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Visualizzazione post con etichetta Bibliothèque nationale de France. Mostra tutti i post
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martedì 13 gennaio 2015

Je suis Charlie - Images

Fotografato in place Kléber, Strasburgo.
Pubblicato credo da qualche parte che non conosco.
(Cliccare sulla foto per leggere il testo.)



Come dimenticare che per averle usate non potrenno più farlo?



La direttrice del museo delle Belle Arti di Strasburgodesidera raccogliere i cartelli, i disegni, i componimenti, i collage realizzati nel corso di queste giornate e deposti spesso in place Kléber, attorno a cui si è svolta domenica pomeriggio una manifestazione di ampiezza senza precedenti in città. Non pensa di realizzare una mostra specifica ma di integrarli nel percorso delle sale del museo. Per lei si tratta di conservare le traccee  le produzioni visive di un momento rilevante nella storia cittadina. Probabilmente sarà realizzato anche un progetto più specifico con gli allievi della scuola nazionale di Belle Arti di Strasburgo.
Quanto alla BnF una mostra loro l'hanno allestita. Del resto ce l'hanno in casa, per così dire. Hanno anche proiettato su una delle loro immense torri una vignetta di Wolinski, visible seguendo il link.

giovedì 11 dicembre 2014

Piccolo ululato di piacere

... post comprensibile solo a me, credo.
Sto perdendo una quantità di tempo insensata su un'edizione in latino disponibile unicamente online; tanta è l'ansia che faccio di tutto anziché leggermela. Quando finalmente, alla venticinquesima ora,  riesco a mettermici su, e ad avere l'idea per avanzare un'ipotesi, e ho bisogno ovviamente di bibliografia molta ma molta, e tutta italiana, vado qui e ancora una volta vedo che c'è praticamente tutto. E mugolo di piacere e d'amore per questo meraviglioso paese.
Perché compra libri? No, perché è curioso. Abbastanza curioso da creare strutture dove chi USA i libri per costruire sapere possa trovarli. Enciclopedicamente. Del resto l'hanno inventata loro (sì, c'erano dei precursori ma non era la stessa cosa).
Perché amo solo i libri? No, nemmeno per questo, ovvio, persino stupido precisarlo. Perché è là dove si può essere curiosi, porre domande e sperimentare risposte, trovare fantasia e lanciarsi in ogni possibilità, ridendo di gioia, è là che si può amare e godere.
Ecco, siamo al panteismo libidico.
Meglio tornare al latino, va'.

lunedì 28 marzo 2011

Mercurius in trivio


W la France. Come si fa a non dirlo? O a non ammirare questo paese? Stasera sono ancora qui a lavorare e capisco di colpo che non posso sopravvivere nello stato di attuale abissale incompetenza in cui mi trovo. Ho assoluto bisogno di consultare immantinenti aiuto la fondamentale opera Mercurius in trivio, libro mirabile di dottrina direbbe Guglielmo da Baskerville, ben noto a tutti tranne che alla sottoscritta. Trattandosi di libro italiano e pure parecchio specialistico, parte la frenetica consultazione degli opac nostrani, con tanto di strologamenti su quale bibliotecario paziente e amorevole andare a supplicare perché mi mandi subito le pagine che mi occorrono. Via, apri per l'ennesima volta la casella di posta, inizia a comporre il messaggio a quel compassionevole uomo che già tante volte mi ha soccorso con generosità, quando all'improvviso un lampo: ma ho consultato prima il catalogo più vicino a casa, come professione vorrebbe? No?? Noo??? Ma dove hai la testa? Ma per un libro così, tenta di osservare una vocina. Donna di poca fede!! Mai dubitare di lei o di loro e neanche di loro. Alla prima ricerca, non solo scopro che il libro c'è, ma che è disponibile a scaffale aperto, dalle 9 del mattino alle 20 di sera per cinque giorni su sette e il sesto dalle 14 alle 20. Non mi resta che aspettare ben dieci ore e tredici minuti per averlo in mano. La stessa cosa mi è già successa tre volte nell'arco di tre giorni, rispettivamente per un'edizione ferrarese del 1477, un trattato di diritto penale del giurista aretino Angelo Gambiglioni (non proprio Ken Follett...) e per gli annali di un tipografo milanese dello stesso secolo, un libro degli anni'50. Del resto, con quattordici, dico quattordici milioni di opere a stampa nelle collezioni, qualcosa ci sarà pure da scoprire.
Ecco, questo serve a spiegare perché si può davvero studiare in questo paese. E perché sarò grata per sempre alla Francia, alla sua idea di cultura e di servizio pubblico.
Con un solo augurio: quello di non dimenticarsene mai.




venerdì 25 marzo 2011

Sogni?

Ditemi voi se la BNF cioè la Bibliothèque nationale de France, deve riuscire a farmi da colonna sonora a un noiosissimo lavoro che sto cercando di modificare offrendomi, come a tutti coloro che si possono collegare peraltro, un concerto barocco. Già, perché sul loro sito si trova anche, tra le varie conferenze in linea, la serie Les inédits de la BnF dove vengono eseguiti brani inediti di musica conservati nelle sue collezioni, che giustamente, vanno fruiti, come parte del patrimonio culturale nazionale. Un neo c'è, cioè sulla pagina non si capiscono il titolo né l'autore della composizione, una farsa di msica, danza e teatro. Ma davanti a una BNCF, così preoccupata innanzitutto delle sue tessere rosse o non rosse, o alle biblioteche di conservazione romane sempre così chiuse e ostili, un marziano non lascerebbe più a bocca aperta. Non è solo questione di soldi: è questione di apertura mentale. A chi scrive capitò alla BNCR di non poter consultare in linea il catalogo della biblioteca del Conservatorio di santa Cecilia, perché, come spiegò la funzionaria di sala "Qui internet non è libero". Appunto. Li coprissero pure d'oro, se non gli si fa prima un'opportuna riprogrammazione del cervello, con gente così a che servirebbe?