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per gli scribi

Toulouse en érasmienne

domenica 21 giugno 2020

Post da nulla

Mi attendono, nel disordine: i pavimenti da lavare, che non sarebbero così terribili se la casa non fosse talmente piccola che due terzi del tempo se ne vanno nel molto peggiore lavoro di spostare oggetti e scatoloni per poterci pulire sotto; due stoviglie da pulire ché certo ho la lavastoviglie ma alcune cose serve tenerle sempre a portata di mano; i polpetti da cuocere con il basilico - ma loro sono gentili: si fanno da sé; due libri da recensire, un testo da finire da tempo vergognosamente immemorabile ché no, soccome non mi pagano per farlo, il tempo che mi resta da dedicarci è quello di un fine settimana che mi vede sempre più impegnata e stanca: ecco come si stroncano le velleità e la freschezza di idee di qualsiasi tipo; una mamma da visitare perché sta male e senza speranza di miglioramento (no COVID, malattia degenerativa), un di lei marito angosciato e angosciante nei miei confronti, che mi avvelena ogni raro: abitano lontano, momento che mi guadagno per passare con lei finché ha ancora una coscienza e vive; il pensiero di come trovare i soldi necessari ad assisterla. Avete mai letto i passi per una procedura di invalidità elaborati dall'INPS di questo laido figuro e dei suoi simili? Ecco, ve li consiglio se volete capire cosa sia l'umiliazione che devono passare un malato e un familiare già sconvolti da una situazione tra le più insostenibili fisicamente e moralmente.
Mentre dovrebbe essere automatico, una volta avuta una diagnosi: volete un aiuto? Invio io medico la diagnosi che ho comunque redatto al pc, e la procedura inizia immediatamente, senza scartoffie che accertino peraltro ciò che la PA possiede già.
Sappiate comunque che siccome privatizzare e liberalizzare è bello, - lo spiega la mamma e la mamma ha sempre ragione - meno spese si devono sostenere per la previdenza e l'assistenza, più alti saranno i profitti per i privati che subentreranno. E i dirigenti, ovviamente, obbediscono, lieti: sono pagati apposta. "La buona salute dono del Signore, la cura del vecchio, atto di pietà familiare" scrivevano gli ispiratori:  il ministro dell'"adorato Prodi", e prima di lui Luigi Einaudi e Friedryck von Hayek, sì, l'ispiratore di quel tipo che ebbe qualche problemino da risolvere negli stadi. Ma erano gli antipodi, che importa qui e oggi? E' un altro mondo. Sì, proprio.
E questo sarebbe il giorno del riposo.

Ma niente: oggi mi andava di celebrare l'estate. Mattina di limpido cielo, davvero azzurro - grazie confinamento! - fiori di cui risplendono le vie mal o niente pulite: bouganville e oleandri impazziscono a Roma.
L'idea che la notte variasse da più corta a più lunga, i solstizi tutti mi hanno sempre emozionato, soprattutto quello d'estate, forse anche grazie a Shakespeare, o a quella volta che al parco vidi bambina la luce non finire mai e ne chiesi alla mamma tra una corsa e l'altra. Lei, seduta sulla panchina, mi spiegò che in questi giorni il sole restava più a lungo. Quindi si poteva giocare più a lungo al parco.
Comunque la notte dell'estate mi conquistò anche da adulta, e diviene sempre più fremente con il passare degli anni quest'idea di festa. Anche se da noi pochi la condividono.

Di solito la celebravo in Normandia, quest'anno non ci sarà che un post qui sopra, e finirà presto, molto più presto che al nord. Ricordo una sera tornando a Parigi da una giornata di meraviglie a  Strasburgo i 38° alle 21 h 00 scendendo dal trenoin pieno sole alla Gare de l'Est; ricordo i pianoforti per le strade a Tolosa in una settimana sferzata da acquazzoni che li resero inservibili, ma qualcuno li suonava lo stesso, incurante della pioggia e delle stonature.

Ieri sera invece guardavo il tramonto e l'imbrunire leggendo davanti ai Fori. Alle mie spalle un militare, dio sa perché i Fori sono presidiati dall'esercito, raccontava le storie della sua famiglia al commilitone a volume da altoparlante rave. Solita pacchianeria in giro nelle strade adiacenti, solita soddisfazione solitamente a me incomprensibile nel rientrare in una routine kitch prima come dopo.
Solita bellezza indicibile, superstite per frammenti. Ripenso all'idea di Cederna e Niccolini: l'area dei Fori e dell'Appia antica interamente pedonalizzata, il più grande parco archeologico del mondo.
Adesso il centro deve diventare un enorme B&b sussidio per pochi a redditi insufficienti, speculazione per molti di più in proporzione, espellendo i residenti da centri e zone semicentrali, come già avviene a Firenze, per offrire alloggi scadenti e ricavati al risparmio estremo a turisti anch'essi impoveriti dal virtuoso liberismo dei santi UE.

Oggi vediamo, per ora devo raggiungere il secchio, anzi il mocio. Benedetto sia. Sapessi dove metterlo, ne comprerei un secondo per il risciacquo.

 Alla libreria anarchica difronte al portone ho comprato la riedizione di questo libro la prima in rete nell'usato costava di più.
Ho voglia di ritrovare le biblioteche parigine. Una piccola buona notizia mi arriva, perché avrò per altri trenta mesi un'etichetta. Ma mi lasceranno andare da qui? E come farò con il denaro, dato che la fisioterapia che sto facendo mi prende i due terzi del mio salario tutti i mesi?

L'aria entra ancora fresca, piacevole, dalla finestra. Il sole fa rilucere le piante del dirimpettaio. No, qui non arriva mai, anche se la luce è sufficiente, ma picchia sul tetto giusto sopra la mia testa e mal isolato: comprare anche il sole nelle stanze avrebbe richiesto ventimila euro in più e quei soldi, che mi ha dato quasi interamente la mamma, non c'erano tredici anni fa. E non ci sono adesso.
Mi manca.   

Festa: sì, ma anche preoccupazioni economiche.

Ed ecco che nella scrittura l'angoscia sotterranea è uscita, ha trovato le parole nelle lacrime dell'impotenza, mischiandole alla schiettezza della voglia d'estate.

Post altalenante, quindi.
Come sempre.

Alla faccia degli idioti per cui "Godete delle piccole cose! Non pensate al domani! Il futuro è adesso!" e altre propagande narcotiche, fuffe più irritanti della cosa stessa.
Il mocio attende.

4 commenti:

  1. Risposte
    1. Grazie Dolcezze. E' un momento emotivamente molto triste, cui si mischia alla difficoltà oggettiva di gestire una malattia simile, ancora prima degli aspetti economici.

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  2. e io, che volevo mandarti gli auguri per il tuo solstizio preferito ho finito per dimenticarlo perfino nel mio blog 🙁 Ma anche se in ritardo ti abbraccio, come fa Dolcezze.

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    1. Il solstizio preferito è sempre un bel pensiero. Mi ero accorta che quest'anno mancava dal tuo blog...
      Per il resto, grazie.

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