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Toulouse en érasmienne

giovedì 26 gennaio 2023

« Non sono sicuro... »: aggiornamento

 «...che sia una nuova patologia». Il chirurgo è un omone dall’aria allegra e soprattutto calda. Ci riceve di corsa e di straforo in ospedale, su raccomandazione di un amico d’infanzia del figlio del marito della mamma (santo subito) in una stanza molto contesa, tra squilli di colleghi che lo sollecitano: «Sì ieri sera ho operato ma stanotte avevo le ossa che mi facevano male», spiega che « questa ragazza » ha un polmone quasi fuori uso ma potrebbe trattarsi del ritorno di un’infezione precedente che le ha lasciato delle broncoectasie che potrebbero avere provocato un ammasso di muco scambiabile per una massa tumorale.

E quindi le dà una terapia che somiglia alla mia, per un mese, al termine delle quali va ripetuta una TAC con mezzo di contrasto.

Quando cerchiamo di pagarlo rifiuta categoricamente: «No, io non mescolo il privato con il pubblico», suscitandomi una risposta di approvazione incondizionata dato che è anche il mio lavoro, sia pure in un diretto settore e la penso esattamente come lui. Mi lancia un’occhiata e al momento dei saluti mi stringe la mano a lungo, con tutta la forza della sua stazza e del suo mestiere.

La mamma ci fa dannare per prendere le medicine perché lei sta benissimo e sono tutte nostre fissazioni, ma cercheremo di tenere duro.

La mia sensazione, anche se lui non vi fa mai cenno direttamente, è che una volta saputo di cosa soffre oltre al polmone, comunque non la opererebbe.

Tutto è rimandato al 13 febbraio.

Grazie a chi mi ha lasciato commenti affettuosi di sostegno che ci vogliono tutti, google, di cui sono sempre più stufa, complica tuttora rispondere: lo faccio qui. 

Per ora cerco di coccolare un po’ la mamma, senza pensare al dopo.


lunedì 16 gennaio 2023

Sospetto...

 ...cancro. La mamma, a un polmone.

Non avrei voluto esordire così quest’anno ma come si suol dire quando te le strappano proprio le parole.

Andremo avanti con gli accertamenti.

Il bello si fa per dire è che io glielo dicevo da anni che quel fischio nel respiro non mi convinceva. E lei a dire che non era niente: e non so se i medici, per risparmiare un esame al SSN, non le abbiano mai prescritto niente invitandola a non darci peso.

Mai fumato, ma la sua generazione nel fumo passivo c’ha passato due terzi della vita.

Ora lei non ha più molto da perdere, ma non so quale dei due scenari sia peggiore. Morire soffocata o morire per incapacità a svolgere le funzioni fondamentali della vita: mangiare, agire...

Insomma, spero di morire nel sonno senza accorgermene e sana come un pesce, come avvenne alla mia prozia bisbetica una notte di Pasqua.

E spero che non sia niente e che soprattutto lei qualunque cosa sia, non soffra.