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per gli scribi

Toulouse en érasmienne

lunedì 28 settembre 2020

Ai bravi automobilisti italiani

 Supponiamo che voi vediate una macchina ferma in corsia di sorpasso sulla tangenziale di Torino che lampeggia tutto quel che può lampeggiare. Secondo voi la cosa che meglio paleserebbe la vostra intelligenza è suonare il clacson perché vi sta impedendo di continuare alla velocità che vi garba, o riuscire a ragionare col cervello anziché con i piedi e connettere neuroni sufficienti per pensare che magari ha uno sciagurato problema? 

Ecco questa è al momento la mia situazione. La cosa che mi fa più paura non sono i cretini di passaggio, è il pensiero di quanto costerà l’intervento di un carro attrezzi e il cambio della gomma a brandelli. 

Mentre ero infine riuscita a partire con conti soldo su soldo.

venerdì 25 settembre 2020

Oh, non!

 <blockquote class="twitter-tweet"><p lang="fr" dir="ltr">Adieu Jolie Môme 😢 <a href="https://t.co/RVzdypsgLs">pic.twitter.com/RVzdypsgLs</a></p>&mdash; Didier Maïsto (@DidierMaisto) <a href="https://twitter.com/DidierMaisto/status/1308827112317558791?ref_src=twsrc%5Etfw">September 23, 2020</a></blockquote> <script async src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

mercoledì 23 settembre 2020

Ma possibile mai

 ...che se vedo in giro qualche cosa che potrebbe risolvermi davvero un problema essa sia sempre, sistematicamente, pervicacemente la più cara che ci sia?

Il telefonino per esempio. A me piacciono piccoli, anzi microscopici, tant’è vero che ne ho uno di quelli stupidi di due generazioni fa. Vantaggio: discrezione e ancora discrezione. Soprattutto nessuno si farà venire delle voglie per un oggetto simile il che mi conviene a meraviglia: sono distratta e sempre in giro.

Quest’anno è opportuno che vada in Francia con un telefono che si connette e una batteria che non si scarichi dopo dieci minuti di conversazione. Senza alcuna voglia mi decido a cercarlo dove mi hanno venduto la scheda telefonica rumena (!) che uso per parlare sia con la Francia sia con l’Italia senza sovrapprezzo. Quando chiedo in giro di ricaricarla mi guardano un po‘ strani ma fa niente. 

Sospirando gli spiego che voglio un telefono che 1) non si rompa dopo sei mesi 2) si possa tirare fuori tranquillamente per strada senza che fugga con un amatore di passaggio.

Il proprietario mi vanta le bellezze di un brutto coso luccicante che tanto economico non è. Soprattutto è sessista! Dico io se noi donne ci dobbiamo portare addosso quel mezzo metro rigido largo e miserabilmente piatto che non sta dentro nulla di ciò che abbiamo addosso. Solo i cartellini identificativi sono altrettanto inadatti alla morfologia femminile. Ecco. Vado a casa, ci penso su e dall’IPad mi salta fuori una cosa meravigliosa che SI PIEGA! E si chiude!! E ha lo schermo che può occupare mezzo o tutto il telefono!!!

Lo vado a cercare, con difficoltà arrivo al prezzo: mille euro. Non mi avrà :/.

Decidere

 Avrò deciso tre o quattro volte negli ultimi anni.

Il meccanismo è sempre quello.

Iniziativa lavorativa, risultati, schiaffo.

Richiesta di materiale per poter raggiungere risultati sul lavoro, schiaffo.

Organizzazione di meccanismi e processi di lavoro, coordinamento di persone che portano risultati, schiaffo.

Progetto portato avanti e conquistato, schiaffo.

Apprezzamento ricevuto da qualcuno e proposta di collaborazione, schiaffo.

Prima non vedevo le concatenazioni.

Ora è proprio palese che qualsiasi cosa io faccia per far funzionare ciò che è mio dovere istituzionale far funzionare, il risultato è sempre e solo uno: lo schiaffo.

Il senso non è difficile, ed è: vattene o immobilizzati.

Malgrado tutto qualcosa mi manteneva attaccata a quel luogo. Non solo fantasie masochistiche. Mi dà profonda soddisfazione, financo gioia, il rapporto con chi fruisce il mio lavoro, soprattutto per certi aspetti. So che andarmene significa perderlo proprio nelle sue articolazioni più approfondite e gratificanti. Inoltre era la sola chance di poter tornare ogni anno in Francia.

Ma ormai le cose stanno precipitando nell’umiliazione continua e reiterata. E la Francia non posso più permettermela.

Da prima delle vacanze avevo deciso che il mio futuro era altrove. Durante la quarantena avevo capito a livello persino fisico di non poter più tornare in un luogo dove persino la richiesta dei più banali attrezzi di lavoro era un problema.

A livello centrale poi il mio settore sta venendo smantellato, il che comporta una pietra tombale su qualsiasi già difficile prospettiva (grazie UE e le tue BALLE di debito insostenibile, grazie utili o troppo furbi idioti di quaggiù, di quelli chelosannoperchél’hanlettosurepubblica) di una carriera ferma da undici anni. La mia posizione già non riconosceva né i miei titoli né l’esperienza né le capacità. 

Oggi è evidente, per l’ennesima volta, che non potrei fare più nulla a nessun livello.

Per motivi che ignoro quel luogo dev’essere distrutto.

Passandomi sopra se del caso.

L’ultimo legame affettivo si è non spezzato, ma ha perso di valore davanti alla necessità di sopravvivenza. 

L’incapacità delle organizzazioni di vedere e far vivere le qualità e le passioni di chi vi lavora per salvaguardare equilibri nel più dei casi malsani e soprattutto inutili sarà sempre la perdita e il costo più insensato che esse pagheranno.

Cerchiamo di non pagarlo noi.

Risposte

 Inizio con due risposte ai commenti del post precedente:

No, non posso commentare sul mio blog né spesso su quelli altrui, sia Blogger che WordPress. Non so perché, ma dall’IPad i commenti, una volta che mi sono collegata, li ho scritti nei campi appositi e li ho inviati, non vengono salvati né visualizzati. Non c’è verso, provato più volte. È un po’ un peccato, ma non avendo un pc funzionante così è.

All’estero c’è spesso molta più considerazione che qui, almeno nel mio campo e per la mia esperienza. Ma per trovare una soluzione stabile devi essere più giovane di quel che sono io, o avere già una posizione che io non ho mai raggiunto, dati i tagli continui che sono stati fatti qui, o essere sostenuto da qui all’interno di una rete di relazioni. La situazione è inoltre peggiorata nell’ultimo lustro, quando i tagli UE si sono diffusi anche in paesi che erano riusciti a scansarli come la Francia.

“Lottare qui” per me è un’espressione senza molto senso. Lottare per cosa? Da un punto di vista sociale, collettivo, le scelte di politica economica hanno bloccato da decenni qualsiasi mobilità sociale e sviluppo di lavoro qualificato, gratificante e dignitosamente remunerato (intendendo con ciò che garantisce i diritti costituzionali), unitamente alla perdita del salario indiretto dovuta al taglio dei servizi pubblici, sanità in primis (e ne so qualcosa direttamente). Qualsiasi rappresentanza collettiva degli interessi legittimi dei ceti medio-bassi è stata distrutta. Perdiamo giorno dopo giorno le nostre forze intellettuali e le nostre energie in una situazione di sostanziale boccheggiamento sopra il pelo dell’acqua, un depauperamento che danneggia la società tutta. 

A livello individuale, dopo decenni di sforzi e applicazione, al massimo ottieni una sopravvivenza che la minima spesa imprevista manda all’aria per mesi e mesi. Ripetersi “lottare qui” serve solo a massacrarsi nella convinzione che porti a qualcosa uno sforzo individuale (tipica ottica liberista, tra l’altro), per chi è nella sostanziale impotenza come me. Bisogna saper prendere coscienza dei limiti propri e della situazione. 

Possono lottare i membri della piccola borghesia, del ceto medio: non chi riesce a stento a sopravvivere tra spese incomprimibili (cure mediche, bollette varie) e non ha nessun mezzo, né economico, né intellettuale, né di influenza in generale per lottare in alcun modo in maniera minimamente incisiva. Inoltre la mentalità feudale e paternalistica italiana mi è profondamente estranea: e rimanervi dentro, anche in una situazione economica migliore, sarebbe sempre opprimente e forzato. Cioè mi impedirebbe, in ultima analisi, di essere nelle condizioni giuste per dare quel che il mio cervello, la mia personalità, le mie capacità, permetterebbero, nella loro estrinsecazione, di offrire in contributo, com’è giusto, allo sviluppo sociale. Art. 3, comma 3 della Costituzione della Repubblica italiana...

lunedì 21 settembre 2020

La caricatura, mica facile!

 Nota: per il nuovo commentatore. Grazie per l’apprezzamento e per esserti fermato qui, purtroppo non riesco a commentare sul mio stesso blog, perché apparentemente non va d’accordo con l’iPad.

<a href="https://twitter.com/Charlie_Hebdo_/status/1307923513336975361?ref_src=twsrc%5Etfw">September 21, 2020</a></blockquote> <script async src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

<blockquote class="twitter-tweet">

<p lang="fr" dir="ltr">&quot;L’islam, comme toute idéologie, est critiquable. Pas d’exception.&quot; 

<a href="https://twitter.com/femeninna?ref_src=twsrc%5Etfw">@femeninna</a> 

donne la parole aux apostats musulmans et musulmans &quot;non offensés&quot; que les médias n&#39;ont pas relayées suite à la republication des caricatures de Mahomet par Charlie. 

<a href="https://t.co/NCR0gA0muv">https://t.co/NCR0gA0muv</a></p>&mdash; Charlie Hebdo (@Charlie_Hebdo_) 

<a href="https://twitter.com/Charlie_Hebdo_/status/1307923513336975361?ref_src=twsrc%5Etfw">September 21, 2020</a>

</blockquote> <script async src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

Trovo questa vignetta assolutamente irresistibile. Cominciato il processo alle figure di secondo piano, basisti, logisti, pesci piccoli, accusati di essere coinvolti nell’attentato alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo. Morti gli esecutori sotto le pallottole dei corpi speciali, dove e chi siano i mandanti rimane apparentemente ignoto. 

Il migliore processo, la più dura sconfitta - la sola possibile - glielo infligge proprio questa ennesima caricatura, e il coraggio di ripubblicare ancora e ancora le vignette che si volevano censurare con la paura.

Che la satira del settimanale sia di buono o di pessimo gusto non ha importanza. La libertà di critica ne ha parecchia. Come è interessante conoscere l’opinione di musulmani non credenti o anche credenti che non tirano giù il fucile per una presa in giro che non minaccia nessuno.

Postilla: per tutti color che hanno votato “sì” il solo augurio possibile è di trovarsi sempre d’accordo con il governo presente e futuro. Perché il taglio dei parlamentari a questo serve: ad alterare l’equilibrio tra i poteri legislativo e esecutivo a favore di quest’ultimo (e a mantenere in carica l’attuale governo per aggiustare i numerosi problemi tecnici che il taglio ha provocato ridisegnando i collegi e le rappresentanze). Che questo governo sia disposto a svendersi qualsiasi cosa pur di durare e portare a compimento ciò che Renzi cominciò su mandato UE è assodato.

Val la pena ricordare perché e da chi questo nuovo equilibrio tra i poteri è stato auspicato. È stato già riportato qui, ma quest’analisi di una grande banca d’affari statunitense intitolata The Euro area adjustment, about halfway there del 28 maggio 2013, spiega molto chiaramente alle pagine 12-13 che il bersaglio all’interno dell’area euro devono essere “le Costituzioni socialiste” che garantiscono, o meglio garantivano in Italia prima che la lettera della BCE e della BDI ne chiedesse la distruzione, i diritti del lavoro. Essi non favorirebbero infatti “la costruzione EUropea” la quale si basa, fin dalla sua nascita nel 1957, su “un’economia fortemente competitiva”. Di conseguenza si auspicano cambiamenti nella struttura politica che regge i paesi membri dell’euro zona. Uno dei più importanti riguarda proprio gli “esecutivi deboli nei confronti dei Parlamenti”.

Si badi: finché questo e gli altri punti non saranno compiuti, l’aggiustamento dell’eurozona è da considerarsi incompleto. Ed è quella lettera che guida ancora oggi le politiche del governo italiano.

Ecco per cosa abbiamo votato, ecco cosa ha voluto dire votare un moralistico sì, o ancora peggio ammantarsi di una sdegnosa astensione, convinti di dare un virtuoso esempio di sobrio, funzionale risparmio, di indignata stizza o di superiorità intellettuale nei confronti di un’inutile rappresentanza (atteggiamento assai diffuso a sinistra, dove si preferisce evitare di sapere che il fiscal compact l’ha votato il Parlamento, la Fornero l’ha votata il Parlamento, il Jobs Act l’ha votato il Parlamento, la riforma Madia l’ha votata il Parlamento... i memorandum del MES in Grecia qui prossimi venturi li ha votati il loro Parlamento: ma tutto ciò è stato deciso altrove).   

Se non fossi impossibilitata ad andarmene altrove direi godetevela. Godetevela la distruzione della sanità e delle pensioni, la precarietà selvaggia, l’abbandono della manutenzione del territorio, la distruzione del risparmio, l’abbattimento dei salari, e della speranza di vita, lo smantellamento del servizio pubblico, le esternalizzazioni raccomandate.

Godetevela: l’avete votata, l’avete voluta, non avete voluto capire né sapere, avete preferito pensare che ormai i veri problemi fossero altri e la questione economica non esistesse, o fosse solo causa delle intemperanze individuali di un pugno di personaggi pittoreschi: sono otto anni che questi meccanismi vengono indagati, spiegati, analizzati, sviscerati da tutte le parti.

Purtroppo non lo posso dire. Perché non ho altro posto dove andare.

sabato 12 settembre 2020

Con tutti gli insegnanti fannulloni che ci sono, tagliamoli! Ah sì? Inutile dire che voterò NO al referendum sui parlamentari

 Qui le ragioni tecniche di 183 costituzionalisti.

Qui documenti parlamentari di approfondimento.

Rimanderò la partenza per votare: il viaggio dalla Francia sarebbe troppo caro.

In generale, ogni volta che viene oggi proposta una modifica costituzionale, essa ha segno reazionario quindi economicamente svantaggioso per i ceti bassi cui appartengo. I rapporti di forza erano molto più favorevoli per noi nel momento in cui la Costituzione è stata redatta. Più cosciente della realtà del conflitto di classe e meglio rappresentata la classe lavoratrice ha potuto farsi riconoscere diritti (al lavoro, un lavoro che consenta l’estrinsecazione della propria personalità come suprema affermazione della partecipazione alla vita civile e democratica, alla salute, all’istruzione, alla pensione, alle ferie, all’equa retribuzione, alla tutela del paesaggio e a molto altro) che oggi vengono via via frantumati. Per questo una sana diffidenza ai cambiamenti proposti nella presente situazione sarebbe di per sé d’obbligo.

E pazienza se quest’altalena ha principalmente lo scopo di indebolire i 5* che, casi ridicoli a parte, già hanno fatto del loro meglio per darsi la zappa sui piedi da soli, facendoli cannibalizzare dal ben più letale PD, che ha tutto da guadagnare in entrambi i casi. Se vince il Sì ha fatto un gran favore a Bruxelles (e infatti ti pareva che costei non interveniva a favore del sì), consegnandole, come già avrebbe voluto fare Renzi, un Parlamento depotenziato e indebolito. Se vince il No, ridimensiona comunque un avversario sfiatato, nel momento in cui le elezioni locali vedono il Partito Dell’ospedale chiuso dibattersi nelle difficoltà che la sua semina di miseria ha meritato.

Ci si sente dopo.