Oggi

"Data">Data Rivoluzionaria

pellegrinablog,chiocciolaquindi,gmail.com

per gli scribi

Toulouse en érasmienne

mercoledì 23 settembre 2020

Risposte

 Inizio con due risposte ai commenti del post precedente:

No, non posso commentare sul mio blog né spesso su quelli altrui, sia Blogger che WordPress. Non so perché, ma dall’IPad i commenti, una volta che mi sono collegata, li ho scritti nei campi appositi e li ho inviati, non vengono salvati né visualizzati. Non c’è verso, provato più volte. È un po’ un peccato, ma non avendo un pc funzionante così è.

All’estero c’è spesso molta più considerazione che qui, almeno nel mio campo e per la mia esperienza. Ma per trovare una soluzione stabile devi essere più giovane di quel che sono io, o avere già una posizione che io non ho mai raggiunto, dati i tagli continui che sono stati fatti qui, o essere sostenuto da qui all’interno di una rete di relazioni. La situazione è inoltre peggiorata nell’ultimo lustro, quando i tagli UE si sono diffusi anche in paesi che erano riusciti a scansarli come la Francia.

“Lottare qui” per me è un’espressione senza molto senso. Lottare per cosa? Da un punto di vista sociale, collettivo, le scelte di politica economica hanno bloccato da decenni qualsiasi mobilità sociale e sviluppo di lavoro qualificato, gratificante e dignitosamente remunerato (intendendo con ciò che garantisce i diritti costituzionali), unitamente alla perdita del salario indiretto dovuta al taglio dei servizi pubblici, sanità in primis (e ne so qualcosa direttamente). Qualsiasi rappresentanza collettiva degli interessi legittimi dei ceti medio-bassi è stata distrutta. Perdiamo giorno dopo giorno le nostre forze intellettuali e le nostre energie in una situazione di sostanziale boccheggiamento sopra il pelo dell’acqua, un depauperamento che danneggia la società tutta. 

A livello individuale, dopo decenni di sforzi e applicazione, al massimo ottieni una sopravvivenza che la minima spesa imprevista manda all’aria per mesi e mesi. Ripetersi “lottare qui” serve solo a massacrarsi nella convinzione che porti a qualcosa uno sforzo individuale (tipica ottica liberista, tra l’altro), per chi è nella sostanziale impotenza come me. Bisogna saper prendere coscienza dei limiti propri e della situazione. 

Possono lottare i membri della piccola borghesia, del ceto medio: non chi riesce a stento a sopravvivere tra spese incomprimibili (cure mediche, bollette varie) e non ha nessun mezzo, né economico, né intellettuale, né di influenza in generale per lottare in alcun modo in maniera minimamente incisiva. Inoltre la mentalità feudale e paternalistica italiana mi è profondamente estranea: e rimanervi dentro, anche in una situazione economica migliore, sarebbe sempre opprimente e forzato. Cioè mi impedirebbe, in ultima analisi, di essere nelle condizioni giuste per dare quel che il mio cervello, la mia personalità, le mie capacità, permetterebbero, nella loro estrinsecazione, di offrire in contributo, com’è giusto, allo sviluppo sociale. Art. 3, comma 3 della Costituzione della Repubblica italiana...

Nessun commento:

Posta un commento