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per gli scribi

Toulouse en érasmienne

martedì 10 novembre 2020

Contro un cielo livido di struggente bellezza

 Come al solito, peraltro, sullo sfondo di alberi abitati ancora da foglie rugginose che la pioggia sta strappando via coprendone i marciapiedi, qualcosa attira lo sguardo appena uscito dalla gamella dove riposava ancora semitiepida questa minestra (peperoncino rigorosamente escluso, cannella e anice stellato al suo posto, paimpol, fagioli bretoni piccoli, dolci e fondenti, una frullata finale rapidissima le mie varianti).

Arrivava dritta nella posizione del volo, affusolata, veloce, collo dritto, corpo dritto, le ali battevano l’aria tranquille, ritmate, sicure. Arrivava come chi sa di poter tutto, l’eccellenza non ha bisogno di preoccuparsi del resto. Scorgeva la punta dell’Île de la Cité, ideale per una rinfrescata e uno spuntino. Rallentava, esplorativa. Scendeva, ma come? Due, tre giri per ridurre la velocità in eleganza, una vite appena accennata, raggiungeva l’acqua con naturalezza, ritmo giusto, spazio necessario, minimo. 

Rimaneva a galleggiare quel tanto per abituarsi, farsi appena scorgere da chi sostava nei dintorni, fossero acque o tavole. Nera, forse sfumata di grigio, becco aguzzo color acciaio.

Prese le misure, si tuffava, le onde della Senna si allargavano in cerchi intorno a lei. Non riappariva, ma in sua vece giungevano gabbiani a investigare in quelle stesse onde. Lei riemergeva più in là, neanche scuotendosi l’acqua. Si rituffava, per cercare evidentemente qualcosa, come una straniera che ha fatto tappa nel pieno centro di una città sconosciuta quanto attraente. La corrente la faceva riemergere sotto il ponte, era già dall’altra parte, se ne vedeva solo il corpo robusto e appena arrotondato, un’ultimo tuffo e non si riesce a scorgerla più.

Non so che cosa fosse, ma nella mia fantasia era un’anatra selvaggia pronta a partire per svernare nel Nordafrica. Più probabile che fosse questa, ma le mie conoscenze in ornitologia sono davvero scarse.

So invece che invidio molto lui (quello qui sotto, il rouge-gorge) perché ha il diritto involable di becchettare in questo cortile. Peraltro, se lo avessi avuto anche io, non avrei mai condiviso la pausa pranzo con la sua meravigliosa sorella. 


Adesso dovrei decidermi a lavorare. Oggi è una giornata in cui non sono riuscita a combinare nulla. :-(



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