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Toulouse en érasmienne

mercoledì 7 gennaio 2015

Je suis Charlie - Nomi

Cabu, Charb, Tignous, Wolinski, disegnatori Honoré, Mustapha Ourad, Bernard Maris, giornalisti, Michel Renaud invitato della redazione, Franck Brinsolaro della sicurezza, Ahmed Merabet, più uno sconosciuto, uccisi da un commando di tre persone per avere fatto parte della redazione di Charlie Hebdo.Altre undici persone ferite, di cui quattro gravi. 
Non ho connessione e non posso pubblicare quanto ho scritto. Ma stasera volevo lasciare almeno una traccia dello strazio di quanto è successo al paese che amo più che tutti, e a tutti coloro che amano le matite e non le pallottole. 

9 commenti:

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    1. La mort des poètes dal titolo di una mostra che ho visto oggi. Anche se poeti sui generis. Restiamo appuntiti.

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  2. Io non vedo in questo attentato un incursione contro la libertà di satira (che non ritengo debba essere illimitata, ma rispettosa di alcune sfere - sessuale, emotiva, religiosa). Vedo piuttosto ciò che ci raccontano ogni giorno le cronache dal medioriente, quello che ricordo del clima del terrore da noi a cavallo fra gli anni 70 e 80: il tentativo di terrorizzare, di soggiogare con l'imponderabile, di far sentire chiunque in pericolo, nel nome di una lotta animata da spirito assolutista. Allora, in Italia, era l'ideologia della rivoluzione armata; qui si utilizza l'ideologia religiosa, ma le modalità e gli scopi sono gli stessi.
    Quindi il mio jesuischarlie non è la rivendicazione di una libertà di satira senza limite, ma della libertà di vita dell'uomo moderno, libero dalle follie ideologiche assolutiste.

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    1. scusa, ma niente giustifica di tirare a morte su delle idee che non uccidono, non opprimono e non invitano ad uccidere. mai.
      questo in Francia ce l'hanno chiarissimo. Sono "i principi repubblicani". da noi purtroppo molto meno: siamo ancora feudali e bigotti. E hanno chiarissimo che sono proprio questi distinguo e le autocensure che comportano a mettere a rischio una società moderna oggi.
      Come ci ha insegnato la Francia, non sono d'accordo con quel che dici ma sono pronto a morire perché tu abbia la libertà di dirlo.
      Pellegrina non loggata

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    2. Probabilmente non mi sono spiegato bene. Di sicuro nulla giustifica ammazzare un altro essere umano, ma non solo per le idee. Non c'è assolutamente alcun distinguo in ciò che ho scritto.
      Il mio distinguo sta nell'interpretazione dell'attentato: indipendentemente dalla scelta dell'obiettivo, io credo che ciò che anima non è la vendetta verso il giornale satirico che ha osato pubblicare vignette blasfeme nei confronti della religione islamica, ma la lotta terroristica per sé stessa, in quanto strumento di disarticolazione della società occidentale. Come ogni ideologismo, questo si nutre di assoluto: può essere la fede cieca in un'ideologia politica, oppure in una missione divina: qualcosa che possa rappresentare un bene superiore al male che si perpetra con la soppressione di un altro individuo.
      Io temo l'escalation di questi fatti: temo un'ondata di attacchi terroristici senza più alcuna scelta del bersaglio, perché l'obiettivo è incutere terrore.
      Questo volevo dire. Quanto a Charlie Hebdo, non mi piaceva ed evitavo di leggerlo, tutto qui.
      Spero che ora sia più chiaro

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    3. Insomma, ciò che è stato straziato non è, per me, la libertà di espressione, di cui quella di satira è una parte, ma la libertà totale del cittadino, quella di poter vivere in una società che lo tutela, che non lo aggredisce, che non gli impone nulla. La libertà di uscire di casa sereno, senza dover temere di incontrare un pazzo che lo falcia in nome di un ideale o di un dio. La libertà di poter esprimersi liberamente, che significa essere uguale al mio vicino, con i miei diritti che si integrano con i suoi, e si limitano reciprocamente in armonia. La libertà di far pubblicare Charlie, ma di poterlo criticare aspramente senza essere tacciato per bigotto od oscurantista, ma eventualmente venendo confutato sulle mie osservazioni.

      Tutto questo, ed altro, è stato ferito a morte con quei poveri esseri umani, vignettisti, poliziotti, giornalisti. Esseri umani, persone, cittadini come tutti noi. Esattamente ciò che i terroristi desiderano: limitare le libertà con la sopraffazione

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    4. Si' su questo siamo perfettamente d'accordo. Su CH rivista parlero' più in là. Son sempre con connessione precarissima.

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  3. Non capisco perché non riesco a lasciarti commenti. Il messaggio salta. Ma volevo solo dirti che quella redazione insanguinata è qui nei nostri cuori. Nei nostri pensieri che non smettono di sentirsi violati e spaventati per l'assurdità di un gesto del genere. Non mi pronuncio in parole dure che potrebbero far uscire la parte più cattiva di me. Piango in silenzio per la libertà offesa, sempre in nome di altri.
    Un abbraccio a te e alla mia città del cuore.

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    1. Grazie Pat. Sono ancora attonita. E molto colpita dalla compostezza e dalla determinazione con cui si reagisce qui. Semplicemente c'è una consapevolezza nata da due secoli di storia che certe cose non sono concepibili. QUI. Unita a quella che altrove purtroppo è diverso, ma che qui non deve passare o sarà la fine. Spero che cio' salvi questo paese da me e da te tanto amato.

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