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Toulouse en érasmienne

giovedì 5 ottobre 2023

Sulla zattera nella tempesta

 Boh. Le persone sono strane. Nemmeno ipocrite, proprio strane a volte. Al momento c’è una persona adorabile che si sta rivelando un’arpia a 360° cosa che ha già fatto scappare qualche collega. Magari qualche ipocrita ci ha messo una buona parola, ma ad ogni modo, quando si conoscono le persone e la situazione come si fa a reagire così.

Purtroppo, ho veramente smesso di aspettarmi dalle situazioni qualche cosa che non sia il vantaggio personale. Come ha fatto da sempre una saggia collega che si ritrova al momento, dopo sforzi non indifferenti, in un posto letteralmente d’oro. Al punto in cui siamo, con le entrate che non ho, è davvero la sola cosa di cui ho deciso di occuparmi. So come si dovrebbero e potrebbero fare le cose, ma sono stufa di pazzi in libertà. Ho una carriera da ricostruire, pochissime opportunità, poche energie e zero soldi.

Basta sforzi fatti per essere abbassata e umiliata. Devo riuscire a spostare tutto altrove. È un momento di transizione. Sto affrontando un problema colossale di cui non posso parlare qui e non sento nessuno al mio fianco, nessuno, anzi, una costante sorveglianza gravida di diffidenza, tesa a crearmi impacci continui quando non sono neanche in servizio, malgrado niente sia riconducibile a me. Meschinità che si crede furba e riesce solo a far risaltare ai quattro venti la propria irredimibile mediocrità, incapace di concepire altri modi di fare che i propri. Gente che la politica economica della lesina ha portato ai vertici delle amministrazioni senza che avessero la mentalità e la preparazione necessarie, purché considerino il loro lavoro alla stregua di un pallottoliere. Non un filo volto a sollevarmi da questa situazione in cui sono l’unica a rischiare una posta enorme nell’indifferenza se non peggio di chi ha costruito una situazione che potrebbe potenzialmente danneggiarmi oltre ogni dire. Allora a cos’altro dovrei prestare attenzione e energie se non a me stessa?

Ecco, diciamo che vorrei dedicarmi alle mele e alle noci.


6 commenti:

  1. "Se non siete voi, per voi, chi lo sarà?"
    È Gesù nel Vangelo, non nel Manuale del Perfetto Arrivista.
    Io spero con tutte le mie forze che tu ne esca bene e posso capirti perché in acque molto simili alle tue ho navigato per diversi anni, prima di approdare alla scuola (che a quel punto mi è sembrata un paradiso terrestre). Fai più che bene a occuparti soprattutto di te, e speriamo che l'ambiente migliori, perché quando improvvisamente ti ritrovi presenze che diventano ostili senza che tu capisca perché è davvero spiacevole.
    In Gos We Trust.

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    1. Non so chi sia Gos ma forse tu sei Murasaki. È molto complicato per me riuscire ad accantonare l’ambizione di far bene le cose per occuparmi anzitutto di me stessa senza sentirmi frustrata e in qualche modo persino manchevole. Significa riuscire a scindere del tutto la mia soddisfazione dal lavoro, date le condizioni in cui mi ritrovo ad agire.

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  2. Certamente sono Murasaki, e Gos, come puoi ben immaginare, è una forma confidenziale per God (sì, i soliti errori di battitura). Ma mi dispiace molto che per te sia frustrante occuparti soprattutto di te e metterti al primo posto nelle tue priorità. Ma può darsi che mi sentirei anch'io così al tuo posto, non so. In tutti i casi, incrocio le dita 💙

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    1. No, non è occuparmi solo di me che mi fa sentire frustrata, ma l ‘idea di abbandonare ogni orizzonte di soddisfazione sul lavoro, chiudendo occhi e orecchie per tentare almeno di salvaguardare qualche parte della salute, data la situazione di impotenza e mancanza di prospettive in cui le scelte dell’organizzazione mi hanno messa e con me ovviamente tutto il mio settore. Ho bisogno diciamo di sentirmi apprezzata per quello che so fare e per il servizio pubblico che devo e voglio erogare. La prospettiva di occuparmi anzitutto di me stessa non riesce a riequilibrare la frustrazione di passare metà della giornata in ufficio guardando figuratamente le lancette dell’orologio per evitare di finire in un ingranaggio di oppressione stritolante, non per quello che mi chiedono, ma per i mezzi e le prospettive che non mi danno. Comunque capisco cosa dici della scuola, probabilmente un docente ha un margine di autonomia davvero intoccabile, sia pure in mezzo a contesti intollerabili. Cosa che a me non è data.

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  3. Resistere, resistere, resistere!
    ( e grazie della citazione!)

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