Oggi

"Data">Data Rivoluzionaria

pellegrinablog,chiocciolaquindi,gmail.com

per gli scribi

Toulouse en érasmienne

lunedì 9 novembre 2009

Ho ricevuto una segnalazione

di cui ringrazio l'autore.
E che "diffondo", per quanto non del tutto d'accordo.

Pellegrina

venerdì 6 novembre 2009

Immaginazione in biblioteca

Dunque, per usare tutte le risorse della medesima, specie in caso di giorni umidi, piovosi e pieni di spifferi come questo, con i termosifoni ballerini e le finestre che chiudono male, prendere in pugno la situazione e:
  1. recarsi in cucina (sìsì ce l'abbiamo!)
  2. prendere due tazze
  3. riempirle di latte
  4. scubettarci dentro mezza tavoletta di Ritter fondente (rigorosamente!!)
  5. metterle nel micronde (abbiamo anche quello)
  6. accendere per tre minuti
  7. mescolare
  8. assaggiare
  9. completare con fiocchi di panna
  10. tornare alla scrivania, muniti di tazza, per trovarvi l'ispirazione per terminare facilmente l'esercizio preparato da Mary Joan ;-).


Purtroppo a parte la cucina e gli spifferi il resto non fa parte del nostro patrimonio :-( ...

sogno caldissimo

In ogni caso son certa che qualsiasi pennuto, dall'anatra alla falchetta, non potrebbero che trillare di felicità davanti a questo.


(Ah, ops: questo post è stato scritto e caricato con Google docs.)

e questo con foglio di calcolo
E non mi fate più usare attrezzi del genere cifre da piazzare su file scivolosi in cui si muove tutto! sono una brava falchetta io.

Sono quindi molto più a mio agio con gli attrezzi di google books. Che vorrei molto più sviluppati. Ad esempio nell'organizzazione dei tags (che è strano, dato che è molto sviluppata la gestione dei tags, si è visto in passato). Non ho mai usato s/w per citazioni ma penso che sarebbe bello se GB permettesse una corretta citazione bibliografica esportabile. Adesso gioca un po' con link, colori e caratteri. E permettesse di importare tonnellate di record con tanto di localizzazioni da cataloghi di biblioteche, mentre adesso richiede un ISBN, con una visione probabilmente pensata per il commerciale (non ci scordiamo che Google è questo, ci piaccia o no, anche quando sembra, per ora, regalarci tonnellate di materiale. Crea il bisogno e poi fattelo pagare. In questo caso poi il bisogno c'era già, da noi almeno, dati gli orari assurdi e la scarsa accoglienza delle biblioteche). Mentre riesce, poverino, a cercare solo in biblioteche che sono dietro casa (sua), vedi Ohio o giù di lì.
Come istituzione la cosa più immediata che viene in mente sono direi gli elenchi bibliografici mirati a disposizione dell'utenza anche remota, con tanto di localizzazione dei documenti non posseduti (se si potesse fare). Oppure link dagli opac (figurarsi quel ferrovecchio da cestino di Sebina, sia pure OL!) alle anteprime o digitalizzazioni disponibili. Altra possibilità potrebbe essere quello di raccolta di desiderata ragionati, proprio perché l'opera può essere annotata, commentata e classificata. Se poi la biblioteca svolge anche una funzione di raccolta di sussidi didattici potrebbe essere un punto di accesso a risorse predisposte dai docenti (nelle varie declinazioni del termine).
Insomma una funzione metà contenutistica metà di aggregatore e tendenzialmente collettiva. Questo in generale mi sembra un problema del proliferare degli strumenti "interattivi": il rumore di fondo dell'informazione che disperdiamo in troppi contenitori e supporti cui tenere dietro (fossero pure supporti secondari come gli aggregatori). Invece sarebbe più funzionale un grosso quaderno ben rubricato in cui appuntiamo tutto e poi gli strumenti di ricerca (cataloghi, esploratori web ecc.) raggiungibili sempre dallo stesso unico attrezzo. In questo direi che google è forse il più avanzato (e impressionante per capacità di progettazione e investimento, ben aldilà della sgobbata quantitativa che fa épater le bourgeois dei milioni di digitalizzazioni) come varietà di offerta, che ingloba ormai anche la funzione di email e post di blog. Quello che manca ancora è poter gestire tutto insieme, senza passare per diecimila attrezzi diversi, entresci clicca autorizza ecc. che è francamente entusiasmante come la morte.
Non a caso allora ciò che unisce tutto è l'account google, quindi qualcosa che parte dalla mail, che "tutti" abbiamo (tranne quello che non lavora a Microsoft!) per poi continuare a proporre questo ventaglio di strumenti che aiutano cullano e avvolgono e che si organizzano dalla igoogle (vorrei eliminare questo passaggio e agire direttamente da un solo strumento e da ogni sua pagina).
Ovviamente permangono i problemi di persistenza e gratuità, nonché riservatezza.
Ma direi che per le nostre biblioteche internetofobe pisanufile sarebbe una buona scrollata dover concedere agli utenti anziché un tavolo uno schermo e una tastiera su cui fare il proprio sacrosanto lavoro di lettura e studio!!!
Sarà che sono utente e non solo bibliotecaria, e perdipiù di quel buco nero che sono le biblioteche di conservazione, dove si perdono ore per chiedere una riproduzione digitale a prezzi da furto e dove l'opac SBN è solo quello di polo... alla faccia di "Internet in biblioteca".

venerdì 30 ottobre 2009

Lagna, uffa!

Gmap mi sta veramente scocciando. e' macchinosissimo e non mi visualizza nulla di quel che gli chiedo. Però mi fa continuamente proposte di diffondere il mio nome (non il nick!) urbi et orbi. Che indiscreto.
Infine non accetta assolutamente l'html per visualizzare la mia mappa.
Mi ha decisamente stufato.
Lo boccio (forse qualche responsabilità ce l'ha pure la piattaforma).
Alla fine ci sono riuscita. Ha anche una serie di accessori divertenti: dalle radiazioni di Chernobyl a molto altro. Ma usarlo non mi piace: richiede troppo tempo ed è poco intuitivo.

giovedì 29 ottobre 2009

Metti un wiki

Cerchiamo di essere più costruttivi. Ho giocherellato un po' col fornitore di wiki. Ho fatto una pagina di presentazione, una con la lista di cose da fare, un'altra come copertina del deposito di documentazione. L'idea è di uno strumento di lavoro collettivo.
Beh intanto direi che per utilizzarlo tra gruppi di lavoro sembra assai utile. Anche per chi lavora nello stesso ufficio ma non si incontra per motivi di orario. Potrebbe essere usato, tra l'altro, come trasmissione del diario di bordo tra chi sta ai servizi al pubblico e i problemi che incontra, per esempio. O per seguire progetti particolari, copme un recupero.
Ovviamente è necessario che siano molto chiari i ruoli e che ci sai un progetto ben congengnato a monte. Ma questo non c'entra nulla col wiki in sé. Diciamo che lo scritto e la schematizzazione fanno balzare all'occhi0 le falle nel processo di lavoro o nei ruoli di chi lo segue.
Mi sembra utile anche per verificare l'attuazione dei vari passi dei progetti e per documentare quanto si è fatto.
Per ora non riesco bene a capire come si potrebbe usare un wiki nei confronti degli utenti. ci penserò ancora.
Strumento convincente quindi quando si tratta della gestione di un progetto, e della condivisione di documenti, cioè per il lavoro organizzativo e come archivio, posto che all'archivio si sappia dare un'organizzazione razionale per cui forse sarebbe più opportuno collegarci un database di facile interrogazione e report. (Forse questo è previsto nelle versioni commerciali dei wiki.)
Senz'altro convincente anche per le operazioni di arricchimento di contenuti creativi (non finanziari e non pubblicitari - per quanto perché no), intesi come impresa collettiva di condivisione di conoscenze e anche forme artistiche: a parte wikipedia perché non dei disegni o dei software creatori di immagini (cioè programmi, non editor) ecc. In questo senso mi pare interessante l'esempio, purtroppo non più visibile, dell'incremento di un soggettario condiviso con gli utenti delle biblioteche dell'Ohio. Di nuovo questo riporta alle forme di social tagging e di vocabolario controllato, ma ciò è indipendente dalla forma wiki, sono scelte a monte. Del resto la BNCF per il suo NS non ha forse cercato biblioteche partner per specifici settori?
Dissentirei sull'uso al posto della mailing list, perché da un lato mi sembra uno strumento comunque un po' più gerarchizzato (il commento non sarà mai allo stesso livello di un post), e poi perché la mailing list è più comoda per l'utente che non deve avere un atteggiamento attivo di collegarsi al wiki (oltre che alle mille altre cose): iscritto una volta gli arriva tutta la corrispondenza. Ci sono gli RSS certo, ma la mail mi sembra ancora la disseminazione più efficace e paritaria.
Potrebbe essere anche utile per raccogliere osservazionim, proposte e commenti - finio ai lamenti.
Ultima osservazione: anche questo è uno strumento che esige manutenzione ordinaria e straordinaria. Una delle cose peggiori che si possano fare nel rapporto con l'utenza è metterla in rapporto attivo con una struttura tramite web e poi farle sentire che tutto è chiuso lì, in uno sfogo solitario e quanto scritto non viene magari neppure letto.

Pellegrina

venerdì 23 ottobre 2009

Non funzionava ...

Data la mia manifesta passione per tutto ciò che è storia, appena ho visto sul sito del PLMCMC il primo wiki della storia, il sito facilmente aggiornabile WikiWikiWeb
sono corsa a vederlo. Ma era come le armi di dsitruzione di massa: URL not found.
Allora mi sono chiesta SBN potrebbe essere considerato un wiki?
Purtroppo il mondo wiki non sembra essere molto duraturo. Quasi tutti i link di http://meredith.wolfwater.com/wordpress/
non funzionano. Per quanto riguarda l'editing di testi, però, mi viene in mente un esempio di correzione collettiva di una digitalizzazione con OCR di cui si è paralto all'IFLA a Milano. Si trattava di collezioni di giornali. Gli errori venivano corretti da un gruppo di volontari che si impegnavano a seconda delle loro possibilità. L'intervento all'IFLA riportava anche le loro motivazioni. Oltre che il divertimento personale c'era anche la sensazione di fare qualcosa per la comunità. Si vede che eravamo nell'altro emisfero...
Sono riuscita a crearmi un account su pbworks, ma ora devo uscire dalla Facoltà... e vorrei riuscire a finire tutto questo entro i primi di novembre. A lunedì.

giovedì 1 ottobre 2009

Ooooohh dove sono finita?

Ecco stavolta siamo anche caduti nel technorati nero-verde che strilla "web 2.0" e ingenuamente subito a cliccarci sopra. Ma poi? Dove si apre il proprio account? e infatti di T. ce ne sono due: uno nero con dettagli verdi e uno verde.
A parte il fascino dei colori il primo sembra un oggetto pubblicitario d'itala origine; il secondo un aggregatore motore internazionale (hm). Passata l'ineludibile trafila di inserire nomi e password, trascrivere motti in grafie tremolanti e controllare caselle postali ora forse mi accingo ad entrare.
Ma prima devo risolvere il problema: voglio o no identificarmi con un OpenID? Ecco io non ho enorme voglia di mandare in giro informazioni su di "me" per la rete senza conoscere bene condizioni e conseguenze. Questa identificazione a mezzo url non la gradisco troppo. Perdipiù cercando velocemente informazioni su questo sistema ne trovo di poco approfondite e non ben chiare. Preferisco rimandare sperando che funzioni lo stesso (non come l'accettazione di certi termini di non privacy obbligatori per il servizio che garantiscono spamming sicuro, telefonate alle dieci di sera o alle 9 di sabato mattina il che è ben peggio - li colga l'insonnia perpetua - cassetta inondata di velenosa carta patinata).
Ovviamente non si può. Ragioni di sicurezza, immagino. Oggidì vanno tanto di moda! tutto si fa per "ragioni di sicurezza". La più bella in merito data 24 agosto da Milano. Perché all'IFLA congress non c'è un servizio guardaroba, con gente che va e viene da cinque continenti cinque nella cittàpiùmodernad'italia? Ma semplice! "Motivi di sicurezza" risponde implacabile il milanese tipo collanindoratomunito con l'aria da poliziotto televisivo che piantona l'ingresso compiaciuto della sua radiolina sempre in pugno. Ah? Beh ma forse l'ultimo giorno (bontà loro!) il serviioz ci sarà di nuovo ... ieri c'era... sussurrano i volontari, sempre gentili. Evviva. Predire i terremoti non si può, gli attentati sì! Basta evitare di fornire un servizio di guardaroba nei giorni intermedi di un qualsiasi assembramento congressuale (e sottosezioni varie). Le cattive intenzioni esplodono solo tra i due estremi, si sa. Visto mai un finto delegato che piazza una bombetta il primo giorno. Roba da ridere. I veri professionisti si fanno come minimo un giorno di sopralluoghi. I più seri seguono tutto il congresso e solo alla vigilia dei saluti plaf, una bella esplosioncina, così, tipo fuochi d'artificio finali.
Ma non divaghiamo. questo è un quaderno d'esercizi e tu ti sei presa fin troppe vacanze. Vuoi mica attaccare la solfa che oggi in Italia nessuno vuole pagare il lavoro delle persone? Però via all'aria condizionata da polo sud per permettere alle guardiette di passeggiar nell'atrio in divisa nera e cravatta sporgendo in avanti il torace a mo' di pollo? Che un contratto di lavoro mai e poi mai ma ogni sperpero d'altro genere ben venga? Basta, hai già assordato tutti in altro loco con questa tua fissa démodé. Qui dobbiamo essere "trendy" e tu che t'ostini ancora col francese. Capsita si parla del web 2.0 :-)) !!! E tu ancora a non fare i compiti.
Maledizione dove sono i "settings"???
Così T. non mi trova - se ho capito bene quello che dice.

venerdì 18 settembre 2009

Quei 3 deliziosi aspetti

Meno male sìsì che il video della 6 settimana è anche in francese (alemno il primo). Io e l'inglese non ci sentiamo proprio. Nel senso che se qualcuno lo parla per me continua a essere incomprensibile. Ci provo da anni e non miglioro. A parte questo, ho visitato per ora il link della Sorbona: enorme, ovviamente. Mi hanno incuriosito i tag bundles e i top ten. "Ci sono "très specialisée" e "très général": non male come criterio di ricerca. Poi la presenza dei siti italiani: innanzitutto le biblioteche dei filosofi conservate alla Normale, presentissimo, la collezione del futurista Reggi, all'università di Milano., la biblioteca digitale delle donne di Bologna (periodici digitalizzati: qui l'università non c'entra) e quelli della biblioteca di storia dell'arte di Roma.
Straniamento interessante quello della biblioteca di Italian studies del College del New Jersey. Pagina atre colonne: a destra un sommario conciso su risorse e logistica, a destra una serie di link da articoli di giornale. In prima posizione "Appello aderisce Tornatore - siamo tutti farabutti" (già forse il 3 ottobre sabato a Roma c'è una manifestazione, al New Jersey college lo sanno bene, magari preparano un aliscafo? per motivi di studio, ovvio) e sotto "Passa lo scudo fiscale. Decisive assenze dell'opposizione". A quanto pare laggiù ritengono La Repubblica lo specchio migliore dell'Italia (o forse un giornale con un sito molto dinamico, quindi risorsa web interessante). Chissà.
Al centro c'è la colonna più ampia con i link, in fondo a cui si trova quello ai tag, composti in genere da una sola parola (eccezione modern_languages). Curiosità: il museo del cinema non riporta nessun tag che indichi la sua struttura; allo stesso modo di Tempi moderni non viene detto che si tratta di un blog. Trovo interessante l'interazione con il catalogo, per cui i dvd di cinema sono anch'essi inseriti in d. e taggati (divisi per paese e purtroppo ordinati secondo al data di acquisizione forse non è il massimo). Questo mi sembra davvero utile per "portare verso il maggior uso possibile" le risorse della biblioteca e per abbattere quella ripartizione tra generi di materiale che mi è sempre parsa insulsa se porta a criteri e modalità separate di ricerca.
Non ho mai visto un banner più bello dei fenicotteri di Penn Tags. Noto con piacere che la raffigurazione dei lemmi utilizzati per i tags in maniera da suggerire la quantità (penso) di contributi o di consultazioni si sta espandedno. Anche all'Ifla c'era un poster interessante di raffigurazione di un grafo per rappresentare un dominio disciplinare, più simile a quelli concepiti da quel fantastico giocattolo (a mio parere) che è Aquabrowser : perché ancora non l'abbiamo?? Eh?
Lì per lì ammetto che tutta questa massa di tag finisce col confondermi nella sua eterogeneità. Direi che è senz'altro utile, per un primo orientamento, un certo livello di ricerca, ma è molto difficile organizzarlo evitando dispersione e rumore. Cioè richiede tempo e (capacità di) selezione e, a mio parere, un liguaggio controllato. Come sempre, poi. E' molto di moda l'idea del social tagging, ma credo dica di più su chi usa i tag, magari in senso individuale, che su una organizzazione razionale. Penso che il social tagging potrebbe essere molto utile per individuare varianti e grappoli, meno come organizzazione funzionale.
Sicuramente molto importante è l'ubiquità che aggregatori del genere permettono. Un'ubiquità che potrebbe essere utilissima in biblioteca facendo ricerca. Se nelle nostre biblitoeche usare internet non fosse ancora considerato una via di mezzo tra la passione delinquenziale e quella del perditempo. Vedi le nostre biblitoeche di conservazioe che brillano per internetfobia. Nel momento in cui internet è la principale fonte di quick reference, e in cui per le opere di consultazione si spendono sempre meno fondi un accesso ai propri segnalibri disponibile ovunque potrebbe essere fondamentale per la legge "save the time of the reader/staff". Invece macché.
L'altra cosa assolutamente insopportabile è questo profluvio di user e pwd che non riesco mai a ricordarmi.
A lunedì.