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Toulouse en érasmienne

venerdì 4 ottobre 2013

Tamburi negli abissi

Vuoto. Vuoto.
Dopo tre mesi di traccheggiamenti e micro mosse, dopo otto mesi di miei tentativi disperati, ecco che ogni possibilità di ottenere il ritorno in Francia naufraga per motivi che non si riesce a chiarire, sostanzialmente per l'insipienza di concepire una organizzazione del lavoro meno ottusa, indifferente, sprecona. Sprecona delle persone, delle loro capacità, delle opportunità che potrebbero dare non solo con le loro conoscenze, competenze, ma anche con le loro speranze, desideri, emozioni bisognosi di concretizzarsi in risultati, opportunità, vivacità, vita.
Questo è il vero spreco del pubblico impiego, che lo si dica, una volta per tutte. Questo è ciò che fa parlare e soprattutto straparlare di "privilegio ai fannulloni". E che non si risolverà certo con i licenziamenti facili, ma con una diversa selezione e formazione della dirigenza (peraltro sempre più pagata), oltre che fermando i tagli insensati di una ideologia criminale come quella liberista al potere.
Non riesco ancora a realizzare che sarà veramente così. Che dovrò perdere tutto ciò che avevo cominciato, che non finirò i miei studi, i miei libri, perché non posso portarmi qui archivi interi, né biblioteche intere, né farmele fotografare, né tenere relazioni, né seguire corsi o altro, né farmi scappate saltuarie con ferie di cui tre settimane sono già impegnate per obbligo, specie poi con i salari che abbiamo.
Che dovrò dire ai miei professori che sono la solita italiana cialtrona che pianta le cose a metà.
Che davvero dovrò continuare a vegetare passando fatture, e basta.
Vuoto, vuoto. Vuoto.
"Tamburi, tamburi negli abissi".


8 commenti:

  1. Coraggio Pellegrina, non ti buttare giù! Non continuerai a vegetare perché non hai mai vegetato, ma vissuto molto attivamente. Stai all'erta e cerca il momento buono per lanciarti verso la meta ambita! Auguri

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  2. Non hai idea di quanto mi dispiaccia leggere queste parole.
    Il fatto dei "motivi che non si riesce a chiarire" non potrebbe in realtà lasciare aperta una, seppur infima, speranza, vista, appunto, la poca chiarezza e immagino il poco fondamento?

    Ti abbraccio, Pellegrina.
    Sei ciò di più lontano da un vegetale che abbia mai incontrato.

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  3. Non so, ma io, per come sono fatta, non cederei, mai. Magari cercherei di ribaltare la cosa cercando in ogni maniera di trasferirmi là dove so che il mio talento e la mia capacità possono essere apprezzati. Anche facendo il più umile dei lavori pur di continuare quello che avevo cominciato. Io ti capisco perché vivo ogni giorno la difficoltà della sopravvivenza. Del dire "domani non si alza la serranda" ma è forse il concentrato di rabbia quotidiana che mi impedisce di mollare. Non posso credere che tu abbia pensato anche un solo momento di cedere. Non tu.
    Ti abbraccio tanto.
    Pat

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  4. Mi dispiace tanto, Pellegrina. E sono incazzato a leggere queste cose.
    Per quanto può servire, ti abbraccio. E se posso far qualcosa, ben volentieri

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  5. Vorrei essere uno stregone per pronunziare la magia che rompe l'incantesimo di un malvagio...
    Lungi dal'uscio dal quale parte / Devo seguirla contro ogni sorte / La via prosegue, non ha porte / Lungi dall'uscio dal quale parte / Ora la via si estende ancor oltre / Devo seguirla contro ogni sorte...
    Cerca l'uscio, Pellegrina, cerca la via e non ti arrendere... una lanterna vive finchè ha luce... ed anche i sogni.
    Nora

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  6. Cara Pellegrina, sono ancora io. Ti ho donato un piccolo premietto. Se puoi e ne hai voglia passa da me. Ciao

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  7. Grazie a tutti. Per il momento riesco forse a parlare, scrivere no. Volevo solo ringraziarvi tanto.

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