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domenica 28 maggio 2017

Quando l'informatica aiuta la lettura

Aggiornamento: ho cominciato  a scrivere un aggiornamento cosi' lungo da diventare un post a parte, il successivo.

Quando ti digitalizzano un inventario di archivio francese dal Canada - W la colonizzazione :-P - e siccome sta su Archive.org e non su quell'attrezzo infernale di google.books si riesce a leggere anziché impazzire perché tutto lo spazio che dovrebbe essere occupato dal testo lo è da un'assurda impaginazione farraginosa.
Soprattutto quando la santa informatica fa quel che dovrebbe fare, cioè i lavori stupidi e faticosi. Nella fattispecie quando ti ricerca nel testo le parole che ti servono. Su 700 pagine mezze in latino piene di formulari semplifica la vita.
Se c'è una cosa che rimprovero agli archivi francesi è di non avere pensato a digitalizzare, ognuno per sé, la grande serie degli inventari dipartimentali realizzata tra metà XIX e metà XX secolo, magari localmente, per poi creare un unico portale di accesso anche a livello nazionale. Sarebbe stata un'impresa assolutamente meritoria e se ognuno avesse realizzato il proprio anche non troppo impegnativa.

Perferiro' sempre la lettura su carta, infinitamente più ergonomica, favorevole alla concentrazione e facile da memorizzare, almeno per l'uso che ne faccio io. Addirittura mi capita di cercare i riferimenti sui libri digitalizzati per poi andare in biblioteca e domandare l'indispensabile edizione antica dato che il campo permette di giustificare questo genere di domanda, e leggermi il testo in santa pace con un bell'oggetto artigianale ed elegante, anche quando povero, clandestino e approssimativo, fra le mani, generalmente in una bella sala calma e tranquilla cio' che favorisce lo studio e la felicità.
Ché poi dài e dài le biblioteche stanno cominciando a capire che la digitalizzazione non aiuta a far aprire i libri... rispetto a solo pochi anni fa è sempre più raro che rifiutino di far consultare i volumi perché sono digitalizzati. Almeno in Francia ché in Italia siamo in altro mondo, come al solito: li' l'ideale è ancora che i lbri stiano ben sottochiave, almeno nelle biblioteche dei Beni culturali (un pozzo nero di arretratezza culturale, appunto).

Ma quando non ci sono indici o non sono affidabili, cioè quasi sempre, ed è domenica, le biblioteche son chiuse ma qualche matto si aggrappa ancora alla lettura, be' ti sembra di toccare il cielo con un dito, anzi di sfogliarlo. Specialmente poi quando si sta cercando da un numero inenarrabile di mesi di capire da che parte stanno in uno dei momenti più intricati della storia francese i vari membri delal famiglia e il bello è che dalle fonti finora reperite potrebbero stare dall'una come dall'altra parte!
D'accordo che si puo' sempre con eleganza aggirare la questione senza tuttavia nasconderla, ma a me sembra sempre di giocare un po'sporco, in questi casi. Quindi perdo un sacco di tempo e scrivo ben meno di quanto potrei, per districare i fili dell'arazzo. Ché poi ammettiamolo, dà un'immensa soddisfazione...
Adesso vado a fare colazione, poi al mercato, poi mi spulcio l'inventario... che festa! Una persona l'ha chiamata un giorno "alienazione volontaria". Devo riuscire a trovare due ore per andare in piscina: ci son 34 gradi oggi!

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