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Toulouse en érasmienne

mercoledì 5 giugno 2019

Un brutto giorno

Inizia proprio male malissimo. Stanotte alle 2 arriva un messaggio mentre sto dormendo, speravo di essere riuscita a affittare la mia casa per un mese, perché ne avevo davvero bisogno, invece niente ed è un bel problema, economicamente una mezza catastrofe, per di più detto all’ultimo momento e per di più con il rischio di avere provocato un equivoco senza volerlo, il che non è mai un bene rispetto ai propri contatti.
Stamattina arriva invece una malefica zanzara che mi pizzica due volte svegliandomi prima dell’alba, perché il padrone di casa ha un sifone tappato in cortile che non si decide a aggiustare e le larve prosperano, poi vengono da me che ho la pelle più tenera, si vede.
In più rogne di salute mi impediscono di fare attività fisica e rimanere in forma.
E oggi giornata pienissima con tanto di incontro alla fine. Ieri mi sembrava di avere lavorato bene in tutti i sensi, oggi avrei dovuto concludere una tappa importante, e invece colpo di sfortuna depressiva.
Le preoccupazioni economiche ammazzano in tutti i sensi, non c’è nulla che sia peggio né più difficile da superare.
Il resto sono chiacchiere.

Aggiornamento: e quando ho scritto questo non avevo letto i giornali da due giorni. Siamo in mano a degli Tsipras di second’ordine. Dalla Ue, com’è ovvio per tutto cio’ che è merda e nient’altro che merda, regaleranno tutto il peggio del sottogoverno purché vengano distrutte pensioni e sanità. 
Non è rimasto neanche il sole, qui diluvia e fa sedici gradi.
Il giorno non è brutto, è orrendo.

Aggiornamento dell’aggiornamento: dal lavoro in Italia notizie di grandi sommovimenti, in atto da tempo ma annunciati con tre giorni di anticipo ai soli che non lo sapevano, vale a dire ai principali interessati dal sommovimento medesimo.
Prima conseguenza diretta: posso scordarmi che la mia graduatoria scorra.
Seconda: posso scordarmi dei contributi decenti, li abbiamo regalati a chi per quindici anni ci ha fatto i contratti para subordinati forzati, la partita IVA forzata, è diventato competitivo grazie all’evasione legalizzata degli oneri contributivi, permessa dalla legge Prodi-Treu e incoraggiata dalla svalutazione interna imposta dalla UE. E ora riformano le pensioni perché il loro ammontare ci faccia morire di stenti o ci facciano venire voglia di ucciderci con la morte di stato prima di diventare troppo costosi per il sistema privato. Come aveva già spiegato candidamente la presidente del FMI Lagarde.
Terza: posso scordarmi qualsiasi soddisfazione e autonomia professionale per tutti i lustri che ancora  mi attendono.
No, non vi daro’ la soddisfazione di abbreviare la mia vita di un solo minuto secondo, farabutti. Che siate maledetti per l’eternità.

Il giorno non migliora e oscilla tra farsa e tragedia.

Aggiornamento dell'aggiornamento dell'aggiornamento: con le premesse di cui sopra dopo un pranzo con Nicolas che ritorna negli USA a tagliare uniformi carico di torte e pacchetti firmati Dior, il quale mi consola come può delle mie vicissitudini lavorative - come prendono un'aria compunta gli USA quando gli spieghi i tuoi guai non c'è paragone - scappo una misera ora in biblioteca prima della chiusura. Buttata fuori dalla biblioteca arranco verso la prima delle due conferenze in programma. Attraversando le gallerie verso l'auditorium faccio appena in tempo a bearmi del fascino che esercita sempre su di me un gruppo composito per età, ruoli e sesso intento a discutere dei più inverosimili argomenti che gli passino per il capo con intensità e passione che scopro di avere clamorosamente sbagliato settimana.
Due ore di attesa componendo un commento su internet che non riesco a postare, perdendolo, e corro al métro che mi porta alla presentazione di un libro. Devo cambiare a una stazione che detesto perché è grandissima e si perde un'infinità di tempo, mi forzo, scendo e scopro che la fermata della linea che mi interessa è chiusa per lavori. Aspetto la nuova corsa del métro, lo riprendo, scendo a una fermata più avanti dove c'è una seconda coincidenza, attraverso tutti i sotterranei di Parigi e acchiappo l'altra linea.
Non dite: "potrebbe piovere", diluvia da stamattina.


P.S.: Da questo momento in poi tutto andrà bene: mi inerpico felice sulla collina, entro in libreria, tutti sono già seduti e ascoltano un grande avventurarsi fuori dal suo terreno per applicare l'approccio e i metodi del suo ramo all'analisi del presente di questo paese. Mi nota entrare e quasi mi sorride, cominciando a citare Sciascia. Alla fine mi si avvicina, mi porge la mano e si dichiara felice di avermi visto. Mi fa una dedica per me commovente e spera di rivedermi a un paio di convegni. 
La notte sognerò di cadere dal tetto della mia casa italiana, restando sospesa tra il parapetto e il cornicione. Il sogno si interromperà e riprenderà avvolto da un paesaggio di ghiaccio, mentre mi dico che devo assolutamente trovare una picozza per rimanere aggrappata alla neve. Alla fine con uno sforzo inconcepibile riesco a sollevare un ginocchio fino al bordo del cornicione, mi appoggio, mi tiro fin sul tetto, in salvo.
Ma al sicuro?

2 commenti:

  1. Solidarietà piena e totale. Come dici tu, esistono prima di tutto le preoccupazioni economiche, il resto sono chiacchiere. Qua in Italia è arrivato il sole, che d'estate è sempre un po' troppo ma senza il quale d'estate ci si sente davvero TROPPO infelici. Ma non deprimerti troppo perché le soluzioni arrivano anche per vie del tutto inattese e l'ora più buia è quella prima dell'alba. Un abbraccio, e tienimi aggiornata se puoi.

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    1. Grazie Murasaki. Non riesco a aggiungere molto altro in merito, se non che mi fa piacere leggere quanto mi scrivi. Sono troppo frastornata. Con ogni probabilità la riorganizzazione avrà per conseguenza immediata anche l'impossibilità di ritornare in Francia. Non so cosa mi resterà della mia vita, se non la sopravvivenza.
      Sì, il sole è necessario. Domenica scorsa brillava in tutto il suo splendore e c'erano trenta gradi, pure troppi!

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