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Toulouse en érasmienne

venerdì 7 febbraio 2014

Correndo coi lupi?

Post striminzito e frettoloso, stavolta. Su un film che ho visto. Non il miglior film di questo regista, a volte fin troppo compiaciuto nello scavare in direzione del disgusto splatter che piace tanto a certo cinema USA (venti minuti al club si sarebbero potuti tagliare senza rimpianto). Certo perfetto nel suo genere stravisto, quello di un filmaccio USA, con tutti i luoghi comuni della solita storiaccia, sempre il solito eroe positivo o negativo in primo piano, sempre le questioni superficialmente tagliate con l'accetta, sempre il contesto inesistente, sempre la solita ambiguità di fondo per cui ogni cattivo si riscatterebbe, a voler cercare bene, con qualche guizzo individuale di generosità, o meglio di beneficenza.
Una cosa a me non lasciava dubbi, però, ed era la volgarità assoluta dell'insieme, nonché la pessima qualità di vita, ossessionata, repressa, incapace, autolesionista e alla fin fine noiosissima, che il protagonista e il suo mondo facevano. Incapaci persino di divertirsi se il divertimento non passava dall'alterazione psicotropa, il che a me, e so di non essere alla moda ma ormai ci sono abituata, sembra la più gigantesca stupidità concepibile da mente umana. Voglio dire: divertirsi dovrebbe significare avere attività o trovarsi in situazioni talmente piacevoli e gratuite, da darti benessere di per sé stesse. Se per poterti divertire in una data situazione devi ricorrere a un aiuto chimico, come se avessi il raffreddore o peggio, vuol dire che quello che stai facendo, qualsiasi cosa sia, non ti diverte affatto. Allora perché continuare a farlo, anziché provare altro? Perché siamo talmente alienati e con lo spirito d'iniziativa che può avere un gregge sotto sedazione da non capire nemmeno più cosa sia il piacere, o almeno un piacere?
Insomma, oggi ho letto questa notizia, e sono rimasta perplessa. Perché condivido alcune delle obiezioni, eppure non riesco a togliermi dalla testa l'idea che la volgarità che deborda dal film sia di tali proporzioni da lasciare pochi dubbi, ma anche poca curiosità, sull'essenza di quel mondo.
Poi mi è venuto da pensare che questo è un film di un regista non giovane e cresciuto in un certo mondo, con certe coordinate culturali e una certa mentalità. Ma chi è nato 30 anni fa, o meno, ha attraversato un mondo in cui queste coordinate son del tutto mutate, senza che gli adulti che avevano vissuto altro abbiano, a loro perenne disdoro, saputo o voluto trasmettere punti di riferimento diversi, mentre la macchina dell'immaginario  e delle aspirazioni veniva diretta da quella parte. In fin dei conti, la questione dello spirito di emulazione nasce proprio da qui: dalla mancata proposta di alternative realmente articolate. Per persone della generazione più recente, il cheap assoluto di quel mondo, anche a prescindere da giudizi etico-giuridici, non è affatto evidente, al contrario. Il loro immaginario è cresciuto su coordinate che prevedevano come sfondo esattamente quell'immaginario e quei sogni.
Per scuoterne la sottomissione a quelle idee, ci vuol altro. Meno compiaciuto, molto più duro.

Cosa mi è piaciuto di più del film? La scena di reciproca sfida, quasi una seduzione, tra il protagonista e l'antagonista (bei fisici, attori intensi, ben diretti, dialoghi intelligenti, ah, qualcuno che spende per le parole al cinema!), sul battello pacchiano. 
Che altro poteva piacere alla regina dei mulini a vento?

3 commenti:

  1. Io ho visto solo il trailer di questo film e non mi ha convinto granché. E anche il bel Leonardo Di Caprio mi ha un po' stancato. Buona notte

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    1. Infatti io preferisco l'antagonista bruno ;-).
      Sai è un filmone, professionalmente ben fatto, mostra la follia assoluta di personaggi riveriti come maghi dell'economia (aldilà che siano onesti o no), ma epidermicamente, niente più.

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  2. Ciao Pellegrina, ti rispondo qui:
    il burro chiarificato (samneh) deve essere sciolto, e va mescolato con lo zucchero e il cardamomo con una frustina finche' e' ben amalgamato. Solo ora si aggiunge 1/4 di cucchiaino di acqua di rose (che pero' puo' essere piu' o meno concentrata a seconda delle marche), poi rapidamente la farina di ceci che va setacciata primma di iniziare.
    Si formano delle briociole umide, si compattano in un rettangolo alto 2.5cm, si mette in frigo per 45 minuti, si taglia con la forma e cuocere a 150C.

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