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lunedì 16 gennaio 2017

Di impasti fatti a mano: Treccia russa n. 2

Come scrivevo nel post precedente, la quantità di impasto, forse maggiormente per chi come me ha poca esperienza, influisce parecchio nella lavorazione fatta a mano. Al momento della seconda realizzazione della treccia, quella farcita con la crema al cioccolato insegnatami dal blogger, ho usato metà dose rispetto a quella delle trecce vuote. Per le mie mani relativamente piccole, un impasto con 250 g. di farina, cioè molto contenuto, è forse il massimo che sia gestibile senza fatica e impegno eccessivi e con una quasi certezza della riuscita senza troppi patemi. Che in questo caso significa comunque una bella trecciona.

Seconda variabile importante, ma molto più nota perché ho letto molti farvi riferimento, il tempo. Quello atmosferico, cioè. Stavolta non era febbraio, ma giugno avanzato, non sotto il diluvio, ma soleggiato e caldo. L'impasto si è amalgamato, incordato, lievitato (ma quest'ultima cosa l'aveva già fatta tranquillamente anche nel caso precedente) senza difficoltà.
La crema in questione si sposa - ma non userei il verbo "fondere" che altri hanno adoperato - perfettamente con la base neutra della pasta e in modo non ovvio, cioè non banalmente morbido effetto nutella. Piuttosto densa e sostenuta, la crema mantiene tutta la sua consistenza. Qualche cristallo di zucchero non manca di fare capolino aumentando il contrasto con la pasta morbida e non troppo dolce.
Non è tuttavia una crema che lasci la a mio parere non troppo gradevole impressione di mordere un quadretto di cioccolata dentro un guscio di pasta: no, questa è una vera crema, lavorata e cucinata, con ingredienti calibrati.

"Crema da forno al cioccolato by Lo Ziopiero
150 g latte
90 g panna
3 tuorli
120 g zucchero
15 g fecola
zeste di una arancia
2 cucchiai colmi di cacao (da mischiare alla fecola e poi alle uova)
75 g cioccolato fondente 70% tritato fino, che andrà messo a crema fatta e prima che si inizi ad addensare, facendolo sciogliere e girando accuratamente con una spatola.
Il procedimento è quello della crema classica 
La crema va spalmata sul rettangolo steso, lasciando un paio di cm ai bordi e 7-8 cm su uno dei lati corti e un paio di cm sugli altri lati:
Quindi si arrotola e si mette in uno stampo da plumcake. Si lascia lievitare avendo cura di coprire l'impasto e poi si inforna a 180° fino a cottura."
  Quanto allo zucchero, persino io che cerco sempre di toglierne il 90% da ogni cosa (e che delusione certe ricette alla moda che intingono le verdure, magari insipide perché fuori stagione, nello zucchero o nel balsamico, vale a dire nel caramello, dato che quello vero i comuni mortali non sanno cosa sia e personalmente avendolo assaggiato una sola volta, direi che metterlo sulla verdura come prezzemolo è un delitto), ammetto senza problemi che il dolce è in questo caso assolutamente bilanciato.
E anzi, se rimanesse un pezzetto di treccia non farcita, non ci guasta affatto una buona marmellata di quelle che hanno un senso solo se te le regalano, fatta in casa ovviamente, come questa di ciliege che viene dal biellese, realizzata da mani amiche. Insieme al décor, cioè alle magnifiche rose.

4 commenti:

  1. MA CHE MERAVIGLIA! Ho dovuto scrivere tutto maiuscolo per enfatizzare!!! Un bacione a presto

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    1. Grazie, mi fa molto piacere! Però ho solo copiato :-).

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  2. Ciao Pellegrina e grazie x la visita nel mio blog. Ti rispondo anche qui così son certa che leggerai. Puoi sostituire l'avena con la segale e per la cottura dei carciofi procedi così: cuoci in forno statico a 250°Cx10 minuti, poi prosegui con lo sportello a spiffero per altri 10 o fino a doratura. Ti consiglio di dare una rimestata ogni tanto ^_* Fammi sapere e a presto <3
    ps: strepitosa la tua treccia :-P

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    1. Grazie a te della risposta: la metto in programma per la prossima settimana. E grazie pure per l'apprezzamento.

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