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per gli scribi

Toulouse en érasmienne

domenica 20 agosto 2023

Buio

 Io lavoro da oltre venticinque anni, facendo tutte le scale dal nero presso gli imprenditori della ristorazione al posto di dipendente pubblico, conquistato con due emigrazioni interne. Ho tentato la emigrazione estera ma per stupidità e per mancanza di sostegno da qui non ci sono riuscita.

Ma comunque ho sempre lavorato. Ecco: sarebbe troppo non dover tremare e singhiozzare se come adesso, su una montagna, la mia vecchia automobile, che non vorrei cambiare neanche potendo,  con cui viaggio, trasloco e porto in vacanza la mamma, comincia a surriscaldare il liquido di raffreddamento e molto probabilmente mi costerà mille euro se va bene e io non so dove trovarli? Non dovrebbe esser almeno questo, NORMALE, affrontare una spesa simile senza paure nel meraviglioso mondo dell’UE così pieno di futili sprechi di individui viziati e debito pubblico cattivo, quello per castigare il quale sono stata costretta lo scorso anno a tremila euro di spese mediche,? E non mi parlate di welfare aziendale, ultima scusa per introdurre la sanità privata e smantellare l’altra.

Io questo mondo lo odio. Lo odio perché minaccia la mia speranza di vita, la mia serenità, tutto lo sviluppo della mia personalità il mio presente il mio futuro e perché ha avvelenato il mio passato. Sono arrivata al lavoro insieme a Maastricht e alla sua austerità e al suo principio di sussidiarietà orizzontale (là dove per privati cittadini si deve leggere « operatori economici », padroni, imprenditori, come si vuol chiamarli, gente che cerca il profitto e bada al soldo, non al servizio) ho patito tutto l’inferno dei cococo dell’amato Prodi che mi hanno distrutto quindici anni di contributi e di vita, peraltro ingrassando le coop e aziende di in-house di sinistra che hanno sfruttato il mio lavoro ancor più di quanto lo sfruttamento esistesse prima. Mi sono salvata con un lavoro sottoinquadrato per tre anni, poi sono passata per pura fortuna, nel senso che c’è stato un secondo concorso, a un livello più consono mentre tanti altri rimanevano bloccati, ma questo livello non ha portato con sé la posizione corrispondente perché nel frattempo ARAN e austerità hanno tagliato le posizioni delle categorie superiori e stanno tuttora continuando a farlo, sotto l’ala brunettiana e gli occhi girati dell’attuale governo e parlamento. Ciò ha provocato un ritardo praticamente irrecuperabile nella mia carriera e nelle mie prospettive economiche e professionali.

La mia pensione è interamente a contributivo puro. Grazie ai cococo dell’amato Prodi sommati alla riforma Dini io andrò in pensione a 71 anni ma la cosa che mi spaventa non è quella. È che grazie a queste due pestilenziali riforme ci andrò con meno di cinquecento euro, e non perché non abbia lavorato. Da che sono pubblico dipendente contrattualizzato ho sempre avuto il salario sopra il minimo, per i fautori de’ du’ spicci spacciati per welfare rinnovato e tanto tanto solidale anziché per povertà aumentata, in ultimo da questa figurante nullità che si guarda bene dal chiedere di abrogare le leggi di chi l’ha preceduta e si spaccia per suorina di carità dall’alta morale e dallo strillo facile. E qualcuno ci crede pure.

Prodi, Dini, Biagi (il giurista), Fornero, Renzi, Monti, Bersani, Ciampi, Cassese, Severo Giannini, Boeri, Ichino hanno fatto di tutto per creare i working poors in Italia e ci sono egregiamente riusciti. Compreso istillarci l’idea della loro « necessità » sommata ai sensi di colpa per i nostri consumi eccessivi, perché abbiamo un’auto a GPL, perché siamo viziati e perché vorremmo stabilità di vita e pagarci tre settimane di vacanza l’anno quando siamo obbligati a prenderle. E naturalmente i loro propagandisti da quattro soldi ripetono lieti cotante stupidità. E di individui ancor più laidi meglio non parlare.

Ricomincio a piangere di stanchezza e di disperazione. Non ce la faccio più e non so cosa letteralmente fare.


venerdì 18 agosto 2023

Ascoltare gli imprenditori

 È diventata la nuova parola d’ordine da un quarto di secolo. Loro sì che se ne intendono. Evidentemente quando si tratta di stare dietro ai loro interessi, che poi non sono i nostri, e basta dover prenotare un biglietto aereo o anche di treno per accorgersene. 

Quindi, quando si leggono sul sito di una prestigiosa agenzia giornalistica frasi come queste: « Per arrivare in Italia ci vogliono di solito 7 o 8 giorni... dipende dal meteo e dagli ostacoli durante il percorso", afferma Abu Ramez. "Il punto più difficile è vicino alla Grecia, perché i greci mandano pirati mercenari ad affondare le barche, mentre l'Italia è il primo Paese che accoglie veramente » ci si interroga.

Saprà o no calcolare bene i suoi interessi e i suoi profitti l’operatore economico, investitore in un mercato di sicuro successo, ergo, bravo per definizione?

lunedì 14 agosto 2023

Propaganda, ancora

 La piaggeria e la sfacciata propaganda di tutti i media sulla guerra russo-Ucraina, cioè USAUE che han fatto di tutto per sfasciare qualsiasi ipotesi di cessate il fuoco, invocato dai generali stessi all’inizio della guerra, per lasciar massacrare una popolazione e ormai più di una per il proprio potere e per la smania di regolare i conti a spalle altrui, mi ha portato a livelli di insofferenza tali da chiudere occhi e orecchie davanti a chiunque ne parlasse qualsiasi  cosa dicesse, per l’istintiva repulsione che ho sempre provato verso le balle consapevoli e no. Ormai se qualcuno vuole una sfuriata da me deve solo affrontar l'argomento che gli taglio qualsiasi protuberanza possegga.

L’insofferenza da propaganda smaccata, peggio di quella vista nelle guerre agnello di dio-democratiche contro l’Hitler di turno dei passati decenni (alla faccia di chi dice che è stato un fenomeno unico, che molte volte sono poi le stesse persone), si trasforma oggi in disgusto quando in seguito alla morte di una studiosa francese ho avuto la fantasia di ascoltare i suoi interventi in una trasmissione in cui si parlava dell’argomento. Svettando sopra gli altri con maestria e buonsenso riusciva a novantatré anni a non farsi mettere in bocca quello che il prono intervistatore voleva a tutti i costi farle dire, tranne alla fine, in cui comunque riaffermava il principio della non ingerenza, corredato dalla saggia osservazione che solo così si può pensare di far accettare un cambiamento a un paese.

Il resto della trasmissione era talmente ridicolo nella sua smaccata parzialità salottiera e benpensante da far veramente ridere delle « democrazie europee occidentali » che tollerano e incoraggiano prassi del genere. Se mai c’è stato un problema di libertà di stampa nella pretenziosa Europa, questo è quel momento, davvero.

Se codesti cantori e chi li ispira avessero senso della misura il loro lavoro riuscirebbe meglio. Ma buonsenso e misura tali spregevoli personaggi e istituzioni devono averlo lasciato alla fine della storia. Mi chiedo cosa avverrà nella prossima campagna elettorale per le elezioni UE e quali censure si scateneranno, prima di tutto in rete. E l’oscuramento di Twitter, forse la rete più politica e diffusa, in sola lettura mi sembra un primo passo per nascondere l’informazione a chi, come me che ho scelto di non essere sulle reti sociali di alcun tipo, non aveva intenzione di iscriversi. Con buona pace di chi sostiene il ruolo di traviamento delle reti sociali.

 Capisco Sartre quando si sentiva in trappola fino a ammalarsi tra le scelte impossibili o odiose di rimanere senza assoggettarsi o partire in caso di invasione sovietica. Io non ho ovviamente alcun valore simbolico, le mie scelte non impegnano che me senza avere rilevanza per nessuno, il contesto non impone di prendere in considerazione simili drastiche scelte, ma il senso di disagio e di rivolta impotente davanti a questi cialtroni di urlatori e ai loro sottoprodotti in sedicesimo da reti sociali, che ripetono con mediocre  sfacciataggine modalità stantie da Invasione degli ultracorpi sono veramente inaccettabili prima che nauseanti.

Sta di fatto che questa roba mi ha talmente infastidito che la prossima volta che avrò occasione di votare, verosimilmente alle europee di maggio, darò il mio voto a chi si proporrà di finire immediatamente gli scontri a qualsiasi condizione. Come gridai una volta a un tizio che si faceva propaganda ai cancelli del Policlinico nel 2012, spiegando che avrei votato chiunque, fosse pure il diavolo purché all’opposto dell’agenda Monti che all’epoca Bersani rivendicava. E oggi aggiungo: fosse pure il diavolo, pure i cosacchi al Campidoglio, pure gli spiedini di neonati a Ferragosto.

Basta.

giovedì 10 agosto 2023

La prima volta

 Arriva per tutto, si sa, ma non sempre è una bella cosa.

Domani, come ogni anno, partiamo con la mamma per la montagna, se tutto va bene.

Un carissimo amico mi scrive: a Ferragosto guiderà un gruppo tra i monti fino al cimitero di guerra. Un luogo di splendore fra i prati e le cime, che entrambi amiamo per la storia che contiene. Una bella mattina all'aria aperta. Anche all'alba, volendo.

Ora, la mamma all'alba no, ma la gita, avendo passo sicuro, forma fisica e lunga pratica, sarebbe perfettamente in grado di farla a tutto vantaggio del suo sistema nervoso e dell'umore. Se solo accettasse di fare checchessia. Ma ormai la sola cosa che sa dire è no. No a ogni cosa. Che è davvero triste.

Per la prima volta sento la sua presenza come un peso e un impedimento che mi infastidisce soltanto. Vorrei andare a quella gita, anzi, quel che davvero vorrei è che ci andassimo insieme, e mi dispiace che lei ci sia, a mettersi di traverso per principio con la sua ostinazione malata, non solo al suo stesso benessere, ma anche a me. Ovviamente da anni ho rimodulato le attività in montagna su di lei, ma era diverso.

Forse perché devo rinunciare a tanto - una casa, una cucina, un bimby nella cucina P-;, un lavoro amato, vivere in un paese che mi corrisponda, integrarmi tra persone che mi fan sentire bene, predisporre una vecchiaia serena, concedermi il piccolo agio di un taxi quando occorre, non tremare davanti a ogni spesa non essenziale e anche solo davanti alle bollette triplicate che arrivano in continuazione - non riesco a trovare proprio niente di positivo o appagante nel sacrificio. Tanto più quando, come in questo caso, non apporta nessun tipo di beneficio a nessuno.

Ce ne saranno sempre di più, di casi come questo.

Non è una bella prima volta.



giovedì 3 agosto 2023

Estate

 Quest'estate vorrei riuscire a leggere. E a pensare. E s.