Quanto mi piace mascherarmi! Purtroppo non ho più occasione di farlo da troppi anni. Mi ha vestita da Elena di Sparta, da Brunilde ritrasformando il bellissimo vestito precedente, fatto di un jersey di lana vera di color bianco quasi grezzo. Oggi una simile stoffa sarebbe introvabile o senza prezzo. Sono diventata Elisabetta Tudor avvolta in broccato blu, grigio e rosa da tende ricamato.
Quest’anno mi piacerebbe tanto scovare un vestito per festeggiare. Non ho mai capito la ritrosia della maggior parte delle persone verso questo gioco così scanzonato e fantasioso.
Qualche tempo fa tornando a casa trovo sul tavolo questo:
Non ho più osato adoperare quel tovagliolo. È finito in un cassetto, meglio nell’unico cassetto che questa casa mi consenta di dedicare alla biancheria da tavola, con il suo prezioso biglietto infilato tra le pieghe.
La verità è che lei incomincia a indebolirsi. E io mi sento a un tempo protettiva e spaventata. Molto spaventata.
Ci voleva l’influenza per permettermi di restare a casa quel tanto che basta per osare mettere delle parole su sensazioni come queste.
Chissà forse mi verrà in mente un’idea per un vestito bizzarro da poter portare anche in ufficio, un trucco, un cappello, un fiore nella scollatura - no, quello sarebbe impossibile, di questa stagione le scollature per me non esistono, malgrado le dolci temperature degli ultimi giorni che fanno felici le piccole margherite.
Chissà forse mi verrà in mente un’idea per un vestito bizzarro da poter portare anche in ufficio, un trucco, un cappello, un fiore nella scollatura - no, quello sarebbe impossibile, di questa stagione le scollature per me non esistono, malgrado le dolci temperature degli ultimi giorni che fanno felici le piccole margherite.
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