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Toulouse en érasmienne

giovedì 15 novembre 2012

Per "fortuna" non lo dico solo io...

... ma anche un ex-ministro dell'economia a quanto pare. Che una situazione del genere, anzi peggiore, l'ha già affrontata nel suo paese, l'Argentina.

"Non ci vuole un genio dell’economia per fare cassa tagliando salari pubblici e pensioni." Il giudizio di Roberto Lavagna non potrebbe essere più netto né più eloquente. 

L'Europa sta chiedendo alla Grecia e tra poco all'Italia, ciò che è stato chiesto all'Argentina dieci anni fa, spiega l'ex-ministro Lavagna: "La troika chiede ad Atene, e rischiate che tra poco chiederà a voi, le stesse cose che il Fmi chiese a noi dieci anni fa. Se l’avessimo seguito alla lettera, non ci saremmo mai più ripresi. In Argentina la prima richiesta del Fmi durante la crisi economica fu di ridurre le spese per i salari pubblici e per le pensioni del 13%. La prima richiesta fatta alla Grecia è stata di tagliarli del 14%. Noi avemmo il coraggio di dire no a richieste pressanti che ci arrivavano dagli organismi internazionali. Vi va male? Se seguite quelle richieste vi andrà peggio."

In soldoni, il suo discorso è: non si esce da una crisi con il taglio del welfare e degli impiegati pubblici, ma restituendo potere d'acquisto alla popolazione. Guardate la Grecia: dopo i tagli fatti e l'enorme massa di denaro investita, alcune banche hanno migliorato i loro debiti del 60%, mentre il debito pubblico e la popolazione sono allo stremo. E gli vengon chiesti ancora nuovi tagli. Con la quantità di denaro spesa si sarebbe potuta salvare una parte dell'economia al collasso. Si è scelto invece di proteggere alcuni settori di potere.
Il resto dell'articolo, ancora più illuminante, è qui.
Ricordiamocene, almeno quando andremo a votare. Ricordiamoci di chi sostiene l' "agenda Monti", pienamente d'accordo con ciò che viene dall'Europa.

3 commenti:

  1. Avevo letto l'articolo, e hai ragione a ripostarlo. Apre un discorso molto più ampio, che riguarda i modelli di economia che non abbiamo scelto, ma ci dicono che ce lo chiede l'europa (che poi non ho mai sentito parlare, a dire il vero...)

    Ce lo chiede l'europa che tira fuori centinaia di miliardi (nostri, eh..) per salvare le banche private perché è interesse pubblico (ma se è interesse pubblico, rendiamole pubbliche, o no? Perché i guadagni devono essere di pochi, e le perdite della società?)

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    1. Grazie mi fa molto piacere il tuo apprezzamento e non immaginavo di essere tra le tue letture. Credo che queste informazioni difficili da cogliere sulla stampa ma sempre più necessarie e inquietanti circolino davvero troppo poco e ancor meno siano meditate da una società pietrificata e smarrita come la nostra oggi (mi riferisco ovviamente alla solitudine delle persone in buon fede, non certo alla furbizia dei profittatori).
      L'Europa è una grande tromba e un grande alibi. La BCE presta denaro nostro, che viene dalle nostre tasse (per chi le paga, ovvio), alle banche private all'1% di interesse che a loro volta le banche riprestano agli Stati (cioè a noi) al 3-4% che spetterà alle nostre tasse rimborsare. E hanno ancora la faccia di parlarci di debito pubblico? E' emblematico di quale via deve seguire il denaro pubblico: finanziare non il benessere di tutti ma il profitto di pochi.
      Ma l'Europa siamo anche noi! Noi, cittadini. Soprattutto noi. Questo sembra che non voglia dirlo nessuno.

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    2. Certo. Ma diciamola tutta: dove sta scritto che l'economia (quale, poi?) sia il valore supremo al quale si deve piegare anche la forma sociale?

      E poi, dove sta scritto che le regole economiche dettate dalla BCE, o da qualche altro organismo economico internazionale non eletto debba pilotare le scelte politiche-economiche delle nazioni? Ma quando mai?

      E' evidente che tutto ciò è profondamente antidemocratico nel senso più lato, ed è funzionale solo ad una ristretta cerchia di persone che si arricchiscono senza peraltro fornire del valore aggiunto alla collettività.

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