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per gli scribi

Toulouse en érasmienne

venerdì 6 aprile 2012

Rompicapo

Se stai per finire, forzata dalle scadenze, un lavoro in cui:

hai messo sì e no un terzo di quel che avresti voluto mettere
hai capito solo adesso come avresti dovuto farlo
non hai avuto il tempo materiale di rileggerlo, per cui ci sono frasi a metà, puntini di sospensione e parole che non avrebberero dovuto rimanerci
è monco, perché chi avrebbe dovuto indirizzarlo all'inizio non ha tenuto conto di alcuni dati di fatto essenziali, ma ovviamente la responsabilità è soltanto tua
hai clamorosamente sottovalutato i tempi, per cui è in una redazione non presentabile e tu hai la professionalità di una lattina schiacciata e le pretese di un qualsiasi prodotto scadente con un bell'incarto tipicamente madeinitaly
passi quattro notti in bianco e dormi in media tre ore in due giorni moltiplicato per tre
ti fai di quel che per te è anfetamina in vena, vale a dire ben due caffè al giorno e uno la notte, dato che non riesci a trovarlo simpatico e per te la Regina di Saba avrebbe ben potuto conservare segreto il suo elisir
all'alba del giorno x, dopo aver spedito la prima versione via mail crolli sul materasso con nausea e mal di testa come se ti fossi scolata tre bottiglie di vodka da sola e sì che non tocchi alcool da settimane se non di più
giusto quel giorno, mentre agonizzi al buio implorando un nuovo stomaco e la ghigliottina su due piedi, entra in camera tua un ragazzino bello come un dio, di passaggio in quel porto di mare dove abiti, per proporti di mangiare insieme e tu gemi - soltanto di dolore - che no, per stavolta sei spiacente, ma passi (e non lo rivredai mai più) e che per carità ti lascino in solitudine ad espiare i tuoi peccati
il giorno dopo ti rimetti sulla versione definitiva e la tua scorta energetica è costituita da un cucchiaio di riso in bianco, non di più, perché già ti fa l'effetto di un banchetto romano
affidi il tutto ai moderni stationarii della Sorbona e poi alle poste parigine restando incantata dai sorrisi e dalla squisita cortesia delle addette che vengono a cercarti per chiederti se hai bisogno di qualcosa (e devi tornare in questo paese!)
uscita dall'incubo permane la dieta, perché per te, atea convinta, Quaresima è una cosa seria e le uova non sai più dove stanno di casa e non lo vuoi nemmeno sapere
stabilito che per una settimana almeno non guardi nulla che sia scritto su un qualsiasi supporto e per i dieci giorni successivi ti fermi alla stampa scandalistica
con questi buoni propositi vai a trovare una persona che ti ha dato fiducia e ella ti fa "Ma lei conosce questa e questa poesia?" e tu no, ti vergogni e prima finisci sotto il tavolo e poi a svaligiare la magnifica libreria che quell'essere felice ha a due passi dal suo studio al Panthéon che il libraio sta ancora fregandosi le mani e tentando di riempire i vuoti lasciati sugli scaffali (ma gli riesce meglio che a me quelli nella carta di credito)
ti ritrovi la stessa notte col debito di sonno arretrato che si sa, ma il naso ostinatamente in un mucchio di testi del XVI secolo (ovviamente in francese antico che per un italiano è pure più facile) che comehaifattoaignorarlifinoadallora, oltre che in un catalogo di libri antichi gentile omaggio dell'essere in questione, emozionante al punto di farti girare la testa, fatto da una signora che mostra la sua merce solo su appuntamento e ancor più capisci cosa siano il lusso e la passione in questo paese
se un altro essere gentile ti incrocia in corridoio e ti convoca in quel posto felice per martedì mattina all'alba "perché purtroppo non ho ancora potuto risponderle per iscritto, mi scuso!" (e tu volevi essere in vacanza leggendo presse people)
sempre con l'idea di essere voler fortissimamente essere in vacanza ti svegli stamani e sobbalzi perché c'è un imperdibile seminario sempre da quelle parti
e poi chiude oggi l'imperdibile mostra sui manoscritti di Rousseau all'Assemblée nationale (bella passeggiata dal Panthéon a lì...)
e poi alla fine te ne vai al cinema a vedere il bellissimo Les adieux à la reine, sulla spietatezza dei potenti senza tempo, ambientato alla vigilia della Rivoluzione francese (che ovviamente adori)
se torni a casa e trovi che qualcuno ha lasciato fuori dal frigo la tua spesa e non sai con chi prendertela per tutto ciò che devi buttare e soprattutto non hai più il coraggio né la forza di discutere con chicchessia
se domani, sabato di Pasqua, c'è un altro seminario dalle 17 alle 19 e non puoi perderlo perché parla della tua musica preferita, ma vive la France!!!
se tutto questo sono gli ultimi tuoi giorni di libertà e ti si stringe il cuore e potresti perdere per sempre tutto quel che sono stati questi due anni di felicità e realizzazione
se tutto sommato ti gira ancora in testa questa frase di Jerôme de Lalande sentita al seminario stamattina:

"...on est obligé de repondre à la question: à quoi ça sert? quoique ce ne soit pas celle de gens d'esprit; car l'étude est un de leurs besoins. Lorsqu'une fois on éprouve cette curiosité active et pénétrante qui nous porte à scruter les merveilles de la nature, on ne demande plus à quoi sert l'étude, car elle sert alors à notre bonheur".

forse ho proprio bisogno di... cosa??? ... a parte il lavoro che sogno nel paese dei miei sogni? ...

... si accettano soluzioni! - quella più facile è già stata proposta, eh; che qui, si fa sul serio.

Buonanotte a tutti,

Pellegrina

9 commenti:

  1. Certo che accetto gli auguri. E li ricambio di cuore. Grazie di avermi scritto, una cosa così sconclusionata pensavo non si reggesse fino alla fine!

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  2. Intanto, vorrei sapere quale è la tua musica preferita.
    Di poi, vorrei manifestarti la mia piena solidarietà. A metà maggio, quando ci sarà da mandare gli abstract per il congresso europeo, starò messa esattamente così, e cio' nonostante, al momento cazzeggio sui blog invece che produrre produrre produrre. Masochismo italico.
    E poi, coraggio. So che è schifoso tornare.

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  3. Stavo partendo per snocciolarti la mia lista e poi mi sono chiesta: ma di professione tu la gente la addormenti o la rimetti in piedi ; -)? Grazie della domanda, ed ecco la logorroica risposta. La Suite in la min di Rameau mi pare si difenda bene. Poi il Don Giovanni (ho appena seguito un seminario oggi pomeriggio e sono ancora influenzata). "Anderò chiamerò dal profondo" nell'Orlando Furioso di Vivaldi. Il Tito Manlio che sto scoprendo ora. Israel in Aegypt. Diciamo tutto tra il 1642 e il 1823, [sic!] sarà più semplice. Ma anche El cant de la Sybille, allora.
    In bocca al lupo per il passaggio dal cazzeggio (ahimé quanto ti capisco!) all'abstract (c.s.). Il ritorno, non riesco a pensarci.

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    1. Dipende. Certi giorni la addormento in sala operatoria, certi giorni cerco di rimetterla in piedi in rianimazione. Ho spiccata preferenza per la seconda opzione.
      E ascolto quasi nulla dopo l'inizio del '700.
      :-)

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    2. P.S. con sforzo sovrumano un abstract l'ho quasi fatto. E l'altro che mi preoccupa. :/
      Mi linki da youtube codeste tue musiche preferite?
      IO ti linko codesta che amo follemente
      http://www.youtube.com/watch?v=L_vrBLedI9E

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    3. Caspita come swinga! Bellissima l'introduzione della tiorba (o arciliuto?) che fa piacere vedere impugnato da una donzella. Si sentono veramente gli strumenti cantare. Che respiro! Dovrebbe piacere anche ai tuoi piccoli. Presto ti linko il resto.

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    4. e ovviamente congratulazioni per il decisionismo sul fronte abstract.

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  4. Israel in Aegypt scoperto per caso (non sono culturalmente preparata, nemmeno in questo campo) mi tiene incatenata, sono capace di riascoltare per decine di volte, a volte mi ci addormento in cuffia.

    Cosa ti serve?
    Secondo me prendere una decisione coraggiosa, irriverente, ssconsiderata. ovvero felice.
    Spero.
    :)

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    1. Che bello che ti piaccia Israel in Aegypt! Sconsiderata lo sono fin troppo... funzionasse per portarmi dove sogno, non chiederei altro!

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