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per gli scribi

Toulouse en érasmienne

sabato 12 settembre 2020

Con tutti gli insegnanti fannulloni che ci sono, tagliamoli! Ah sì? Inutile dire che voterò NO al referendum sui parlamentari

 Qui le ragioni tecniche di 183 costituzionalisti.

Qui documenti parlamentari di approfondimento.

Rimanderò la partenza per votare: il viaggio dalla Francia sarebbe troppo caro.

In generale, ogni volta che viene oggi proposta una modifica costituzionale, essa ha segno reazionario quindi economicamente svantaggioso per i ceti bassi cui appartengo. I rapporti di forza erano molto più favorevoli per noi nel momento in cui la Costituzione è stata redatta. Più cosciente della realtà del conflitto di classe e meglio rappresentata la classe lavoratrice ha potuto farsi riconoscere diritti (al lavoro, un lavoro che consenta l’estrinsecazione della propria personalità come suprema affermazione della partecipazione alla vita civile e democratica, alla salute, all’istruzione, alla pensione, alle ferie, all’equa retribuzione, alla tutela del paesaggio e a molto altro) che oggi vengono via via frantumati. Per questo una sana diffidenza ai cambiamenti proposti nella presente situazione sarebbe di per sé d’obbligo.

E pazienza se quest’altalena ha principalmente lo scopo di indebolire i 5* che, casi ridicoli a parte, già hanno fatto del loro meglio per darsi la zappa sui piedi da soli, facendoli cannibalizzare dal ben più letale PD, che ha tutto da guadagnare in entrambi i casi. Se vince il Sì ha fatto un gran favore a Bruxelles (e infatti ti pareva che costei non interveniva a favore del sì), consegnandole, come già avrebbe voluto fare Renzi, un Parlamento depotenziato e indebolito. Se vince il No, ridimensiona comunque un avversario sfiatato, nel momento in cui le elezioni locali vedono il Partito Dell’ospedale chiuso dibattersi nelle difficoltà che la sua semina di miseria ha meritato.

Ci si sente dopo.


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