ecco il testo, che viene da un ricercatore italiano (punteggiatura, spaziatura e link sono miei).

W l'Italia:

Scuola, università, ricerca, salute, lavoro sicuro, integrazione, giustizia, uguaglianza,

COSTITUZIONE!